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20 ottobre 2003 , Greland

(14  anni prima degli avvenimenti di Darkle)

<cosa significa che non potrai più tornare da me, ho offeso qualcuno , Marie, Oliver?
Ti scongiuro Christian spiegamelo, non riesco a capire>

Victoria aveva le guance rosse rigate di lacrime, tirava in su col naso per non sporcarsi di muco, lo spettacolo non avrebbe potuto essere più desolante.

La penombra della stalla della famiglia Reed le rendeva difficoltoso osservare il suo volto, ma lo avrebbe riconosciuto comunque anche nel buio più profondo delle notti invernali.
Riconosceva il suo respiro agitato,quasi avesse una pietra bloccata sullo sterno.

Le tremavano le gambe, dapprima pensava stesse scherzando, ma uno scherzo del genere Christian non lo avrebbe mai riservato a lei, erano migliori amici, aveva troppo rispetto per i suoi sentimenti.
Sapeva quanto lei tenesse a lui.

E Victoria pensava che fosse vero anche l'opposto, fino a quel momento.

<non hai offeso nessuno, non è colpa tua, non è colpa di nessuno, ma ...>
Christian si bloccò , cercava una scusa plausibile per non rivelarle il vero motivo della sua partenza.
Tutto ciò che gli aveva ordinato il padre era di buttare i pochi vestiti che aveva in un vecchio borsone e andare a ritirare la sua ultima paga dal signor Reed, quei soldi evidentemente servivano a lui, non era una novità che Oliver rubasse il suo compenso, era la cosa che lo turbava di meno in quel momento.

Il suo primo pensiero, quella mattina era stata Victoria, avrebbe voluto correre subito da lei ma il terrore di come avrebbe reagito gli aveva intorpidito le gambe, era stato un gesto codardo ma si era lasciato quell'addio per ultimo, il più doloroso.
Così appena fu sicuro che il padre si fosse addormentato nel vecchio divano del piano terra , era sgusciato fuori dalla finestra della sua camera che dava su un campo incolto la cui terra non avrebbe mai potuto ospitare alcun germoglio.
Tutto era sterile nella sua vita, tranne Victoria.

L'avrebbe dovuta salutare, proprio due settimane dopo il loro primo bacio, sentiva ancora le labbra di lei sulle sue, il calore del suo respiro.

Ma doveva essere forte in quel momento, meglio avesse recitato la sua parte meno Vic avrebbe sofferto durante la sua assenza.

<tutto quello che sei tenuta a sapere è che devo ascoltare mio padre, se lui dice che partire è per il nostro bene non rifiuterò di ascoltarlo solo perchè una ragazzina fa delle moine.
Mica sarà finita la tua vita quando me ne andrò.
In fin dei conti tu qui hai più di me, tutta la tua famiglia, cosa ti può cambiare avere me o meno tra i piedi.
Prima o poi sarei scappato comunque da Greland>

Victoria ignorò intenzionalmente la sua provocazione anche se quella frase le rimase silenziosamente impressa nella mente, non rifiuterò di ascoltarlo solo perchè una ragazzina fa delle moine, lei non era solo una ragazzina per Chris e lo sapeva.
Non poteva mentirle così facilmente.
Avevano solo due anni di differenza e perspicacia e furbizia erano dei doni presenti più nei Reed che nei Lock .

<da quando ascolti tuo padre Chris?>
Lo provocò lei, indicando con il dito la casa in lontananza.
Chris si girò a guardarla, gli sembrava così piccola e insignificante in quel momento, quasi fosse solo un brutto sogno che aveva fatto una notte di tanti anni prima.
Un'immagine che ora non poteva più toccarlo ma non era così.

Ci sarebbe dovuto tornare, e la mattina dopo da lì tutti i segni della sua permanenza sarebbero saporiti completamente, come quando sua madre era morta e il padre aveva lanciato in grossi sacchi neri della spazzatura i suoi vestiti , il pettine, le creme che usava per ammorbidire i calli delle mani e che lasciavano per giorni un odore tiepido di gelsomino.
Erano bastate due ore a Oliver per cancellare le tracce del suo passaggio.
Si chiese se sarebbe stato tanto rapido con lui e poi con se stesso.

THE REVENGEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora