Capitolo ventuno

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"Si, sei una bambina, ma la mia."

Rabbrividii a quelle parole e spalancai gli occhi.

Lui ci tiene a me.

A lui importa di me.

Dovevo dirglielo.

Mi alzai titubante da terra, asciugai alcune lacrime che coprivano le guance e aprii la porta.

Era appoggiato anche lui sul muro del corridoio di fronte la porta del bagno, e non appena sentii la porta aprirsi alzò la testa di scatto.

"Ehi"

"Zayn, devo dirti una cosa.."

"Dimmi"

"I-io son-.."

Ad interrompermi fu il suo cellulare che cominciò a suonare, fermandomi a metà discorso.

"Certo amore, arrivo"

Avevo sentito bene?

Amore?

"Devo andare, mi dispiace. Era importante? Posso aspettare."

"No, non era importante." Accennai un sorriso, "va pure."

Annuì e mi lasciò un lungo bacio sulla guancia prima di sparire, sentendo chiudere la porta subito dopo.

"Era importante? Secondo te è importante farti sapere che sono la Jess che giocava con te in quel dannatissimo parco?!" Urlai esasperata, tornando poi nel salone e buttandomi sul divano.

Proprio in quel momento doveva chiamare il suo 'amore'.

Ma che cazzo.

Dovevo distrarmi e non pensare a nulla, cosi infilai una giacca, presi il cellullare, un po' di soldi e uscii dall'appartamento.

Quale modo migliore di non pensare a nulla se non sedersi in un parco all'aria aperta?

Anziani che passeggiavano con le rispettive mogli, bambini che si rincorrevano e altri che giocavano, coppie di fidanzati che camminavano mano nella mano.

Sembrava un quadretto perfetto.

Ma niente è perfetto nella vita reale.

"Quindi stavi per dirglielo ma quella che tu credi fosse la sua ragazza l'ha chiamato e non gli hai detto più niente?" Ripetè per la centesima volta Summer, mentre io e Jade la osservavamo seduti ad un tavolino da starbucks.

"Si" annuii, "ero davvero convinta di dirglielo, di fargli sapere che quella ragazza che vuole cercare ce l'ha davanti da mesi ormai"

"Jess, secondo me dovresti dirglielo" si mise in mezzo Jade.

"Jade, non è facile come sembra" sospirai e bevvi il frappuccino che avevo nel bicchiere davanti a me.

"Lo so," disse lei dopo aver bevuto, "prima o poi dovrai farlo, quindi perché non ora?"

"E con quale fine? Magari mi odierà dopo averglielo detto"

"O magari se gli spieghi tutto capirà e tornerete quelli di una volta. E comunque, io e Summer sappiamo bene che già da piccoli vi piacevate"

Sbarrai gli occhi, "cosa?"

Risero insieme e Summer rispose, "hai sentito bene mia cara Jess"

"Non inventatevi le cose per incitarmi a dirglielo" dissi io, sbuffando un po' infastidita.

"Non stiamo inventando nulla. Avanti, Jess, non dirmi che non sai perché veniva ogni giorno a casa tua per giocare nel parco, perché voleva sempre prenderti per mano e come ti guardava sorridendo" ammiccò Jade.

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