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<cosa hai fatto!>
Chiese Marcus con un'espressione divertita in volto.

Rian si tormentava le dita per il nervosismo, forse non era stata l'idea migliore che gli fosse mai venuta.
Aveva scavalcato il suo capo per chiedere aiuto a Dublino.
Duplicare il fascicolo e spedirlo era stato facile, ma non si era posto il problema di come avrebbe reagito O'Moore.
Sperava che avrebbe apprezzato il suo gesto,ma poteva intuire che lo avrebbe aspettato un bel rimprovero quella sera.

<Alec non ne sarà contento però , gli agenti che vengono dalle grandi città cercano sempre di prendere il controllo delle indagini e quell'uomo sembra non dormire da un mese , ci mancava una donna.
È ossessionato dalla morte del signor Murphy , neanche fosse un suo parente...>
Comentò Marcus.

Rian arretrò, il cinismo di Marcus lo aveva colpito, parente o meno era un uomo, a lui non sembrava così strano il coinvolgimento di O'Moore, semmai era deleterio per la sua salute, non avrebbe potuto andare avanti così per molto ancora.
Rifiutava l'aiuto di chiunque in quella centrale.

Ma Marcus, si ricordò, era uno del posto e insieme al sangue sua madre aveva instillato in lui prima nel ventre e poi con sussurri e punizioni le stesse maniere e proprietà tipiche della gente di Darkle.

A Rian quasi venne da ridere pensandoci ma immaginò tutti insieme, poco meno di mille abitanti, raccolti sotto allo stesso tetto come una strana famiglia incestuosa, in fin dei conti erano così reticenti con i nuovi arrivati che non gli sarebbe parso strano se i genitori di Marcus fossero stati cugini di primo grado.

Marcus si passò una mano tra la folta barba rossiccia osservando la porta semi aperta da cui era entrata Victoria meno di dieci minuti prima, non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo quei due ma la cosa gli interessava parecchio, fu tentato di alzarsi per origliare ma Rian sembrava essere più interessato a lui che al caso quel giorno.

<dai, non dirmi che ti sembra una cosa normale >
Sbottò Marcus con voce rauca, si era preso un malanno proprio una settimana prima e il freddo vento stava rallentando la sua guarigione.

Se sua nonna fosse stata viva gli avrebbe preparato un infuso di erbe raccolte nel bosco, come quando era bambino, le medicine, come diceva lei, non servivano a nulla e i dottori non avevano alcun interesse a far guarire i malanni, potevi fidarti solo della natura , della tua famiglia e del santissimo dio.

Così aveva fatto, pregando incessantemente prima e dopo il lavoro , per quasi due settimane , il pomeriggio aveva in programma un salto nella cappella , era passato un mese dalla sua ultima confessione e il rosario che portava al collo , sembrava quasi essersi appesantito, colmo di tutti i peccati che aveva collezionato nel frattempo.

<che sia così carina intendi? >Rispose Rian , per smorzare la tensione.

<no, Byrne , intendo il suo...sesso>
Fece quasi fatica a pronunciare quella parola, tante volte era stato punito da ragazzo per molto meno e in quel momento a quasi quarantacinque anni il vecchio timore non era scomparso.

Quel termine lo fece pensare a sua moglie , al suo ventre infertile e lo intristì.

<Orensten, devi smetterla con queste cazzate da sessista, siamo nel duemila diciassette, il medioevo è passato da un pò , circa un millennio >
Lo schernì Rian, prendendo un pacchetto di sigarette dalla tasca della pesante giacca di servizio, gliene erano rimaste solo quattro, ma trovarle a Darkle era impossibile quindi una volta a settimana doveva obbligatoriamente andare a Maylooth per rifornirsi.
Questo posto maledetto

<beh, forse sarebbe stato meglio di no>
Borbottò Marcus, troppo debolmente perchè il collega potesse sentirlo e pensò a Victoria, non avrebbe mai capito perchè una donna scegliesse il lavoro sopra la possibilità di farsi una famiglia, non gli sembrava di aver letto una cosa simile tra le parole del signore.

THE REVENGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora