Capitolo sei

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Sono passati tre giorni dal nostro ultimo incontro e ancora non ho avuto il coraggio di chiamarla. Ho bisogno di parlarne con qualcuno... La prima persona che mi viene in mente è Silvia, lei ormai sa quasi tutto, quindi è quella più adatta anche se la più pettegola. Decido che oggi non andrò a scuola, così avrò più tempo per andare a parlare con Silvia. Non mi va di chiamarla quindi mi sistemo e vado direttamente in ospedale da lei. Solo quando sono nell'ascensore mi rendo conto che potrei incontrare Eva. Cazzo! Non perché non ci ho pensato prima? Mi maledico mentalmente. Per fortuna riesco ad arrivare alla stanza di Silvia senza incontrala, che poi non so nemmeno io perché non la voglio vedere; forse mi vergogno ancora perché quello che è successo in macchina o forse per non averla ancora chiamata... Comunque sia, aggiorno Silvia su tutto quello che è successo, dall'incontro fortuito in pizzeria, al "pedinamento", fino al bacio che le ho dato in macchina. "Hai completamente perso la testa!" Esclama Silvia ad alta voce. "Shhh! Abbassa la voce!" La ammonisco io. Sapevo che sarebbe stato azzardato parlarne con lei, perché la conosco bene e so quanto può essere pericolosa. "Allora quando la chiamerai?" Mi chiede Silvia. "Non ne ho idea e poi cosa dovrei dirle? Lo sai che sono pessima in questo genere di cose" le dico. "Dammi il cellulare, la chiamo io" mi dice lei. "Ma sei impazzita!?" Esclamo. "Volevo solo darti una mano, non puoi continuare così" mi risponde lei. "Silvia, lo so però ho bisogno ancora di un po' di tempo, devo pensare bene a cosa dirle" le rispondo. Sono in ospedale da quasi due ore quindi decido che è arrivato il momento di tornare a casa, perciò saluto Silvia e mi dirigo verso l'ascensore. Sono appena arrivava a piano terra e sto andando verso l'uscita quando mi sento tirare per un braccio. "Ehi" la sua voce è inconfondibile, non ho nemmeno bisogno di guardarla per capire che è lei. Comunque mi volto e senza darmi il tempo di risponderle, mi trascina in quello che penso sia il suo studio. "Accomodati" mi dice. Sono abbastanza imbarazzata ma faccio come dice. "È possibile che dobbiamo incontrarci sempre così noi due?" Mi chiede. Non so bene cosa risponderle... "Mi dispiace se non ti ho ancora chiamata, ho avuto da fare con la scuola però giuro che lo avrei fatto presto" le dico tutto d'un fiato. Lei mi scoppia quasi a ridere in faccia. Chissà cosa ho detto di così divertente. "Stai tranquilla, non ti ho mica rimproverata o altro. Volevo solo salutarti e parlare con te in un posto più tranquillo, perciò ti ho portata qui" mi risponde lei. Mi rilasso leggermente, ma il suo sguardo puntato su di me non aiuta. "Sei venuta a trovare la tua amica?" Mi chiede all'improvviso. "Si, era da un po' che non la vedevo" le rispondo. Nessuna delle due dice più nulla, ci limitiamo semplicemente a fissarci. "Sei libera domani sera?" La sua domanda mi lascia di stucco. "Si" mi affretto a rispondere urlando leggermente. Mi sorride, forse divertita e un po' compiaciuta dalla mia risposta. "Bene, allora passo a prenderti alle 20:00, vestiti comoda" mi dice. Mi limito a risponderle un timido "va bene". Questa donna mi intimidisce, non riesco a dirle di no. "Adesso devo andare, si sta facendo tardi" le dico alzandomi dal divano su cui mi aveva fatto accomodare. "Vieni, ti accompagno alla porta" afferma gentilmente lei. La sua mano si poggia sulla mia schiena e mi provoca un brivido. Adoro le sensazioni che mi genera il contatto con il suo corpo. Lei gentilmente mi apre la porta così io mi giro per salutarla. Sto per darle un bacio sulla guancia quando richiude la porta e mi spinge contro il muro. In quel momento non capisco più nulla, vedo solo i suoi occhi puntati nei miei e sento il suo respiro sulle mie labbra. Il mio sguardo passa velocemente dai suoi occhi alle sue labbra. Dio quanto vorrei baciarla! Succede tutto in un millesimo di secondo. Le sue labbra si poggiano sulle mie, all'inizio mi lascia un bacio delicato, quasi a chiedere il consenso di proseguire. Non resisto più e stavolta sono io che mi fiondo sulle sue labbra. Le metto le braccia intorno al collo e premo il mio corpo contro il suo. La mia lingua chiede il permesso di entrare contro le sue labbra e lei me lo concede. Le nostre lingue si scontrano in un bacio appassionato, pieno di sentimento. Entrambe siamo senza fiato ma nessuna delle due sembra volersi staccare. Alla fine sono costretta ad allontanarmi per prima e poggio la mia fronte contro la sua. Lei mi sorride e non riesco a fare a meno di sorriderle anche io. Non c'è bisogno di parole, ci siamo già dette tutto con quel bacio. "Devo andare" le sussurro quasi dispiaciuta. "Vai, non preoccuparti" mi dice lei. "Allora a domani?" Le chiedo. "A domani" mi risponde con un sorriso enorme. Esco dalla porta lanciandole un ultimo sguardo.

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