Capitolo ventisette

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Sono passate due settimane da quando ho chiesto ad Eva di sposarmi e da allora non abbiamo fatto altro che immaginare come sarà il nostro matrimonio. Devo dire che non ho mai visto Eva così felice e questo non può che riempirmi il cuore di gioia. È il modo più bello che esista per dimostrarmi quanto mi ami e io non posso fare altro che esserle grata per tutto questo. Non avrei mai immaginato di trovare anch'io quell'amore folle di cui parlano nei film, ma alla fine è successo e anche nel modo più improbabile che esiste.

"Eva sei pronta? Abbiamo l'aereo tra quaranta minuti!" esclamo nella speranza che mi senta.

"Si amore, arrivo" mi risponde subito dopo.

In queste due settimane sono cambiate tantissime cose. Innanzitutto abbiamo deciso di andare a vivere insieme, ma non è stato così semplice come mi aspettavo, perché io non volevo lasciare la mia casa, ci sono affezionata ovviamente, però indubbiamente la casa di Eva era molto più grande e saremmo state meglio. Alla fine abbiamo optato per casa sua ma abbiamo anche deciso di non vedere casa mia ma di affittarla. In tutto questo abbiamo anche preso un cane e due gatti, perché io amo gli animali ed Eva non è da meno. Adesso anche noi abbiamo la nostra piccola famiglia.

"Eva se non ti muovi ti vengo a prendere con la forza!" Urlo di nuovo.

"Eccomi eccomi, sto scendendo" mi dice mentre la vedo compartire sulle scale.

La casa di Eva è decisamente enorme per due persone. Ci sono quattro camere da letto, due bagni, un open space con salone e cucina, un caminetto e un giardino sul retro. È la tipica villetta di periferia in cui tutti amerebbero vivere.

Finalmente dopo tre quarti d'ora siamo pronte per dirigerci verso l'aeroporto. Dopo la fine degli esami, Eva mi ha proposto di fare il nostro primo viaggio insieme e ovviamente io non ci ho pensato due volte ad accettare. È la prima volta che facciamo una cosa insieme come coppia ufficiale e sarà sicuramente indimenticabile.

Dopo circa quindici minuti arriviamo all'aeroporto e di corsa ci incamminiamo dove si imbarcano i bagagli. Giusto un minuto più tardi e avremmo perso il volo.

"Eva la prossima volta inizia a prepararti dal giorno prima, lo sai che mi fai venire l'ansia quando dobbiamo fare le cose tutte all'ultimo minuto!" ci tengo a precisare una volta che abbiamo preso posto sull'aereo.

"Amore stavo sistemando alcune cose per il lavoro, lo sai che non è così semplice per un medico partire e lasciarsi tutto alle spalle. Ho delle responsabilità io" mi risponde sistemandosi affianco a me.

"Ma se sei in ferie non dovrebbe esserci qualcuno che ti sostituisce?" le chiedo con un tono che sottintende l'ovvietà della mia domanda.

"Non quando ci sono delle emergenze purtroppo" afferma lei di rimando.

Mi limito a sbuffare e mi giro verso il finestrino.

Poco dopo però sento Eva che mi prende la mano e mi volto verso di lei.

"Amore è stata la nostra prima litigata da future mogli" mi fa notare lei e non riesco a non ridere.

"Hai ragione" le dico e mi perdo nei suoi occhi.

Ogni volta che la guardo, me ne innamoro come se fosse per la prima volta. È stata in grado di cambiare la mia vita del giro di qualche mese ed è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.

Eva si avvicina verso di me e mi bacia dolcemente sulle labbra sussurrandomi un tenero 'ti amo'.

Sorrido spontaneamente e le rispondo che la amo anche io, più di qualsiasi altra cosa al mondo.

Intanto l'aereo inizia a muoversi sulla pista e la voce del comandate ci avverte di allacciare le cinture. Ho sempre avuto paura di volare, però con Eva al mio fianco sento di poterlo affrontare. Tra tre ore dovremmo atterrare a Mykonos e sinceramente non vedo l'ora, sia perché voglio scendere da questo aereo sia perché voglio godermi un po' di meritato riposo insieme alla mia futura moglie. Sorrido inevitabilmente al suono di quelle tre parole nella mia testa, non riesco ancora a realizzare che un essere speciale come lei stia per diventare mia moglie. Mentre sono immersa nei miei pensieri, Eva intreccia la sua mano nella mia e mi sorride per poi chiedermi:

"Sei emozionata?"

"Moltissimo" le rispondo io.

"Tu?" domando di rimando.

"Più che emozionata sono felice, perché questo è tutto quello che ho sempre desiderato nella mia vita. Sai, non mi è mai importato più di tanto della carriera, dei soldi o della fama, mi sono sempre piaciute le cose semplici, come avere una famiglia, una moglie, dei figli..." afferma pensierosa.

Dei figli, ho sentito bene?

"Vorresti avere dei figli?" le chiedo impulsivamente.

"Si, cioè non lo so, perché tu non vuoi?" mi chiede guardandomi negli occhi e attendendo una mia risposta.

Sinceramente non so cosa risponderle, non ho mai pensato nemmeno seriamente di sposarmi e ora mi ritrovo a dover affrontare il tema 'figli'. Non sto dicendo che non voglio averne, per carità, io amo i bambini, però sono giovane e non credo di essere ancora pronta per fare la mamma.

"Si, certo che voglio avere dei figli, ma magari non adesso..." le rispondo in sospeso la frase.

Siccome Eva non smette di fissarmi continuo:

"Eva non fraintendermi, costruire una famiglia con te è una delle cose che desidero di più in assoluto, ma credo di essere ancora troppo giovane per diventare mamma" le dico cercando comprensione nei suoi occhi.

"Marina non ti preoccupare, ho capito, aspetteremo" mi risponde Eva per poi iniziare a leggere una rivista.

Bene, due discussioni in nemmeno dieci minuti. La vacanza non poteva cominciare meglio!

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