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Le tre ore successive furono estenuanti, per entrambi.
Alec le raccontò per filo e per segno tutto ciò che era accaduto in sua assenza, la prima volta che vide il corpo sospeso in aria, i familiari della vittima, l'inizio delle indagini, i risultati delle analisi e infine le svariate congetture, nessuna delle quali si era rivelata fondata.

Victoria lo osservava e a tratti, quando qualcosa sembrava attirare la sua attenzione la appuntava su un vistoso taccuino dalla foderina rossa che aveva acquistato a Dublino, cinque giorni prima, mentre faceva shopping nella via principale, non per se chiaramente.
Non era il tipo di donna che si perdeva ad ammirare la merce esposta sugli scaffali ma era lì per Thalia, la figlia ancora non nata di sua sorella che avrebbe dovuto partorire alla fine di marzo.

Aveva pochi mesi per risolvere quella faccenda e tornare a Greland , dalla sorella. Lei e Frenn non erano molto vicine, solo da bambine avevano condiviso alcuni momenti di intimità ma era pur sempre un momento di festa quello, la nascita del primo figlio, non poteva mancare.

 Lei e Frenn non erano molto vicine, solo da bambine avevano condiviso alcuni momenti di intimità ma era pur sempre un momento di festa quello, la nascita del primo figlio, non poteva mancare

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In fin dei conti, nonostante le vistose differenze , avevano lo stesso sangue e Frenn non le aveva mai fatto nulla di male.
Il suo peccato peggiore agli occhi di Victoria era essere rimasta una contadina, aver accettato quello da cui lei aveva sempre voluto sfuggire.

<l'uomo >
iniziò lei, <non è stato ucciso per caso, penso che lei se ne sia accorto>

Alec la fissò, zitto, notò le mani di Victoria pallide e coperte di graffi , era un pensiero futile ma si chiese come se li fosse procurati, magari aveva un gatto.

Victoria intercettò il suo sguardo e sfiorando le sottili linee rosse che percorrevano il dorso di una mano, ripose alla sua tacita domanda.

<tre settimane fa, mi trovavo nei pressi di una banca, stavo tornando a casa ...>
Si fermò per riflettere, i ricordi erano come dei flashback nella sua mente , se non avesse avuto quelle escoriazioni avrebbe anche potuto fare finta che non fosse successo,ma quella era una prova visibile del suo fallimento.

<Una rapina , la strada gremita di gente che gridava, C'è stato un inseguimento ,ed ero sola, per farla breve ho rischiato una pallottola nello stomaco, sono riuscita a scansarmi, gettandomi contro una finestra.

Hanno preso quel bastardo dopo due giorni.

Mi trovavo nel luogo sbagliato al momento sbagliato,capita.
Mi pento solo di non aver estratto la pistola prima che quell'uomo mi puntasse la sua addosso>

Confessò, mentre osservava il thermos di caffe che Alec teneva su un mobiletto , dall'altra parte della stanza.

Hai comunque rischiato la vita
Pensò O'Moore , non osò dirlo però , quella ragazza lo metteva in soggezione e la invidiava allo stesso tempo.

Lavorava a Darkle ormai da cinque anni, non ricordava neanche come fosse avere a che fare con casi veri, rapine...fino ad un mese prima.

<a cosa pensa?>
Gli chiese victoria, vedendolo cosi accigliato , le spalle curve in avanti, sembrava turbato.

<puoi darmi del tu>
Rispose Alec, incrociando il suo sguardo, Victoria si irrigidì. Quell'uomo era davvero bello con la sottile barba accennata sugli zigomi spigolosi, le labbra sottili e rosee e probabilmente non se ne rendeva conto, non sembrava flirtare con lei quanto piuttosto volerla intimidire.

Il tono con cui pronunciava qualunque frase era di sfida.
Conosceva quel tipo di uomini , uomini a cui tutto era sempre stato concesso con facilità , i più coccolati dalla madre , i preferiti della classe , questo continuo trionfo toglieva loro le piccole gioie quotidiane , chiedevano di più , e lei cercava di stare alla larga da loro.
Lo sentiva fin dentro le viscere, non poteva fidarsi di AlecO'Moore , e in ogni caso il mistero di Darkle  aveva la priorità non i suoi ormoni.

<stavo pensando a questo posto, all'influenza che l'omicidio ha avuto sulla gente>

Vic era incuriosita dall'argomento anche se poteva già prevedere ciò che il collega le avrebbe detto.
Le notizie circolavano rapidamente a Greland e mettevano tutti in agitazione , per quanto inaffidabili o sciocche fossero.
La gente si accalcava intorno al luogo in cui era accaduto un evento straordinario, e parlottando cercava di fare previsioni su cosa sarebbe successo dopo, sull'importanza di quella giornata.

Era successo quando era stato abbattuto il vecchio pino dei Lancaster , dopo che il figlio dei suoi vicini di casa era caduto dopo essersi arrampicato .
Si era procurato una brutta frattura scomposta alla gamba , se lo ricordava come se fosse ieri, la folla che annuiva unanime, mentre l'albero, alto almeno sei metri crollava e la terra evaporava nell'aria immobile.

<niente>

<cosa hai detto?>

Alec annuì per rinforzare le sue parole.
In quel posto nulla aveva un senso, persino le reazioni della gente ad un efferato omicidio.

<non è successo assolutamente nulla>

——
Lo so questo capitolo è stato piuttosto breve ma pazientate l'azione arriverà tra pochissimo💕
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