Capitolo otto

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"Zayn?" Mormoro a voce bassa, aggrottando le sopracciglia. Cosa ci fa lui qui?

La sua mascella era tesa, le labbra serrate in una linea stretta, le sopracciglia aggrottate e le mani chiuse in due pugni stretti lungo i fianchi.

"Devo parlarti." Dice solo e annuisco con il capo, spostandomi di lato per permettergli di entrare.

"Siediti pure." Prende posto sul divano e posa i gomiti sulle gambe, curvando la schiena in avanti e congiungendo le mani. Passa la lingua sulle sue labbra, inumidendole, "Cosa devi dirmi?" Chiedo, sempre a voce bassa per una sua possibile reazione negativa.

"Harry non è quello che pensi che sia." Borbotta, spostando lo sguardo nei miei occhi ora sbarrati. Che diavolo sta blaterando?

"Che cosa stai dicendo, Zayn?" Passo il dito sotto al naso come sono solita fare quando sono nervosa, e osservo le sue mani, che si stringono tra loro con una tale forza da rendere le nocche bianche.

"Ti lascerà e ti farà soffrire." Dice, questa volta con lo sguardo rivolto verso il basso e con probabilmente mille pensieri sulle cose sta dicendo, nella mente.

"Si può sapere che ti prende?" Alzo il tono di voce, stanca delle sue battute. Lui alza lo sguardo nei miei occhi, inchiodando i miei verdi con i suoi marroni.

"Ti sto dicendo la verità, Jess." Quelle parole lasciano le sue labbra lentamente, come se volesse incidere nella mia mente che è così, che è come dice lui. Rimango in silenzio e abbasso lo sguardo, scuotendo la testa. Lui.. non può essere, non è così.

"Sono serio Jess, credimi." Continua, implorandomi di crederlo. Alzo lo sguardo nei suoi occhi, "Perché me lo stai dicendo?"

Ricambia lo sguardo e sbarra di poco i suoi occhi; apre la bocca per parlare ma nessuna parola esce da esse. Scuoto la testa e un sorriso amaro si fa spazio sul mio viso, non si aspettava quella domanda.

Rimane in silenzio, mantenendo lo sguardo proiettato nei miei occhi. "Dimmelo Zayn, altrimenti non avrò un motivo per crederti."

Pressa le labbra tra di esse e non dice niente, rimane ancora in silenzio. Mi alzo e gli indico la porta, "Va' via, per favore."

Si alza di scatto dopo aver sentito quelle parole uscire dalla mia bocca e si posiziona di fronte alla mia figura, "No." Risponde secco, senza tralasciare nessuna emozione, se non rabbia. Solo ed unicamente rabbia.

"Ho detto, va fuori da casa mia." Mormoro, mantenendo il tono di voce moderato. Sposto lo sguardo dai suoi occhi, "Perché dovrei andarmene?" Risponde a tono e torno a guardarlo di scatto, "Sul serio? Sei venuto qui a dirmi cazzate a quale scopo? Non vuoi neanche dirmi il motivo!" Perdo la pazienza e quasi urlo, sentendo gli occhi pizzicare.

"Porca puttana, ti sto dicendo la verità! Lo sto facendo per te, vuoi capirlo?!" Urla di rimando e pianta il suo sguardo nel mio, prendendo con una mossa veloce i miei polsi.

Perché insisteva così tanto?

"Ti farà soffrire come ha fatto con le altre ragazze, non fidarti di lui." Mormora, questa volta abbassando la voce, "Credimi." Quasi sussurra e sento le lacrime scivolare sulle gote. Posa una sua mano sulla mia guancia e toglie via le lacrime con il pollice.

"Non piangere." Sussurra nuovamente e scuoto la testa, allontanandomi da lui. Cerco di far mollare la sua presa dai miei polsi e ci riesco, "Vattene via." Dico, voltandomi di spalle e stringendo le braccia al petto.

Una sua mano si posa sull mio braccio, "Jess.." mormora ma lo interrompo, "Va' via, ti prego." Continuo, rimanendo di spalle. Allontana la sua mano dal braccio e sento i suoi passi allontanarsi. Apre la porta e la sbatte dopo qualche minuto.

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