Capitolo trenta

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La serata non poteva andare meglio di così. Io ed Eva abbiamo parlato molto del nostro futuro bambino, del matrimonio ma soprattutto ci siamo divertite a fantasticare su come saremo noi tra 40 o 50 anni e se saremo così fortunate da avere dei nipotini.

Dopo aver fatto un breve giro sulla spiaggia, siamo ritornate in hotel perché entrambe eravamo stremate.

Deve essere ancora presto perché il sole sta appena sorgendo e Eva dorme beatamente al mio fianco. Visto che non ho più sonno, decido di fare una doccia veloce e di andare a fare un giro in spiaggia prima che si riempia di turisti. A volte sento la necessità di isolarmi dal mondo per poter stare un po' da sola con me stessa a riflettere sulla mia vita e soprattutto sulle mie scelte.
Questo è esattamente uno di quei momenti.
Ho bisogno di riflettere un attimo su quello che sta per succedere tra pochi giorni, ma non perché io abbia dei dubbi su quello che provo per Eva o sul nostro intento di sposarci, semplicemente perché dopo questa vacanza la mia vita cambierà radicalmente. Chissà se avrò del tempo per poter andare all'università oppure mi toccherà stare a casa con nostro figlio mentre Eva lavorerà in ospedale, anche perché una delle due deve pur lavorare per poter mandare avanti tutta la famiglia e ovviamente l'unica che al momento ha un lavoro sicuro è Eva.
Da una parte sento di non voler rinunciare a nulla ma al tempo stesso so di non poter avere tutto.

Voglio essere una donna di successo oppure avere una famiglia con la donna che amo?

Sinceramente so di volere entrambe le cose, ma se proprio devo scegliere, sceglierò sempre e solo Eva, l'amore della mia vita.
Non riesco a fare a meno di pensare però a cosa ne sarà di me se tutto questo un giorno dovesse finire. Eva avrà sempre il suo lavoro, ma cosa farò io con un semplice diploma?
Mentre sono assorta nei miei pensieri sento il cellulare squillare.

"Pronto" dico rispondendo al cellulare.

"Marina dove sei?" Mi chiede Eva dall'altro lato del telefono.

"Amore scusami, visto che era presto sono andata a fare un giro in spiaggia e ho preferito non svegliarti" le rispondo.

"Amore stai tranquilla è solo che non ti ho trovata al mio fianco e mi sono preoccupata" mi risponde lei.

"Aspettami in camera, cinque minuti e sono da te" mi affretto a dirle.

"Va bene" .

Entro in camera e Eva non è nel letto, ma subito mi accorgo che l'acqua della doccia è aperta e quindi concludo che deve essere per forza lì, perciò mi dirigo direttamente verso il bagno.

"Amore tutto bene?" Mi chiede Eva.

"Si perché?" Le rispondo non capendo la sua domanda.

"Hai gli occhi lucidi, mica hai pianto?" Mi chiede preoccupata.

"No no, deve essere la salsedine" affermo.

Non convinta della mia risposta aggiunge supplicandomi da sotto la doccia:
"Marina se c'è qualcosa che non va, ti prego di dirmelo".

"Eva ti assicuro che non è niente, a volte penso troppo a quello che sarà il futuro dimenticandomi di godermi il presente, solo questo" rispondo convinta, anche perché al momento non mi va di condividere con nessuno i miei pensieri.

"Se lo dici tu" mi dice Eva ancora poco convinta dalle mie parole. Evidentemente nemmeno a lei va di discutere di prima mattina e per questo desiste.

Circa mezz'ora dopo Eva è pronta e decidiamo di andare a prendere una barca che ci porterà su un'isoletta paradisiaca in mezzo al mare.

La giornata passa in fretta tra prendere il sole, fare qualche bagno in quell'acqua cristallina e passeggiate in riva al mare.
Mentre siamo quasi pronte per andar via, però Eva ritorna sulla conversazione di stamattina.

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