capitolo 31: viaggio per addestramento e una nuova missione.

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Il mattino seguente ci svegliammo tutti alle dieci. Eravamo molto più riposati del solito.
Ci preparammo e subito dopo colazione arrivò la zia con una faccia che era un misto di preoccupazione, felicità e tristezza.
Non prevedeva nulla di buono.
-zia che succede?- chiesi per rompere il ghiaccio
-em....ho una notizia che non so se ti piacerà.....- rispose
-be, non lo sapremo mai se non la dici- dissi cercando di sdrammatizzare un po la questione, c'era una forte tensione in quella casa
-ok, ieri hai portato a termine una missione molto pericolosa e difficile. Questo ti rende una brava spia.....- iniziò
-sento che sta per arrivare un "ma"- dissi
-...ma resta il fatto che sei ancora inesperta- concluse
-ah......e quindi??- chiesi
-quindi c'è solo una cosa che devi fare. Una cosa che tutte le spie hanno fatto. Una cosa importantissima che.....- rispose
-zia, cosa??- chiesi impaziente
-un addestramento speciale per agenti segreti- rispose.
Madonna, ci ha messo un quarto d'ora per dirmi sta cosa!
Em....ma la notizia non ti turbava affatto?
No, o almeno, non subito.
-e dove? Quando? Per quanto tempo?- chiesi
-è un po lontano da qui, dovresti iniziare domani e sarà per due settimane- rispose
-quanto lontano??- chiesi
-un paio d'ore, dormirai lì e ti addestrerai tutto il giorno.-rispose
-ma....- cercai di oppormi ma non potevo
-niente "ma" e niente "però". Prepara la valigia e basta. Se non ci vai non sarai più una spia.- concluse
-d'accordo.- mi rassegnai e me ne andai in camera.
Preparai la valigia con lo stretto indispensabile e mi sedetti sulla finestra. Certo che l'assurdo non ha mai fine.
Succedevano cose strane ogni due per tre. Non era facile.
Sospirai e mi rassegnai. Non potevo scappare o chiudermi in camera cercando di cancellare tutto. Non avrei risolto un bel niente. Dovevo affrontare tutto a testa alta. Già, cosa più facile a dirsi che a farsi.
Rimasi lì per un bel po, poi Sofia bussò alla porta.
-posso entrare?- chiese
-sei sola?- chiesi io
-em.....ceerto- rispose, poco credibile ma vabbeh.
Non era sola.
No guarda, non si era capito.
-uff, d'accordo entra- dissi e Sofia entrò.....seguita da Mirko e Fabrizio. Era una pessima bugiarda.
-Sara....sono solo due settimane in fondo.... iniziò lei
-sì e sarà già settembre- risposi guardando fuori dalla finestra. Mi sarei persa le ultime due settimane di vacanza in cui, in genere, i ragazzi fanno le ultime cose divertenti per concludere l'estate.
-em.....non è molto prudente stare sul davanzale, sai?- disse Fabrizio
-se sono sopravvissuta ieri, posso fare di tutto- risposi
-be in effetti.....- disse Sofia
-Saraaaa!!! Ti dispiace se partiamo un po prima? Non so, tipo fra un quarto d'ora?- chiese la zia dal piano di sotto
-ceerto zia, tanto non ho amici da salutare io!- risposi
-ok, tra un quarto d'ora esatto arriverà la limousine!- disse ignorando la mia disapprovazione a riguardo.
Presi il cellulare e mandai un SMS a Ross.
Io: tra un quarto d'ora parto. Non ho scelta pultroppo. Ci vediamo tra due settimane.
Lui: ma.....ok. ciao♥
Fatto ciò sospirai e scesi dalla finestra. Presi la valigia e tornai in salotto.
-uh la limousine è in anticipo! Allora andiamo- disse la zia. Sbaglio o stava facendo di tutto per farmi partire il prima possibile?
-meraviglioso.....- risposi.
Abbracciai Sofia e salutai i ragazzi. Poi abbracciai anche mia madre, alla quale scese una lacrima che si asciugò subito.
Sembrava che stessi per andare in guerra!
Salii sulla limousine e vidi la mia casa mentre si faceva sempre più lontana.
Poi rimasi a gurdare il paesaggio che cambiava e non fiatai per tutto il viaggio. Sembrava che mia zia stesse cercando di liberarsi di me. Questo non piaceva affatto.
Arrivammo in una specie di campo con un palazzo grigio al centro. Era tutto spoglio, arido e secco. Non c'era un ciuffo d'erba verde nemmeno a pagarlo. Mi faceva venire un angoscia terribile.
Salutai la zia e venni accompagnata dalla preside (neanche fosse una scuola, ma vabbeh) dentro l'edificio.
Insieme a me c'era un'altra ragazza che avrebbe dovuto cominciare l'indomani come me.
Ci assegnò una camera e disse che avremmo cominciato il giorno dopo, quel giorno potevamo fare quello che volevamo.
-ciao, io sono Roxy- disse la ragazza sorridendomi
-ciao, Roxy, io sono Sara- risposi.
Chiaccherammo del più e del meno fino all'ora di cena.
E che cena. Una specie di poltiglia che in teoria doveva essere un minestrone e una frittata che assomigliava ad una spugna.
Andai a letto con lo stomaco sotto sopra ed, invece di dormire, mi misi a pensare.
Roxy era in bagno già da mezz'ora e io non sapevo che fare.
All'improvviso mi arrivò una chiamata, era Sofia.
-pronto?-
-Sara! Come va lì?-
-em....diciamo bene. E da te come va?-
-ci manchi un sacco....-
-è passato solo un pomeriggio-
-sì ma ci manchi da morire. Ci sembra un'eternità!-
-già, non sai quanto vorrei tornare a casa! Da domani inizia l'addestramento e ci faranno faticare un sacco-
-mi dispiace....vuoi lasciarmi in pace?!-
-chi era??-
-Mirko. Da quando sei partita è diventato intrattabile, qualunque cosa gli dici si arrabbia.-
-mi dispiace....-
-con chi parli? Zitto Fabrizio, è Sara-
-ciao-
-ciao, come va?-
-bene-
-chiamo Mirko....no, quello già è intrattabile! Meno ci pensa e meglio è-
In quel momento mi venne da ridere. Non potevo credere che fosse veramente intrattabile per questo motivo.
-ragazzi chiudete le luci ed andate a dormire!- urlò la preside dal corridoio
-chi era??- chiese Sofia
-la preside, mi sembra di stare in carcere!-
-oh mamma, non credo che riuscirò a dormire sapendoti in quel posto-
-dai tranquilla-
-ho chiamato Mirko! Sei uno st....-
-Sofia!-
-scusa....-
-ciao- era Mirko
-ciao-
-ragazzi muoveteviiiii!!!!- urlò la preside
-scusa, finirò nei guai-
-ok, ci sentiamo domani-
-ciao!!!- esclamarono in coro.
Attaccai a malincuore. Mi aveva fatto piacere parlarci.
Spensi tutte le luci ed andai a dormire.

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