THE REVENGE

⊱ 37 ⊰

Avevano cercato di non fare interferire i loro sentimenti con il lavoro ma la gelosia di Alec aveva rovinato tutto ed era sicura che sarebbe successo di nuovo.
Allora per quale motivo non desiderava altro che cadere ai suoi piedi ed accettare qualunque scabrosa e discutibile proposta avesse lui in mente?

Voleva sentire il suo sapore ancora una volta sulla punta della lingua.
"Si "disse a se stessa mentre lasciava che Alec le togliesse la maglietta, sensa emettere un fiato , questa sarà l'ultima volta , come un bacio d'addio prima di cambiare paese.

Rimase in reggiseno, ancora seduta davanti a lui.
Sentiva il bisogno di prendere il controllo in quella situazione che stava sfuggendo ad ogni logica.

Gli sganciò il bottone dei jeans neri, lo scatto le fece venire la pelle d'oca.
<victoria>
Mugolò Alec <non lo fare >
Era sempre così, prima di perdere il controllo un barlume di lucidità.
Ma era tardi, stava per svanire mentre sentiva le labbra di Victoria su di lui.

Era ai suoi piedi ora, le ginocchia piantate sul pavimento gelido, i capelli che le ricadevano in riccioli , come tizzoni in fiamme sulla schiena.
Gli occhi chiusi , le orecchie tese per udire ogni suo minimo sussurro, mugolio o imprecazione.

Si piegò in avanti ed in un attimo le tolse il reggiseno, voleva vederla completamente nuda, in preghiera , voleva essere lui la vera divinità là dentro, non c'era spazio per altro dio all'infuori di sè stesso. La chiesa non sarebbe entrata in quella stanza.

<alzati>
Le ordinò cercando di trattenere l'orgasmo che sentiva pizzicargli la pelle dall'interno, il tono non ammetteva repliche.
Victoria eseguì e si tolse in fretta i jeans, lo desiderava tanto quanto lui desiderava lei.

Se Randall l'avesse vista in quel momento la sua carriera sarebbe finita , cancellata come se lei non fosse mai esistita.
Tutti gli sforzi che aveva fatto per arrivare fino a quel punto, sarebbero spariti in una nuvola di fumo nero.

Alec la fece stendere a terra, lui ancora in piedi.
La ammirava dall'alto e nel frattempo si toccava come se lei non fosse lì in quel momento.

Vide l'interno delle sue cosce imperlassi di gocce di eccitazione.
<non sono io il cattivo qui.
Non sono il lupo.
E nemmeno il cacciatore.>

Si abbassò fino a piombare sul suo corpo.

<Victoria , voglio che tu ricordi le mie parole, che ti si imprimano a fuoco nel cervello.
Lo hai voluto tu, lo abbiamo desiderato entrambi>

Inserì un dito dentro di lei, lo spinse lentamente in profondità.
Voleva sentirla gemere, gridare , piangere magari, tutto purchè non si scordasse quel momento.

Ciò che stava accadendo non avrebbe mai dovuto finire nell'oblio dei loro ricordi passati, doveva essere costantemente in prima fila rispetto agli altri.

Aggiunse un secondo dio , Victoria inarcò la schiena.
Teneva gli occhi chiusi, sia perchè il piacere che stava provando in quel momento non le sembrava neanche che fosse umano, ma soprattutto perché non voleva accettare quella parte di sè.
La parte che se ne infischiava delle procedure, che mandava tutto all'aria per un'ora dentro l'inferno privato di Alec O'Moore.

<per favore>
Lo implorò

<cosa Victoria?>
Chiese Alec, un sorriso di sbieco sul suo volto.
Il tessuto del suo maglione di lana marrone le pizzicò la pelle del ventre e quella tenera e traslucida del seno.
Era ancora vestito, se non fosse stato per i pantaloni abbassati sarebbe potuto sembrare il solito Alec, l'agente con il pugno di ferro che tutti rispettavano e temevano a Darkle.

<falla finita, ho bisogno di te.>

<promettimelo Victoria>

Avrebbe accettato qualunque compromesso, desiderava solo che quel momento durasse per sempre.

<lo ricorderò!>
Gridò, sentendo i muscoli contrarsi, quando lui s mosse più velocemente. Se non lo avesse avuto dentro di se nei successivi dieci secondi sarebbe diventata completamente pazza.

<mi ricorderò sempre di questo momento>

<e di me>
Precisò Alec, che finalmente si piegò abbastanza per soddisfarla.