Capitolo ventotto

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"Si prega i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, qui è il comandante che vi parla. Stiamo per svolgere le manovre di atterraggio".
Mentre sono appisolata mi sembra di sentire queste parole in lontananza ma non gli dò molto peso, almeno finché non sento qualcuno che mia allaccia la cintura di sicurezza.
Apro lentamente gli occhi e vedo Eva sorridermi dolcemente e poi dirmi:

"Ho preferito non svegliarti vista la tua paura per gli aerei".

"Grazie" mi limito a risponderle sorridendo debolmente.

L'aereo inizia a perdere quota e sotto di noi riesco ad intravedere la pista di atterraggio. Il mio stomaco sta facendo le capriole, un po' per la paura, un po' per i vuoti d'aria. Credo di essere sbiancata perché all'improvviso Eva mi prende il viso tra le mani e inizia a controllarmi il battito.

Si, credo proprio che sto per svenire.

"Amore guardami! È tutto okay, ci sono io qui con te" dice Eva cercando di attirare la mia attenzione.

Provo in tutti i modi a rimanere cosciente ma non è facile dominare la paura. Alla fine riesco a farmi forza perché lei è qui con me.
L'aereo finalmente tocca terra e io tiro un bel sospiro di sollievo.
Ho sempre odiato volare, fin da quando sono piccola. Penso che il tutto sia dovuto a quella volta in cui io e la mia famiglia stavamo andando in vacanza in Spagna e durante il volo di andata siamo campitati in una tempesta. L'aereo si muoveva bruscamente e io non riuscivo a smettere di vomitare.
Sto cercando in tutti i modi di superare questa paura ma ovviamente non è facile.
Quando i miei piedi toccano la terra ferma il mio volto si illumina. Eva è dietro di me e dopo essersi assicurata che sto bene, mi prende per mano e andiamo a ritirare le nostre valigie.
Siamo ufficialmente in vacanza, lontane dalla solita routine quotidiana, pronte a goderci un po' di tempo da dedicare solo a noi due.
Recuperiamo i bagagli e andiamo a prendere un taxi perché l'hotel è abbastanza distante dall'aeroporto.
Quando l'auto si ferma, resto senza parole. Per organizzare il viaggio io ed Eva ci eravamo divise i compiti, io avrei pensato ai biglietti aerei e lei all'albergo, ma non mi sarei mai immaginata che avrebbe prenotato in un posto del genere.
Avete presente gli hotel frequentati dai vip? Ecco, questo era di gran lunga superiore.
Solo la hall era tutto un programma.
Luce soffusa, parquet scuro, tappeti pregiati, mobili antichi ma era allo stesso tempo estremamente moderno, con vetrate che offrivano una vista mozzafiato e sale relax.

"Allora, ti piace?" La voce di Eva mi riporta alla realtà.

"Sono senza parole, è bellissimo questo posto!" Esclamo senza riuscire a smettere di sorridere.

"Per la nostra prima vacanza insieme voglio che sia tutto speciale" mi risponde sorridendo.

Senza lasciarmi la mano, Eva mi conduce con se verso la reception. Ad accoglierci c'è una donna bionda, occhi verdi, alta e magra. Indossa l'uniforme dell'albergo e appena ci vede arrivare ci dà il benvenuto. Eva chiede gentilmente alla donna se possiamo avere le chiavi della stanza che ha prenotato a nome suo e la donna, dopo averle detto che prima deve firmare delle carte e consegnare i documenti, inizia ad intrattenere una conversazione con lei e io ho come l'impressione che stia flirtando con la mia futura moglie, perché non smette un attimo di ridere e poi si vede che la sta mangiando con gli occhi.
Non sapevo di essere tanto gelosa fino a questo momento.
Mi rivolgo spazientita verso Eva e le dico:

"Amore possiamo andare? Sai, non vedo l'ora di poterti ringraziare per questa magnifica sorpresa."

Eva guarda prima me e poi rivolgendosi verso la receptionist le dice:

"Possiamo avere le nostre chiavi per favore?"

Non posso evitare di fissare la faccia della donna che imbarazzata porge le chiavi ad Eva e mi guarda.

"Scusate, non sapevo foste fidanzate." Ci dice arrossendo.

"In realtà a breve ci sposeremo" preciso io intromettendomi nella conversazione.

"Oh allora auguri" afferma sorridendo.

Le rivolgo un sorriso e dopo aver baciato Eva, ci incamminiamo verso l'ascensore.

"Marina va tutto bene?" Mi chiede Eva mentre stiamo salendo al quinto piano.

"Si certo, perché me lo chiedi?" Le rispondo io.

"Non lo so, prima ti sei comportata in modo strano, non sarai mica gelosa?" Mi chiede ridendo.

"Chi io? Ahahahah ma assolutamente no, è solo che mi ero stancata di aspettare che quella donna facesse i comodi suoi" affermo poco convinta.

Eva si volta verso di me e avvicinando le sue labbra alle mie sussurra:

"Ti posso assicurare che non c'è nulla di cui essere gelosa. Tu sarai mia moglie e sei l'unica persona che ho amato, amo e amerò sempre. Voglio che tu lo sappia e che non lo dimentichi mai. Hai capito?"

Detto ciò riduce la distanza che c'è tra le nostre labbra fino a farle unire completamente.
Ci baciamo finché le porte dell'ascensore non si aprono e capiamo di essere arrivate.
La nostra stanza è la 1054 e si trova alla fine del corridoio.
Appena Eva apre la porta, una leggera brezza marina mi accarezza la pelle. La stanza è molto luminosa, con un balcone enorme che affaccia sulla spiaggia.
C'è un letto matrimoniale da un lato mentre dall'altro un soppalco rialzato con una vasca idromassaggio.
Mi sembra di essere in un sogno. Tutto questo è semplicemente fantastico.

"Che ne dici? Questa stanza è di suo gradimento mia principessa?" Mi chiede Eva ridendo.

"È fantastica!" Esclamo e le salto in braccio.

La bacio con talmente tanta passione che mi butta sul letto e inizia a spogliarmi.
Inizio a gemere quando sento le sue mani vagare sulla mia pelle ricoprendo ogni centimetro. Mi accarezza le cosce più volte fermandosi sempre vicino il bordo degli slip senza mai oltrepassarlo.
È una lenta tortura che ripete all'infinito finché non la prego di darmi di più.

"Dimmi cosa vuoi che faccia" mi dice guardandomi negli occhi e intravedo un luccichio perverso nei suoi.

"Ti voglio dentro di me" affermo.

"Ogni suo desiderio è un ordine" si limita a rispondermi e subito dopo mi penetra con due dita.

Urlo dal piacere. Eva si muove lentamente dentro di me, poi più veloce, dopo di nuovo lentamente. Si sta divertendo a torturarmi.
All'improvviso si abbassa tra le mie gambe e senza interrompere il contatto visivo, inizia a leccare il centro del mio piacere e contemporaneamente mi penetra con le dita.
Sono in estasi, continuo a genere e a spingere la sua testa sempre di più tra le mie gambe. Quando si accorge che sto per venire, si ferma e si alza dal letto.

"Cosa stai facendo?" Le chiedo esterrefatta.

"Voglio venire insieme a te, voglio che raggiungiamo l'orgasmo insieme, perché è il modo più bello attraverso cui due persone posso fondersi insieme e diventare una sola. È questo quello che sto facendo" mi risponde lasciandomi a bocca aperta.
Intanto Eva si spoglia completamente restando nuda come me.
Il suo corpo mi fa girare la testa. Ha dei lineamenti così perfetti da non sembrare reale.
Si avvicina al letto con passo sensuale e si siede a cavalcioni su di me. Gemo leggermente quando la sua intimità entra a contatto con mia. Inizia a muoversi con movimenti lenti e circolari su di me, continua per un po' finché entrambe non ce la facciamo più e così aumenta l'andamento. Si muove sempre più velocemente e dopo qualche secondo urliamo all'unisono dopo aver raggiunto l'orgasmo. Eva si stende su di me e io le accarezzo la schiena. Stiamo così per qualche minuto, poi convinta le dico:

"Facciamo un bambino".

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