Capitolo diciotto

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Ma con tutta la gente che c'è in questo mondo, stasera dovevo incontrare proprio la mia professoressa!? Quando una persona è fortunata... Penso tra me e me. Eva nota subito il mio cambio d'umore e cerca di consolarmi:"amore non ti preoccupare, non ha visto niente e poi ormai non è più la tua professoressa, no? Non farà parte nemmeno della commissione d'esame perciò devi stare tranquilla". Le sue parole riescono a farmi sentire meglio anche se continuo ad essere un po' titubante. Questa sarebbe dovuta essere la nostra serata, solo io e lei, lontano dal resto del mondo e invece adesso devo stare anche attenta a quello che faccio. "Amore hai ragione, non è più la mia insegnante però potrebbe comunque parlarne con gli altri professori..." le rispondo cercando di spiegarle come mi sento. "Per caso ti vergogni di noi?" Mi chiede Eva sulla difensiva. "No! Assolutamente no. Non mi vergognerò mai di quello che sono né di te soprattutto, perché sei fantastica. È solo che non mi piace rendere pubblica la mia vita privata anche perché diventerei subito il centro dell'attenzione e sai quanto odio esserlo". Le rispondo tutto d'un fiato. Eva sembra essere rincuorata dalle mie parole, infatti noto che i suoi occhi sono tornati a brillare. Continuiamo a parlare del più e del meno cercando di mettere da parte le nostre preoccupazioni e intanto gustiamo la nostra cena. Dopo un paio d'ore finiamo di mangiare e mentre Eva insiste per andare a pagare, io mi dirigo verso il tavolo della mia professoressa per salutarla. "Prof scusi il disturbo, vorrei salutarla. Noi stiamo andando via perché si è fatto tardi e domani mi aspetta una lunga giornata di studio intenso." le dico cercando di evitare l'argomento "Eva". "Oh si, certo, non preoccuparti. Ma dov'è la tua amica? Mi farebbe piacere salutarla" mi risponde la prof. "È andata a pagare, torna subito" le dico leggermente spiazzata. Qualche minuto dopo vedo Eva tornare e avvicinarsi a noi. "Eva la mia professoressa ci teneva a salutarti" la informo sorridendo. "Ma certo, è stato un piacere signora" dice lei porgendole la mano. La mia professoressa gliela stringe ma non sembra volerci lasciar andare, infatti ci chiede:"scusate la curiosità ma come mai vi conoscete?" Bella domanda! Decido ci prendere io la parola e le spiego che ci siamo incontrate quando Silvia si è fatta male e così siamo diventate amiche. Lei sembra convinta dalla spiegazione e così ci lascia andare. Sono felice di essere uscita da quella situazione di merda. Alla fine decidiamo di andare a fare una passeggiata in spiaggia per tranquillizzarci un po' e finalmente riesco a godermi la compagnia della mia ragazza. Odio non poter gridare al mondo che la amo e che lei è solo mia, ma non è il momento giusto. Io ed Eva abbiamo deciso che è meglio aspettare che io faccia la maturità prima di uscire allo scoperto. Anche se siamo entrambe maggiorenni, qualcuno potrebbe non vedere di buon occhio la nostra relazione, soprattutto per la differenza d'età, e renderci la vita un inferno. "Eva volevo ringraziarti per la fantastica serata. È stato tutto perfetto" le dico guardandola negli occhi. "Mi dispiace per il piccolo inconveniente, spero non ti abbia rovinato l'umore" mi risponde lei abbastanza dispiaciuta. "No tesoro, non mi ha rovinato nulla, anzi sei stata fantastica anche in quello, l'hai gestito benissimo mentre io sono andata nel panico. Ti giuro che non sapevo più cosa fare o dire in quel momento" le spiego ridendo. "Ti capisco, alla tua età anche io avevo paura ma poi ho capito che la mia felicità non dipende dal giudizio degli altri, ma solo da me" mi dice sorridendo. "La cosa positiva è che tra due settimane sarò ufficialmente diplomata e non avremo più bisogno di nasconderci" affermo baciandola. Non so se è il mare o il bacio ma inizio a sentire caldo. Ormai è mezzanotte passata e Eva mi riaccompagna a casa. Manca meno di una settimana alla prima prova e devo mettercela tutta prima di godermi la libertà. Ci salutiamo con un lungo bacio e poi mi dirigo in casa. Tutto quello che è successo stasera mi ha distrutta più di quanto non lo fossi già. Ho solo bisogno di dormire e di riposare la mente. Dopo essermi struccata e messa il pigiama, mi infilo nel letto e cado in un sonno profondo. Dopo non so quante ore, mi sveglio di soprassalto sentendo il cellulare suonare. È Eva. "Buongiorno amore, come va?" Mi chiede con tono apprensivo. "Meglio, ma che ore sono?" le chiedo non riuscendo ancora ad orientarmi. "Sono le dieci, perché?" mi dice lei. Oh mio dio! "Amore è tardissimo, ieri sera ero talmente stanca che ho dimenticato di mettere la sveglia e stamattina non mi sono svegliata!" esclamo in preda al panico totale. "Marina calmati! Non è tardi e poi avevi bisogno di riposare un po', stai studiando troppo e così rischi solo un esaurimento nervoso" mi ammonisce lei dall'altro lato del telefono. "Okay okay, sono calma. Adesso però devo andare sennò veramente non combino più nulla" le dico salutandola. Scendo dal letto e vado giù. I miei libri sono lì ad attendermi anche se l'unica cosa che vorrei in questo momento è essere al mare con Eva a divertirci. Mi consola l'idea che tra poco questo sogno si avvererà, però al momento sono bloccata qui. Durante il corso della giornata, Silvia mi informa che quelli della nostra classe stanno organizzando una serata a tema per la notte prima degli esami e mi chiede se ci sarò ma io le rispondo che le farò sapere perché al momento non ne ho idea. Vorrei parlarne prima con Eva, per chiederle se vuole venire con me. Così decido ci chiamarla per informarla di questo evento e con mia grande sorpresa mi dice che non vede l'ora di accompagnarmi.

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