Capitolo diciannove

8.3K 263 6
                                    

Ed eccola qui la mia notte prima degli esami. Sembrava così lontana ed irraggiungibile e invece ci siamo. Dopo anni passati a vivere dall'esterno l'arrivo della maturità degli altri, adesso tocca a me. Sinceramente non so se essere emozionata o avere paura per quello che comincerà domani, ma una cosa è certa: dopo questi quattro giorni potrò iniziare a godermi l'estate! Sono le sette di sera e Eva dovrebbe arrivare a momenti. Quelli della classe hanno organizzato una festa in piscina e sicuramente ci sarà alcool a non finire. Non credo sia molto saggio ubriacarsi la notte prima dell'inizio della maturità ma per me possono fare quello che vogliono; io non ho bisogno dell'alcool per essere felice perché ho lei. Finalmente sento il clacson della sua auto e mi fiondo fuori. Sono quattro giorni che non ci vediamo e ho una voglia terribile di baciarla! Salgo in macchina e non le dò nemmeno il tempo di dire una parola che le salto addosso letteralmente. Ci baciamo per vari minuti, un bacio lento, caldo, carico d'amore. "Vedo che ti sono mancata" ironizza Eva. "Zitta e baciami" le ordino io immediatamente. "Amore per quanto io non voglia altro che strapparti quel vestito di dosso e fare l'amore con te tutta la notte, dobbiamo andare sennò faremo tardi" mi informa Eva. Quelle parole mi eccitano ancora di più; mi metto a cavalcioni su di lei e le abbasso le bretelle del vestito. Inizio a baciarle il collo scendendo sulla spalla. Le mordo il lobo dell'orecchio e poi mi concentro sulle sue labbra. Con la mano le tirò giù la cerniera del vestito in modo tale da poter liberare i suoi seni dalla morsa del vestito. Lo spazio ristretto della macchina rende tutto più difficile ma riesco comunque ad intrufolare la mia mano tra le sue gambe per darle piacere. "Mmh sei così bagnata tesoro" le sussurro in modo sensuale all'orecchio mente con l'indice traccio il contorno della sua intimità. Eva si limita a gemere il che mi fa capire di averla totalmente sotto il mio controllo. Infilo la mia mano nei suoi slip e inizio a massaggiarle il clitoride. Eva mi stringe i capelli e li tira per poi baciarmi mentre io aumento di velocità per farle raggiungere l'orgasmo. Passa qualche secondo prima che esploda in lei il piacere mentre le mie mani vengono invase dai suoi umori. Lecco ogni goccia dalle mie dita per poterla assaporare meglio. Dio solo sa quanto mi fa impazzire questa donna! Eva è sfinita. Ha la testa appoggiata al sedile e gli occhi ancora chiusi. Le lascio un bacio sulle labbra per farle sentire il suo sapore e lei prontamente ricambia facendo intrecciare le nostre lingue che iniziano una danza senza fine. "Adesso tocca a te" mi dice all'improvviso capovolgendo la situazione. Eva mi spinge sul sedile del passeggero e inverte le nostre posizioni. Adesso è lei ad essere seduta a cavalcioni su di me. Con le sue mani cerca di alzarmi il vestito e io l'aiuto nell'impresa alzando leggermente il sedere dal sedile. "Non potevi mettere un vestito un po' più largo?" mi chiede lei ridendo. "Beh no, sennò che gusto c'è?" le rispondo io ammiccando. "Touchè" dice lei. "Ooh quanto mi fai impazzire!" esclamo all'improvviso. "Ti prego, ti voglio!" Eva sembra essere compiaciuta dalle mie parole e inizia a sfilarmi lentamene gli slip. Li fa scivolare sulle mie gambe e intanto mi accarezza piano l'interno coscia. I suoi occhi sono puntati nei miei e sulle sue labbra aleggia una sorriso beffardo. Una mano è sulla mia coscia mentre con l'altra mi accarezza il seno. Io inizio a gemente dal paciere. È da troppo tempo che non facciamo sesso e adesso comincio a sentirne la mancanza. Eva porta entrambe le mani sui miei seni mentre inizia a fare dei movimenti circolare con il bacino in modo tale da far toccare le nostre intimità. Tutto ciò è fottutamente eccitante, penso che potrei venire a momenti anche senza essere toccata. Eva mi bacia con passione, la sua lingua esplora ogni angolo della mia bocca e io faccio altrettanto. Intanto però continua a muoversi su di me ma adesso più velocemente. I miei gemiti vengono soffocati dai suoi baci. Siamo entrambe vicine al piacere, riesco a sentirlo, infatti dopo qualche secondo urliamo entrambe il nome dell'altra, stremate dall'orgasmo. "È stata una notte prima degli esami fantastica" affermo mentre cerco di riprendere fiato. "E pensa che la serata non è ancora iniziata" aggiunge Eva. È passata più di mezz'ora e siamo ovviamente in ritardo. Dopo esserci date una sistemata, mando un messaggio a Silvia assicurandole che stiamo arrivando. Dopo circa venti minuti di viaggio, arriviamo a destinazione. Sono già tutti lì, mancavano solo noi. Appena ci vede, Silvia ci corre in contro. "Marina ma dove cazzo eri finita!? È quasi un'ora che vi aspettiamo!" Esclama infuriata. Io guardo Eva che mi sorride e non riesco a fare a meno di sorriderle anch'io. Silvia sembra cogliere i nostri sguardi e capisce subito il motivo del nostro ritardo, infatti aggiunge:"oh ho capito, lasciamo perdere. Venite, la festa è appena iniziata." Detto ciò, ci dirigiamo verso la piscina dove c'è gran parte dei ragazzi. Appena vedono Eva, alcuni rimangono a bocca aperta come dei cretini, mentre altri fischiano e urlano complimenti da tutti i lati. Sento la gelosia crescere in me ma faccio dei respiri profondi per evitare di fare scenate già adesso. Mi limito a prendere la mano di Eva e ad intrecciare le nostre dita, giusto per fargli capire che lei è mia e basta. Eva sorride del mio gesto e avvicinandosi al mio orecchio dice ridendo:"tesoro amo la tua gelosia, ma non hai motivo di esserlo. A volte dimentichi che sono lesbica". "Amore lo so che grazie a dio sei lesbica, ma mi dà comunque fastidio che quegli imbecilli si comportano così nei tuoi confronti" le rispondo. Noto però che le sue parole mi hanno tranquillizzata. Intanto trascino Eva verso il tavolo degli alcolici. "Sai che non è una saggia scelta ubriacarsi la notte prima della maturità?" Mi chiede lei. "Certo che lo so, infatti non voglio ubriacarmi ma solo bere quanto basta per godermi la serata senza ansie né preoccupazioni" la rassicuro io. Lei sembra essere d'accordo infatti prende un bicchiere e mi versa della vodka. "Tu non prendi da bere?" Le chiedo. "No, devo guidare al ritorno e poi domani mattina ho il turno in ospedale, che figura ci farei se mi presentassi con i postumi di una sbronza?" Mi risponde ridendo. Annuisco ridendo a mia volta e giungo:"allora prendi solo un sorso di vodka dal mio bicchiere." Lei mi fissa come una mamma farebbe con una figlia e io insisto:"dai! Un sorso di vodka non ti farà niente." Sembra essersi convinta infatti mi toglie il bicchiere dalle mani e beve un po'. "Contenta?" Mi chiede ironica. "Si cucciola" le rispondo dandole un bacio. Ha ancora il sapore della vodka sulle labbra perciò ne lecco il contorno con la lingua. All'improvviso sento un applauso provenire da poco lontano, mi giro e trovo il gruppo dei ragazzi a fissarci sorridenti. Mio dio che nervi! Prendo la mano di Eva e andiamo a sederci su un salottino sotto un gazebo. Dopo nemmeno due secondi, alcuni dei ragazzi ci raggiungono e si siedono con noi. Ma un po' di pace in questo mondo si può avere!?

Passion Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora