Capitolo trentuno

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È passata una settimana da quando siamo tornate dal viaggio e siamo più disorganizzate che mai.
Il matrimonio sarà all'incirca tra tre settimane e noi dobbiamo ancora fare tutto. Dopo vari ripensamenti alla fine abbiamo deciso di invitare entrambe le nostre famiglie nella nostra villetta anche se al momento loro credono che siamo due semplici coinquiline. Non sarà per niente facile condividere con i miei tutta questa faccenda, però so che nel peggiore dei casi sposerò comunque l'amore della mia vita anche senza l'approvazione della mia famiglia e non mi sembra poi così male come ipotesi peggiore.
Eva invece è leggermente più tranquilla di me, forse una dote che si acquista con l'età e l'esperienza oppure sa solo fingere molto bene.

"Amore dove sono le federe dei cuscini?" mi chiede Eva dalla stanza degli ospiti.

"Credo nel nostro armadio" le rispondo continuando a preparare la cena per stasera.

Eva si sta occupando di sistemare le camere in cui dormiranno i nostri genitori, mentre a me è toccato preparare la cena.

"Dovrebbe essere tutto pronto di sopra" mi comunica Eva dirigendosi verso di me.

"Anche qui è quasi tutto pronto" affermo io finendo di preparare il pollo con le patate.

Eva mi cinge i fianchi da dietro e inizia a baciarmi il collo. Inutile dire che ogni volta che mi sfiora è come se fosse la prima. Ha sempre lo stesso effetto su di me e penso che lo avrà per sempre.
Le sue mani iniziano a vagare sulla mia pancia alzando la mia maglietta ed accarezzandomi il ventre nudo.

"Eva i nostri genitori potrebbero arrivare da un momento all'altro, per quanto lo voglia anch'io, non mi sembra il caso di farlo proprio in questo momento" cerco di dirle tra un sospiro e l'altro.

"Marina potrebbe essere l'ultimo momento di pace prima che si scateni una guerra, perché non godercelo nel migliore dei modi?" mi chiede Eva con l'espressione di chi conosce già la risposta a questa domanda.

Non aspetta nemmeno una mia risposta che subito mi tira giù i pantaloni e con essi gli slip. Mi prende in braccio e mi fa accomodare sul tavolo della cucina. La sua bocca si poggia immediatamente sulla mia e la sua lingua entra prepotentemente nella mia bocca assaporandone ogni angolo. Intanto le sue mani vagano sui miei seni mentre io inizio a muovere il bacino contro la sua gamba. Mentre continuiamo a baciarci, riesco a sbottonarle i pantaloni in modo tale da permetterle di sfilarseli. Pochi minuti dopo siamo entrambe nude ed Eva è sopra di me. Stiamo facendo sesso sul tavolo dove tra poche ore dovremo cenare in compagnia delle nostre famiglie e questo pensiero mi fa scoppiare a ridere.

"Perché stai ridendo?" mi chiede Eva non capendo la mia reazione.

"Nulla, è solo che stiamo facendo sesso sul tavolo su cui dobbiamo cenare con le nostre famiglie e penso che questa scena mi verrà in mente più volte durante il corso di questa serata" le confido continuando a ridere.

"Devo ammettere che adesso che me lo hai fatto notare, penso che verrà in mentre spesso anche a me" mi risponde Eva iniziando a ridere insieme a me.

Mentre continuiamo a scherzare su questa cosa, Eva inizia a muoversi lentamente su di me e contemporaneamente mi bacia il collo e mi morde l'orecchio. L'eccitazione è ormai alle stelle e infatti Eva inizia a muoversi sempre più velocemente lasciando di tanto in tanto dei baci sulla mia bocca. Dopo pochi minuti veniamo entrambe e Eva si accascia su di me. Proprio in quel momento sentiamo il campanello suonare e subito entriamo nel panico. Siamo nude, stese sul tavolo della cucina e qualcuno sta bussando alla mostra porta. Iniziamo a rivestirci e mentre io pulisco il tavolo, Eva va ad aprire la porta. Devono essere i suoi genitori perché non mi sembra di conoscere le loro voci.
Sento Eva che gli dice di accomodarsi in sala e qualche secondo dopo scorgo due figure alte e slanciate venire verso di me. Non sono mai stata brava nel relazionarmi con altre persone, soprattutto se sono più grandi di me, ma sento di dove fare uno sforzo per Eva, lei merita questo ed altro.

"Buonasera" mi affetto a dire sorridendo alle due figure di fronte a me stringendo loro la mano.

"Salve, tu devi essere Marina" mi chiede il padre di Eva.

"Si, sono io" affermo sorridendo leggermente.

"È un piacere fare la tua conoscenza, Eva ci ha parlato così tanto di te" mi confida l'uomo di fronte a me.

La mamma di Eva invece è più riservata ed evita di pormi qualsiasi tipo di domanda.
Decidiamo di accomodarci in sala e tra una chiacchiera e l'altra bussano di nuovo alla porta.
Decido di andare ad aprire io perché devono essere sicuramente i miei genitori ed infatti appena apro la porta me li ritrovo entrambi davanti.
Ancora prima di entrare iniziano ad abbracciarmi e a chiedermi come sto, in effetti è da molto che non ci vediamo e se non fosse per il fatto che è estate e che mi sono diplomata, non avrebbero mai affrontato questo lungo viaggio per venirmi a trovare, piuttosto sarei andata io da loro.
Con Eva abbiamo deciso di dire ad entrambe le nostre famiglie che le volevamo con noi perché avremmo organizzato una festa in mio onore e che così entrambe le famiglie avrebbero conosciuto la rispettiva coinquilina dell'altra. Abbiamo deciso di comune accordo di omettere alcuni particolari come il fatto che facciamo sesso o che stiamo per sposarci e avere un figlio perché non sarebbe stato giusto dirglielo al telefono e poi volevano affrontare la situazione con tutta la famiglia al completo.
Aiuto i miei genitori a portare dentro le valigie e li scorto in sala dove gli presento Eva e i suoi genitori. Nel frattempo Eva mi aiuta a portare dei calici di vino alle nostre famiglie e poi mentre loro iniziano a conoscersi, noi iniziamo a preparare la tavola e le portare da servire.

"Spero che andrà tutto bene e che la serata si concluderà senza bicchieri rotti, urla e scenate isteriche" dico ad Eva che è accanto a me in cucina.

"Stai tranquilla, in un caso o nell'altro tu diventerai mia moglie, su questo non ci sono dubbi" mi risponde Eva sorridendo.

Solo lei è in grado di farmi calmare solo con delle semplici parole.

Poco dopo serviamo la cena in tavola e quando tutti hanno preso posto, ci sediamo anche io ed Eva.
Iniziamo a mangiare e la serata sembra trascorrere nel migliore dei modi. Prima di portare in tavola il dolce però arriva il momento tanto atteso, io ed Eva ci alziamo e invitiamo tutti a riempire i calici perché dobbiamo brindare ad una cosa importante.

"Vi abbiamo voluti qui tutti insieme perché c'è una cosa che dovete sapere" inizia a parlare Eva ed ogni tanto mi lancia qualche occhiata per vedere se sto bene.

"Io e Marina non siamo delle semplici coinquiline, in realtà Maria è la mia fidanzata e le ho chiesto di sposarmi" continua Eva senza interrompere il suo discorso, forse perché sa che se solo smettesse di parlare, si scatenerebbe il putiferio.

"Vi abbiamo voluti qui non per festeggiare il suo diploma" dice indicando me "ma perché vi volevamo rendere partecipi del nostro amore" afferma Eva concludendo il discorso e prendendomi la mano.

Quello che seguì dopo non se lo sarebbe immagina nessuna di noi due.

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