Capitolo trentaquattro

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Marina P.O.V.

Sono passate tre settimane da quando io ed Eva abbiamo firmato l'accordo prematrimoniale proposto da sua madre.

Ormai ci siamo, io ed Eva stiamo finalmente per sposarci.
Ho immaginato questo giorno per così tanto tempo che ora che è arrivato non mi sembra vero!

Il nostro giardino è addobbato a festa.
Ci sono circa una quarantina di sedie bianche pronte per far accomodare gli invitati durante la cerimonia, vari gazebo sotto i quali si terrà il pranzo dopo le nozze, un bellissimo arco ricoperto di fiori colorati sotto il quale si stende un tappeto bianco che collega la porta finestra della casa con l'altare dove tra qualche ora prenderò in moglie Eva.
Per non parlare delle bellissime composizioni di fiori che sono state poste su delle colonne di gesso per adornare gli angoli del giardino.

È da ieri che non vedo Eva.
Come da tradizione, la sera prima delle nozze siamo state costrette a dormire in due stanze separate e i nostri genitori si sono assicurati di non farci incontrare per tutto il giorno, in modo tale da vederci direttamente una volta all'altare.

Silvia, in quanto testimone di nozze, si è proposta di aiutarmi a prepararmi prima della cerimonia e ringrazio il cielo che l'abbia fatto perché sennò a quest'ora sarei già impazzita.

Tra mia madre che è più in ansia di me, mio padre che continua solo a scattarmi foto e mio fratello che non riesce a smettere di fare apprezzamenti sulla mia futura moglie, giuro che non ci sto capendo più nulla.

"Stai ferma" mi ammonisce Silvia, "se continui a muoverti a destra e sinistra non riuscirò mai ad arricciarti i capelli".

"Scusami, è solo che sono agitata, ho paura che qualcosa possa andare storto e rovinare il giorno più bello della mia vita" rivelo tristemente.

"Marina la vuoi smettere di farti inutili filmini mentali? Dall'altra parte dei queste mura c'è Eva che non vede l'ora di sposarti e di vivere con te per il resto della sua vita, cosa potrebbe mai succedere in questo momento?" mi chiede Silvia retoricamente.

"Silvia per favore stai zitta che non si può mai sapere e poi così mi fai salire solo di più l'ansia" affermo ridendo.

"Mary posso andare da Eva?" chiede mio fratello che in questo momento è seduto sul letto con il telefono in mano.

"Adesso spiegami perché dovresti andare da Eva" gli chiedo spazientita.

"Tanto qui mi sto rompendo il cazzo comunque, almeno lì ho qualcosa di bello da guardare" risponde lui ridendo.

Prendo la spazzola e gliela tiro addosso mancandolo di poco.

"Hey voi due! La volete smettere di litigare? Non fate altro da quando siete nati, almeno oggi datevi una calmata" interviene mio padre sgridandoci entrambi.

"Tanto per la cronaca, è lui che da quando è arrivato non la smette di fare apprezzamenti su Eva" puntualizzo.

"Ma che ci posso fare io se tua moglie è veramente una gnocca pazzesca?" chiede retoricamente mio fratello.

"Quella gnocca pazzesca appunto è mia moglie e a te non è permesso neanche guardarla. Ci siamo capiti?" domando iniziando ad innervosirmi.

"Qualcuno chi è geloso" commenta Silvia ridendo sotto i baffi.

"Ma vi siete alleati tutti contro di me oggi?" sbuffo arrendendomi.

Eva P.O.V.

"Chissà cosa starà facendo Marina in questo momento" penso tra me e me.

Mia madre ha fatto arrivare da chissà dove tutta una squadra di parrucchieri, truccatori e sarti per aiutarmi a preparare.

So che vuole solo il meglio per me ma a volte è così invadente che mi fa saltare i nervi.

Sono ormai tre ore che queste persone non fanno altro che trattarmi come una bambola da fare bella per un'occasione speciale.

Stufa di questa situazione, prendo il cellulare e decido di mandare un messaggio a Marina.

"Tesoro spero che a te sia andata meglio di me... Sono circondata da estranei che non fanno altro che sbattermi da una parte all'altra della stanza per sistemarmi" scrivo ed invio.

Neanche un minuto dopo arriva la sua risposta:

"Facciamo scambio? Io sono bloccata qui insieme ai miei genitori, a mio fratello e a Silvia che mi stanno facendo impazzire e poi mio fratello non la smette di fare commenti poco casti su di te..."

Leggo la risposta e scoppio a ridere.

"Non sarai mica gelosa di tuo fratello?
Primo è un maschio, quindi non rientra nei miei standard. Secondo è tuo fratello e non mi mettere mai con lui. Ed infine io amo solo te e ho occhi solo per te, tutto il resto non lo noto nemmeno. Sei più tranquilla adesso?" replico al suo messaggio e glielo invio.

"Dio! Se non mi fanno uscire immediatamente di qui giuro che butto giù la parete e corro da te".

La sua risposta non può che rasserenarmi.
Anche io non vedo l'ora di andare da lei e più passano i minuti, più questa sensazione si fa incontenibile.

"Ti giuro che appena diventerai mia moglie farò in modo che tu non possa camminare almeno per tre giorni" le scrivo.

"Cristo Eva! Non puoi scrivermi certe cose adesso, mi fai morire prima che possa dire il fatidico 'SI'."

Leggo la sua risposta e non posso fare a meno di ridere.

"Appena sarai tra le mie braccia, ti porterò nella nostra camera da letto, ti sbottonerò la zip del vestito e lentamente te lo farò scivolare giù per le gambe. Poi inizierò a baciarti tutto il corpo, partendo dalle tue meravigliose labbra, scendendo sul collo, sui tuoi capezzoli, sull'ombelico, fino ad arrivare alle tue cosce. Ti farò soffrire prima di darti ciò che tanto desideri in questo momento" scrivo questo messaggio pensando alla sua faccia quando lo leggerà e inizio a ridere immaginando tutte le maledizioni che mi lancerà.

"Basta, io me ne vado! Non puoi farmi questo, non ora!" Mi risponde con una faccina imbronciata.

"Ti amo" mi limito a scriverle.

E dopo poco mi risponde:

"Ti amo anch'io, non sai quanto"

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