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SECONDA PARTE
Il ritmo della vita e della morte







21 ottobre 2017 - Raul Mendoza

<c'è qualche possibilità che non sia lo stesso killer?>
Domandò Rian, guardando di sbieco il profilo di Vic accanto a sè.

Alec era già sulla scena del delitto, era stato il secondo a raggiungere il posto , dopo aver ricevuto la chiamata di Noah.
Il caso voleva che quella mattinata il vecchio agente senza credenziali si fosse recato alla bottega per portare a riparare il suo vecchio orologio a pendolo.
Un affare lungo mezzo metro che pesava quanto un bambino di cinque anni e che per metà della sua esistenza era andato avanti senza alcun intoppo, resistendo alla naturale usura di ogni oggetto, soprattutto quelli esposti all'umidità di darkle.

Eppure il giorno prima aveva scandito alle undici e trentasei il suo ultimo rintocco.

Era stato un segno?
Forse anche la vita di quell'uomo si era fermata in quell'esatto momento.

Victoria scosse la testa sovrappensiero, non sapeva quello che avrebbero trovato ma la breve discussione che aveva avuto con Alec le aveva lasciato intendere che fosse molto peggio dell'altra volta.
Era probable che il killer stesse avendo un crollo psicotico, l'assassino che tanto le era sembrato organizzato aveva perso la ragione?

Non ne sarebbe stata sicura finchè non si fosse trovata lì.

<non se il modus operandi combacia.
Che possibilità c'è che abbiamo due diversi assassini che operano a Darkle?>

<nessuna >
Si rispose Rian, scendendo le scalette che passavano dietro la chiesa.
Attraversarono di corsa la piazza.
Diversi volti confusi si voltarono nella loro direzione.

A Darkle tutto procedeva a rallentatore, come se gli abitanti dovessero seguire il ritmo di un valzer che solo loro riuscivano ad udire.
Alec, Rian e Victoria erano i soli a muoversi con regole e tempi propri, note impazzite sullo spartito, dispari tra i pari.

Nonostante fosse Victoria l'ultima arrivata in quel posto era lei a fare strada a Rian tra gli stretti vicoli di darkle, riusciva ad aiutarsi grazie a piccoli indizi che la sua memoria aveva immagazzinato mentre passeggiava in zona, un vaso rosso, finestre spaccate, rampicanti d'edera che salivano nel pertugio tra una casetta e quella successiva, balconi scrostati dalla ruggine.
Ogni particolare si era impresso nella sua memoria per formare una mappa personalizzata, lo aveva fatto di proposito, le era stato insegnato in accademia, almeno sette anni prima.
Riuscire a capire dove ti trovavi e come spostarti per raggiungere la tua meta era un'abilità imprescindibile per un'agente, soprattutto se si fosse dovuto prestare a missioni sottocopertura, la destinazione finale sarebbe potuta essere l'unica salvezza possibile , un ospedale, caserme, posti di blocco.

<va bene quindi se la modalità dovesse coincidere, cosa dovremmo fare, aspettarci un altro omicidio?
Quanti ce ne saranno>
Sbottò Rian.

Victoria teneva lo sguardo basso mentre camminava, le mani nelle tasche perchè non si gelassero, quel giorno aveva portato con se una valigetta, lo faceva spesso nei luoghi in cui la scientifica avrebbe tardato ad arrivare.
Sarebbe potuto essere un problema se avesse contaminato la scena del delitto, per questo i guanti erano necessari, così come diverse bustine di plastica trasparente nuove di zecca, una piccola torcia nera e una reflex Canon eos , il suo bene più prezioso.
La memoria era vuota, scaricata la notte prima di salire sul treno per Darkle, una singola fotografia scattata al momento poteva essere l'arma vincente nei processi.

Pensò per qualche momento alla domanda di Rian.
Ciò che stava succedendo a Darkle era preoccupante.
Non le era mai capitato di trovarsi davanti a così tanti omicidi in un luogo tanto piccolo.
E poi, così come le aveva raccontato Alec, non succedeva mai niente a Darkle.
Per trovare il caso di Patrick Hamilton avevano dovuto scavare in fondo all'archivio, e nonostante le dinamiche fossero confuse non potevano essere certi che quel caso fosse un omicidio.

Cosa spiegava allora tutte quelle morti ad una distanza di tempo così breve?
Quale mente contorta avrebbe potuto scegliere quel triste e anonimo paesino per renderlo un teatro degli orrori?

<non siamo sicuri che siano collegati, è perfettamente possibile, se non probabile che le motivazioni siano diverse.
Una discussione alla taverna spinta un pò più in là e ti ritrovi con un coltello nello stomaco, non sai quanti casi del genere ho dovuto affrontare nell'ultimo anno.
Per quanto sembrino pacifiche le persone che vivono in queste casine da gnomo sono pur sempre umane.
Il rancore è l'arma più affilata che esista, più della gelosia, della tristezza e dell'invidia>

Persino lei non sapeva cosa pensare, mai si sarebbe potuta aspettare che quel semplice caso d'omicidio sarebbe diventato un duplice assassinio.
Se fino ad allora non erano riusciti a trovare una motivazione cosa li avrebbe aiutati da quel momento in poi.

Randall le aveva scaricato una bella patata bollente tra le mani e lei l'aveva afferrata come se si trattasse di una biglia colorata, se l'era infilata in tasca e ora quella la stava trascinando a terra.

Non voleva neanche pensare a quell'eventualià , cercava di convincersi che tutto quello potesse essere facilmente spiegabile.
L'alternativa sarebbe stata accettare che l'ultimo caso prima della sua promozione riguardasse la cattura di un serial killer.

Sarebbe bastato solo un'altro cadavere.
Non poteva lasciare che quel tizio girasse indisturbato a lungo.
Quell'indagine , per il suo bene e per quello dei cittadini, doveva finire il prima possibile.

——-

La faccenda si complica...
Domani nuovo capitolo

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