Capitolo trentatre

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I raggi solari mi finiscno direttamente sul viso, sospiro profondamente e stropiccio gli occhi con le mani per cercare di mettere a fuoco la vista.

Apro di poco gli occhi e noto un braccio tatuato stretto intorno alla mia vita, sorrido mentalmente e mi volto lentamente, cercando di non svegliare il ragazzo al mio fianco.

Mi ritrovavo ad un palmo di mano dal suo viso e non ho potuto fare a meno di osservarlo. Gli occhi chiusi, probabilmente immerso in un sonno profondo, le labbra di poco aperte e leggeri sbuffi che fuoriuscivano da esse e che finivano direttamente sul mio viso; i capelli scompigliati e la guancia premuta contro il cuscino.

Era una scena davvero molto tenera, e non sono riuscita a trattenermi dall'infilare le dita nei suoi capelli corvini, spostandone alcune ciocche che ricadevano sulla sua fronte.

Ad un tratto si muove di poco e sospira, ritiro la mano per paura che si svegli e continuo ad osservarlo.

"Perché hai smesso?" Chiede con voce bassa, roca, e con gli occhi ancora chiusi, dal momento che pochi minuti fa era nel mondo dei sogni.

"Pensavo ti desse fastidio.." Rispondo sussurrando, mugola qualcosa e prende la mia mano portandola di nuovo vicino al suo viso. Gli angoli delle mie labbra si alzano verso l'alto, formando un sorriso, e torno ad accarezzargli i capelli come avevo fatto poco prima.

"Dovremmo alzarci" continuo a tirare dolcemente qualche ciocca corvina, intrecciandole tra le mie dita e vidi il suo viso molto più rilassato e meno teso.

Mugolò nuovamente e non ho potuto fare a meno di ridacchiare, "davvero Zay, dobbiamo andare a scuola" sorrido e allontano la mia mano dai suoi morbidi capelli.

Riducee gli occhi a due fessure a causa dei raggi solari e mi guarda, poi li chiude nuovamente e - sospirando e senza allontanare il braccio dalla mia vita - si mette a pancia in giù, con la faccia sprofondata nel cuscino.

Mi attira più a se e mi rannicchio contro il suo corpo caldo, infilando la testa nell'incavo del suo collo e ispirando il suo solito profumo che pareva non sparire mai.

Poco dopo alza nuovamente la testa e si volta verso di me con gli occhi semi chiusi a causa del sonno e con un piccolo sorrisetto in viso. Si avvicina di poco per lasciarmi un dolce bacio sulla punta del naso e nel frattempo con la mano con la quale mi teneva stretta a lui, comincia ad accarezzare la pelle nuda scoperta dalla maglia che avevo utilizzato come pigiama.

"A qualcuno non va proprio di alzarsi stamattina.." Chiudo anch'io gli occhi continuando ad avere il sorriso sulle labbra e mi rannicchio ancor di più a lui.

All'improvviso me lo ritrovo sopra al mio corpo, con i gomiti ai lati della testa per reggere il peso, mentre posa le sue dolci e morbide labbra sulle mie.

Non era uno di quei baci complicati, era uno di quelli senza complicazioni, solo per il bisogno di sentire il tocco delle mie labbra sulle sue, uno di quei baci semplici, dati con dolcezza e, oserei dire, anche con amore.

Lasciava piccoli baci a stampo sulle mie labbra, uno dopo l'altro, dolcemente e lentamente, come se fossero la cosa più delicata del mondo.

Poi si allontana di poco, giusto per incastrare i suoi occhi color miele nei miei verdi, e ci fissiamo per un tempo indefinito. Noto che alterna lo sguardo fra i miei occhi e le mie labbra e bagna le sue con la lingua, prima di posarci un ultimo dolce bacio.

Si sposta dal mio corpo e si posiziona dov'era inizialmente, sprofondando la testa sul cuscino e attirandomi a se.

"Non vuoi proprio alzarti eh?" Ridacchio osservandolo, passando delicatamente i polpastrelli delle dita lungo il suo torace scoperto, ripassando ogni singolo tatuaggio.

Pledge || z.m ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora