capitolo 4: la giornata più strana della nostra vita

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-principessa si svegli, deve andare a scuola- mi disse mia madre ridendo. -nooo!! Tutto ma la scuola nooo!!!- risposi mettendo la testa sotto il cuscino. -dai Sara, Sofia ti aspetta e dopo scuola andate a palazzo con la zia- cercò di convincermi, e non so come ci riuscì. Per la prima volta. Mi alzai, andai a fare colazione e vidi Sofia seduta a tavola che faceva colazione -che ci fai qui?- chiesi sorridendo -mamma è andata a lavoro e mi annoiavo da sola- rispose. Facemmo colazione insieme e poi andammo a scuola.
Ci eravamo messe i vestiti nuovi, anche se non erano abiti da sera erano comunque da principessa.
Fu un vero successone, ci sembrava di stare in un film.
La zia ci portò con la limousine e arrivammo a scuola attirando l'attenzione di tutti.
Scendemmo dalla limousine, tutti si girarono, avevamo i capelli perfetti e profumati ed eravamo ben truccate, attraversammo il cancello e ci avvicinammo ad un paio di nostre amiche: Valentina e Martina. -non ho parole, siete fantastiche....e poi la limousine! Se ci fate caso vedete che sono tutti a bocca aperta!- ci disse Valentina.
Ci girammo senza farlo notare, aveva ragione anche i ragazzi più fighi della scuola ci stavano fissando. -non so voi ma io sono un po a disagio- dissi -oh io invece me la sto proprio godendo! Grazie a te non saremo mai più single!- rispose Sofia -ma che dici!- la rimproverai ridendo. -em.....ma come avete fatto?- ci chiese Valentina. -lunga storia.....- iniziò a dire Sofia. -ci sono bastate un paio di telefonate. Niente di speciale, Vale.- la interruppi io, poi le sussurrai -non possiamo dirlo a nessuno- e lei annuì.
Proprio in quel momento si avvicinarono 2 ragazzi bellissimi -ciao ragazze- ci salutarono -oh ciao ragazzi- salutò Valentina -em....non stavamo parlando con te, comunque ciao- risposero.
Lei ci fece l'occhiolino e se ne andò lasciandoci sole con quei due ragazzi. -allora.....come va?- continuò uno di loro guardandomi, l'altro fissava Sofia. -bene...- risposi. Non avevo paura di loro ma mi sentivo un po a disagio. -ho visto la limousine.....siete per caso diventate ricche?- chiese l'altro.
Ah giusto, non ve li ho presentati: quello che mi fissava si chiama Mirko e l'altro si chiama Fabrizio.
-em...cosa gli rispondo?- mi sussurrò Sofia.
-ci penso io- le risposi. Pensavo di cavarmela meglio.
-mmm....diciamo di sì- gli risposi.
-sono molto più belle di prima, secondo me sono veramente ricche- sussurrò Mirko a Fabrizio e lui annuì.
Noi riuscimmo a sentirli e arrossimmo, però non volevamo farlo notare. Poi si rivolsero di nuovo verso di noi.
Fecero un'altro passo verso di noi e non sapevamo cosa fare, poi suonò la campanella.
-ops, ci dispiace a dopo- risposi con una faccia della serie "abbiamo vinto noi, vi sta bene" poi andammo via e loro dissero -ne riparliamo all'uscita- e noi scappammo via.
-salvate dalla campanella!- mi disse Sofia.
-Sì- risposi con il fiatone.
Pultroppo, però, quei ragazzi stavano in classe con noi. Erano sempre all'ultimo banco che è proprio nella traiettoria verso il nostro. Ci fissarono per tutte e due le prime ore, a ricreazione si avvicinarono ma noi scappammo in bagno.
Ma poi, come dissero loro, ci saremo rincontrati all'uscita.
La campanella suonò e noi uscimmo, prima di oltrepassare il portone dall'edificio salutammo in fretta le altre -Marty, Vale, noi andiamo di fretta oggi. Scusateci, ciao.- e uscimmo.
Prima che i ragazzi ci potessero raggiungere entrammo nella limousine. -parti parti!- urlammo all'autista.
Guardammo fuori dal finestrino, loro ci guardavano andare via con i pugni stretti. -non ho paura di loro, è solo che non mi andava di litigare, ma domani gli meno proprio- dissi a Sofia.
-ma cosa volevano da noi?- mi chiese. -non lo so proprio, in effetti non gli abbiamo neanche dato la possibilità di dircelo....- risposi guardando di nuovo dal finestrino.
-sua zia vi aspetta al palazzo principessa, anche a lei signorina.- ci disse l'autista. -si lo so, grazie.- risposi.
Arrivammo al palazzo che ancora avevamo un po il fiatone
-tutto bene ragazze?- ci chiese la zia -em...diciamo di sì- risposi io. -che facciamo oggi?- chiese Sofia per cambiare discorso. -oggi impariamo qualche regola, capito Sara?- disse. -si si va bene- risposi sbuffando.
Ci diede dei foglietti:

Regole da imparare:
●l'inchino
●il comportamento
●la camminata
●il modo di salutare

-tutte cose inutili!- dissi accartocciando il foglio.
-sarà più divertente di quanto immagini- mi disse la zia.
-non è vero, sono cose stupide che ti avevo detto di non farmi fare. Non voglio essere una principessa di questo tipo! Se vado in TV così non avrò più il coraggio di farmi vedere in giro!- replicai.
La zia sospirò e andò a parlare con un cameriere.
-sarà pure noioso ma sei una principessa- mi disse Sofia.
-aaaaa non ti ci mettere pure te ora! Te le spiego io queste regole in due secondi: l'inchino= piegare le ginocchia e alzare leggermente il vestito (lo feci); il comportamento= sarebbe non saltarellare o cose del genere; la camminata= tipo le modelle, un piede davanti l'altro; il modo di salutare= mettere la mano tipo a conchiglia e muoverla più lentamente (lo feci). Visto?- dissi.
-sono passati esattamente 5 minuti. Però hai ragione, sprecheremo un pomeriggio intero....dobbiamo impedirlo.- mi disse. Poi la zia tornò -forza andiamo, hai molto da imparare.- disse -e invece no!- la interruppe Sofia. -come no?- le chiese -mi ha appena mostrato ogni regola e sa fare tutto perfettamente, non sprechiamo un pomeriggio intero per questo, per favore!- le spiegò. -ok, fammi vedere la regola numero 1: inchino.- disse.
Io lo feci e lei annuì con la testa. -numero 2: comportamento. Fai finta di essere ad un ricevimento.- mi disse.
Io mi comportai normalmente, senza saltare, ridacchiare e cose del genere. Lei annuì di nuovo.
-numero 3: la camminata.- ridisse.
Io camminai come avevo visto fare in TV. E lei annuì di nuovo. Perché non parlava?! -regola numero 4: il modo di salutare.- mi ridisse. Anche questo lo avevo visto in TV, lo rifeci e lei mi disse -avevi ragione, sei già pronta.- poi accartoccio' il foglio e si rivolse verso il cameriere -dite al sig. Rik che le lezioni programmate per oggi non ci servono più.- il cameriere fece un piccolo inchino e se ne andò. -be, visto che non ho nulla da fare andrò a sbrigare le faccende che comunque avrei dovuto fare domani, per avvantaggiarmi.- ci disse la zia -e noi che facciamo?- chiesi
-quello che volete, se vi annoiate potete andare a casa. Ciao- ci rispose e se ne andò. -facciamo una passeggiata al parco?- mi chiese Sofia -ok- risposi e salimmo nella limousine.
Arrivate al parco mi arrivò un SMS da un numero sconosciuto: ciao Sara, sono Mirko. Ci vediamo al parco alle 16:00. Ciao.
Poi ne arrivò uno anche a Sofia, sempre da un numero sconosciuto: ciao Sofia, sono Fabrizio. Ci vediamo al parco alle 16:00. Ciao.
-o no!- esclamammo in coro. Io guardai l'orologio, erano le 15:45.
-abbiamo 5 minuti. Cosa facciamo?- le chiesi. -non ci hanno detto il punto, comtinuamo la passeggiata e facciamo finta di niente.- mi disse -si certo, peccato che stiano alla stessa scuola e alla stessa classe in cui siamo noi!- risposi -abbiamo 3 opzioni: 1) scappiamo ogni volta; 2) cambiamo paese e numero di telefono; 3) li incontriamo.- disse -ok, decido la 3. Cerchiamoli- risposi.
Camminammo per tutto il parco -sono le 16:05!- mi disse.
Poi mi girai e li vidi dietro un albero -eccoli! Che facciamo?? Decidi entro 2 secondi!- dissi a Sofia -una parte di me dice di scappare, l'altra dice di affrontarli- rispose -ok, vediamo che vogliono-risposi avvicinandomi, lei mi seguì da dietro.
-ciao- ci salutarono -che volete?- risposi in modo poco amichevole -hei che succede, ti si è per caso rotta un'unghia?- disse ridendo -senti, fai poco lo spiritoso e dimmi cosa vuoi?- risposi -ok ok, non vorremo farti fare tardi al centro benessere...- iniziò a dire Mirko. Io lo interruppi con un pugno sul naso -che cosa della frase "fai poco lo spiritoso" non ti chiaro?- dissi -ma chi ti credi di essere piccolo moscerino?- rispose avvicinandosi -lultima persona che vedrai- risposi stringendo i pugni. Cercò di darmi un pugno ma mi scanzai dicendo -liscio!- lui allora mi prese il braccio e mi tirò. Lì non ci ho visto più. Gli diedi un calcio sui gioielli di famiglia e lui si piegò a terra e noi scappammo. Ci allontanammo il più possibile e ci fermammo a riposare su una panchina.
-scusa ma dove hai imparato a picchiare?- mi chiese -non lo so- risposi ridendo. Poi li vidi dietro un albero -o cavolo, andiamo- dissi a Sofia, lei guardò e disse -si è vero- e scappammo via.
Il parco era enorme ma la limousine ci aspettava della parte opposta a quella in cui stavamo andando. -ho un piano: io li intrattengo tu vai verso la limousine e poi ti raggiungo- disse a Sofia -sei sicura?- mi chiese preoccupata -si tranquilla, ora vai- risposi e corsi verso di loro. Ci fermammo faccia a faccia mentre lei scappava. -anckra non mi hai detto cosa vuoi- dissi -be, in effetti non volevo nulla, è solo che non mi è piaciuto il tuo tono questa mattina.- rispose -tutto qua?- chiesi -be non proprio, ora te la devo far pagare- rispose e cercò di darmi un pugno, io però mi scanzai e gli diedi un calcio sulla caviglia, lui si piegò a tera e disse -non finisce qui!- e io scappai. Raggiunsi Sofia nella limousine e tornammo a casa, eravamo così stanche che ci addormentammo sul divano prima di cena.
-come mai sono così stanche?- chiese mia madre -bho- rispose la madre di Sofia -non lo so proprio- disse mia zia.

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