Capitolo sette

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Arrivo alla macchina senza sapere come. Mi sembra di essere in una bolla, tutto intorno a me non ha più senso. Non riesco ancora a realizzare di aver baciato Eva; quella donna mi sta scombussolando la vita e io sono felice che lo stia facendo. Entro in macchina e guido verso casa continuando a pensare alle sue labbra sulle mie, al suo corpo contro il mio, al suo respiro caldo sulla mia pelle. Quando arrivo a casa sono ormai le tre del pomeriggio ma decido comunque di mangiare qualcosa prima di mettermi a studiare. Purtroppo la maturità è sempre più vicina e ho tantissime materie da recuperare, oltre alle innumerevoli interrogazioni da fare e una tesina da scrivere. Riesco a studiare ininterrottamente per circa tre ore, cercando di distrarmi il meno possibile. Quando guardo l'orologio mi accorgo che sono le 19:00. Tra un'ora Eva verrà a prendermi e io non ho ancora fatto nulla! Corro al piano di sopra e mi infilo sotto la doccia; con i capelli ancora bagnati vado a scegliere cosa indossare. Mi viene subito in mente la raccomandazione di Eva di vestirmi comoda perciò decido di seguire il suo consiglio e scelgo un jeans stretto e una maglia a maniche corte che lascia l'ombelico scoperto. Dopo essermi vestita, corro di nuovo in bagno per asciugare i capelli ma proprio in quel momento il mio cellulare inizia a squillare. Leggo il nome sullo schermo: "Eva". Cazzo! "Pronto" dico rispondendo al telefono. "Ehi, sei pronta?" Mi chiede. "Due minuti e scendo, sto finendo di asciugare i capelli" le rispondo mortificata. "Lo sai che so benissimo che quando una donna dice "due minuti e scendo" significa che ci metterà minimo un'altra mezz'ora, vero?" Mi chiede ridendo. "Mia cara, purtroppo questo è uno degli svantaggi di uscire con una donna" aggiunge sempre ridendo. "Colpita e affondata" le rispondo ridendo anche io. "Comunque se ti va puoi salire da me mentre finisco di prepararmi" le dico. "Non preoccuparti, ti aspetto in macchina" mi risponde lei. "Insisto, ti prego sali" le dico con voce implorante. "Perché non riesco mai a dirti di no?" Mi chiede. "È la stessa cosa anche per me dottoressa" le rispondo chiudendo la chiamata. Con i capelli ancora mezzi bagnati scendo giù ad aprire la porta. Quella che mi ritrovo davanti non è Eva ma una visione celestiale. È bellissima nella sua semplicità. Indossa anche lei un jeans molto stretto che mette in risalto tutte le sue forme perfette e una camicetta bianca semi trasparente che lascia intravedere il reggiseno di pizzo bianco. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso e ritorno in me solo dopo che la sento chiedermi:"Ti piace quello che vedi?" Penso subito di essermelo immaginato e infatti le chiedo a mia volta:"Come scusa?" "Chiedevo se ti piace quello che vedi, dato che continui a fissarmi con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati senza dire una parola" mi dice lei ridendo appena. Deglutisco, stranamente ho la salivazione azzerata e sto iniziando a sudare freddo. "No, cioè si, mi piace quello che vedo, oh se mi piace! Nel senso che... Cioè io..." Cazzo! Ma perché devo fare sempre una figura di merda dietro l'altra!? "Tranquilla, respira." Mi dice lei sorridendo divertita dalla mia incapacità di rispondere anche ad una semplice domanda. "Scusa, quello che volevo dire è che stai benissimo" le dico dopo essermi calmata. "Anche tu stai benissimo anche se dovresti andare ad asciugarti i capelli perché sennò rischi di ammalarti e non mi sembra proprio il caso" mi ammonisce con un tono leggermente autoritario. "Agli ordini, dottoressa" le rispondo ironizzando su quello che mi ha appena detto. Le tendo la mano dicendole:"Andiamo di sopra". Lei la afferra e mi segue su per le scale. Sento la pelle bruciare sotto il suo sguardo. Mi dirigo nel bagno e mentre io asciugo i capelli, lei non fa altro che fissarmi tutto il tempo. Una volta finito di sistemarmi, prendo la borsa, la giacca e scendiamo di nuovo giù. Mentre sto controllando che sia tutto in ordine, la sento dirmi:"la tua casa è davvero bella". "Ti ringrazio" le rispondo e poi le chiedo:"Andiamo?" Lei mi guarda e mi risponde con un semplice "certo" e prendendo la mia mano usciamo di casa insieme.

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