Si accomodarono nella sala da pranzo della casa dei Murphy, era accogliente, decorata con amore piuttosto che con gusto.
Non aveva un'unica estetica come quella delle case moderne , monocolori, perfette nei dettagli, tali da somigliare a delle sale d'ospedale.Era piuttosto un ambiente pieno di vita e ricordi.
I mobili in legno, lo stesso palissandro della stalla , erano chiaramente artigianali ma solidi ed equilibrati, strapieni di oggetti di uso quotidiano, piatti, bicchieri, contenitori di vetro trasparente pieni di spezie.
Al centro della stanza un tavolo , cinque sedie, Alec occupava il posto a capo tavola, quello che doveva essere stato di James, fino ad un mese prima.Victoria sedeva accanto a Tomas e di fronte alla signora Murphy.
Notò le foto attaccate con lo scotch nella parte superiore di un mobiletto con le mensole, accanto al pannello di fornelli a gas .
Vide chiaramente una versione di Tomas più giovane che abbracciava una bambina dagli occhi neri e le guance tinte di rosa, indossavano entrambi le salopette di jeans e una t shirt bianca , alle loro spalle una stalla in costruzione.
Doveva essere stata scattata almeno dieci anni prima.Un'altra accanto attirò la sua attenzione , era stata ritagliata per colmare lo spazio tra due fogli che recavano i disegni di una delle due figlie minori, distese di prati verdi fioriti e un sole che spuntava dall'angolo in alto a destra.
Qualcuno doveva aver pensato che uno dei figli potesse essere sacrificato dal quadretto evidentemente, perchè si notava con facilità un braccio da bambino che accerchiava le spalle di Dora Murphy, inginocchiata che sorrideva alla fotocamera ma il resto del corpo era stato eliminato.
<avete seguito un'educazione domestica voi tre?>
<Come sa che siamo in tre?>
Un guizzo di curiosità attraverò il viso di Tomas. Vic si sentì presa in fallo ,ma rispose rapidamente.<è importante informarsi sulla famiglia , può esserci molto d'aiuto, in fin dei conti tu e le tue sorelle conoscevate vostro padre meglio di qualunque persona al mondo, no?>
Tomas annui, lievemente, si dondolava avanti ed indietro sulla sedia.
<capisco che siate tutti sconvolti, farò di tutto per potervi aiutare>
Continuò con tono gentile e rassicurante ma la tensione non si attenuò con così poco.Dora, si asciugò delle lacrime, tirò in su con il naso, Tomas le porse un fazzoletto di cotone che teneva in tasca.
<vado a chiamare le tue sorelle Tomas, sai dove sono?>
Bisbigliò Dora.<in camera loro suppongo, stavano leggendo un libro quando le ho lasciate>
Lei annuì e salì le scale che portavano al piano superiore, il movimento delle scarpe bagnate contro il parquet si riverberò in tutta la sala.<cosa ha bisogno di sapere oltre quello che abbiamo già detto?>
Iniziò Tomas, appena vide spuntare le teste delle sorelle dalla rampa di scale, sembravano poco inclini a scendere , ma come animaletti curiosi osservavano ogni minima mossa di Victoria.La più grande , riflettè lei, non doveva avere più di dodici anni, o forse ne dimostrava di meno come Tomas.
Nel fascicolo aveva letto le date delle loro nascite, fissate con la penna accanto alla fotocopia dei documenti ma ora ricordava a stento i loro nomi , era troppo presa dalle sue emozioni, quel senso di colpa traditore, sentiva di star violando un'intimità sacra.<sapete se vostro padre aveva dei nemici in paese?>
<è stato uno dei nostri vicini?
Lo conosciamo ?>
Era la voce della ragazzina, flebile come un sussurro , si era avvicinata di soppiatto al tavolo.Aveva le gote piene di lentiggini e gli occhi scuri e impenetrabili , si torceva con la destra la sua lunga treccia bionda e con la sinistra teneva la sorellina minore per mano, sembravano entrambe terrorizzate , ma la prima cercava di nasconderlo, sforzandosi di trattenere un'espressione dura in volto.
<ragazze perchè non dite i vostri nomi alla signorina ?>
Le incoraggiò Dora.<mi chiamo Sister> , disse la prima, <e lei è Elise>
La più piccola alzò lo sguardo per incontrare il volto asciutto e severo della sorella.
Le sue iridi viola chiaro si muovevano rapidamente, nascoste da un folto strato di ciglia perfettamente bianche.<beh>
rispose Victoria, <spero proprio di no, ma dobbiamo tenere conto della possibilità che lo sia><Mio padre era un uomo buono, molto credente e un gran lavoratore , non aveva alcun nemico ne sono certo >
Rispose Tomas, osservando di sbieco Elise, la prese in braccio e quella gli si accoccolò addosso come un gatto, poggiando la testa sul suo petto.<aveva degli interessi particolari?>
<no, solo il suo lavoro, alleviamo bestiame e ci occupiamo dei nostri campi di patate o perlomeno lo faceva lui.
Io sono tornato solo da un anno qui>
Rispose, con una luce spenta meglio occhi .<dove ti trovavi prima?>
Chiese lei, sinceramente incuriosita.
Aveva pensato che quella fosse un'attività di famiglia in cui tutti erano coinvolti attivamente , non l'aveva neanche sfiorata l'idea che il figlio maggiore fosse così disinteressato.Le dinamiche che regolavano la loro famiglia potevano essere una miniera d'oro per la ricerca di informazioni.
Ciò che sembra la quotidianità all'interno di una casa potrebbe essere ritenuto inaccettabile in quella accanto. Vic lo sapeva bene.
Non aveva mai scordato la sua prima lezione alla omicidi, concentrati prima sulla famiglia, poi viene il resto.
Le percentuali parlavano da sole.——
Nuovo capitolo , spero che vi sia piaciuto.
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THE REVENGE
Ficción GeneralVictoria lotta da anni contro il crimine a Dublino, è la migliore nel suo campo ma la sua vita cambierà completamente quando le verrà ordinato di seguire un misterioso caso di omicidio in una piccola cittadina nel nord dell'Irlanda. 𖥔 Niente è com...