capitolo 25

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Nella foto Stefano

Pov. Bianca

Mi svegliai il mattino seguente, riposata ma affamata come non mai... Non so bene da quanto non mangiavo qualcosa, ma avevo necessariamente bisogno di cibo... Il problema era che mio padre dormiva esattamente nella stanza del cibo... Diciamo che non avevo tanta voglia di uscire e affrontarlo da sola, complice il fatto che Andrea si era avvinghiato a me e faticavo a muovermi... Decisi così di aspettare che si svegliasse, almeno avrei avuto lui a spalleggiarmi durante il confronto con mio padre. Sospirai pesantemente, sperando che si svegliasse, e appoggiai la testa sul suo petto... Mi era mancato questo calore. Ieri non abbiamo rispettato i limiti che ci siamo imposti... Mio padre ha visto il nostro abbraccio, la preoccupazione sul viso di Andrea... Se dovesse dire qualcosa, qualsiasi cosa... Per me sarebbe finita... Sperai con tutto il cuore che, almeno questa volta, facesse la scelta giusta.

Aspettai circa due ore prima che Andrea si svegliasse... E un'altra ora prima che la smettesse di comunicare a versi... In tutto tre ore ad aspettare... Tre ore senza cibo... Vedendo che ancora non voleva saperne di aprire gli occhi, nonostante avesse già iniziato a formulare frasi di senso compiuto, gli diedi un pugno nello stomaco... Non gli feci male, ovviamente, ma lo infastidì abbastanza da fargli aprire un occhio e brontolare. <<Non so quanto io sia stata via... Ma è da quando Lucas mi ha rapita che non tocco cibo... Saresti così gentile da toglierti di dosso, quale peso morto che sei, e lasciarmi andare a mangiare qualcosa?>> chiesi con una punta di acidità nella voce... Nessuno doveva tenermi lontana dal cibo. Aprì anche l'altro occhio, scioccato da ciò che avevo appena detto. <<E magari saresti così gentile da alzarti e farmi compagnia visto che nella stanza in cui tengo il cibo dorme un essere che non vedo da anni?>> chiesi con altrettanta acidità... Ma questa volta non era indirizzata a lui. <<Andiamo allora... Basta che mangi qualcosa di zuccherato>> rispose lui alludendo al fatto che era infastidito dal modo in cui gli ho parlato. <<Nessuno deve tenermi lontana dal cibo>> dissi puntandogli il dito contro... Cercando di alleggerire la tensione... Lui mi guardò confuso, poi scioccato... Alla fine si mise a ridere capendo che io ero quel tipo di persona che non faceva altro che mangiare.

Appena finì di ridere, andammo in cucina... Ma, prima di aprire la porta della mia stanza, presi un respiro profondo... Avevo bisogno di calmarmi... <<Sono qui... Sarò sempre qui per te>> mi disse Andrea abbracciandomi. Carica di questo calore e affetto che solo lui sapeva darmi, aprii la porta e andammo finalmente in cucina a mangiare... Mi guardai intorno, avevo bisogno di prendere le distanze da lui. Lo trovai sveglio, seduto sul divano letto a guardare delle foto che probabilmente gli aveva dato mia sorella... <<Buongiorno>> disse lui vedendoci entrare in cucina... Andrea rispose, io no... Mi limitai a fissarlo e andai ai fornelli a cucinare. Sentivo lo sguardo fisso di mio padre su di me... Iniziai a tremare, doveva assolutamente girarsi... Guardai Andrea, ma lui non mi notò... Era occupato a fissare Federico, che distolse lo sguardo da me solo dopo avermi lanciato un'ultima occhiata triste. Dimenticavo che i licantropi potevano comunicare telepaticamente... E' evidente che Andrea abbia capito il mio stato d'animo e sia intervenuto... O magari gli dava fastidio che lui mi guardasse. In ogni caso, si avvicinò a me e mi abbracciò poggiando la testa sulla mia spalla... Era fantastico che tra compagni si capisse subito ciò che desiderava l'altro... Avere quel contatto con lui mi faceva stare tranquilla... Mi faceva capire che avrei sempre avuto le spalle coperte... Così iniziai a preparare i muffin, al cioccolato questa volta... Erano i preferiti di Andrea e dovevo ringraziarlo, in qualche modo, per tutto ciò che aveva fatto per me. Finita di preparare la colazione, andammo a svegliare mia sorella e Giovanni, che stranamente era ancora vivo, e ci sedemmo tutti a tavola a mangiare... Ma, visto che mancava una sedia, mi misi seduta sulle gambe di Andrea... Al diavolo le regole.

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