capitolo 23

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Nella foto Giovanni

Pov. Bianca

Da quando Nicola mi disse che Andrea stava per arrivare, passarono ore... O almeno credo... Così, per iniziare a fare qualcosa per aiutare Andrea a salvarmi, iniziai a guardarmi intorno alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarmi a tagliare le corde... Per fortuna trovai un pezzo di vetro abbastanza tagliente da liberarmi... Per sfortuna era proprio accanto a Stefano... Quel ragazzo mi odiava e io odiavo lui... Nicola notò subito che stavo fissando quel pezzo di vetro e, con la testa, mi faceva segnale di chiedergli aiuto... Alla fine mi convinsi ad accettare il suo suggerimento. <<Stefano... Mi potresti gentilmente passare quel pezzo di vetro?>> chiesi con tutta la calma e la buona volontà di cui disponevo... Tentar non nuoce, tanto non mi può sbranare. <<Che ci guadagno io?>> chiese lui... Voleva contrattare? Bene... Iniziamo i giochi <<Se riesco a liberarmi in fretta potrei andare a cercare la stanza di cui parlavate prima e potrei liberarvi >> dissi io... Idea allettante per chi è rimasto chiuso per anni in un seminterrato. <<E se non arrivi a liberarci? Che succede? Noi restiamo fregati perché tu te ne andresti? Ti rifaccio la domanda... Cosa ci guadagno?>> disse lui serio... Temeva realmente che io li avrei lasciati così? Se solo potessi muovermi lo prenderei a sberle. <<Però se riuscisse almeno a scoprire dov' è la stanza potrebbe tornare con Andrea e liberarci... Lucas lascia sempre le porte aperte perchè noi non ci possiamo spostare da qui a causa delle catene... Però la sua è una corda, passale quel pezzo di vetro... Lei è l' unica che potrebbe aiutarci adesso o fra qualche giorno>> mi difese Nicola... Devo ancora capire da che parte sta lui. <<Perchè ti fidi di lei? >> chiese Stefano. <<È la compagna di Andrea... Se lei mente lui lo capisce e potrebbero litigare... A lei non gioverebbe questa situazione... E poi non avrebbe alcun motivo di mentirgli>> disse Nicola... Allora sapeva perfettamente chi ero quando ha chiesto aiuto a me le altre volte... In risposta Stefano diede un calcio al pezzo di vetro che arrivò davanti a me. <<Grazie>> dissi afferrandolo e iniziando a tagliare le corde.

Dopo essermi liberata, mi alzai massaggiandomi i polsi... Persi qualche minuto a recuperare l'equilibrio visto che ero stata legata come un salame per ore... Sono più che sicura che Stefano abbia detto qualcosa del tipo debole umana... Ma non posso esserne sicura, ha praticamente bisbigliato ciò che ha detto e io non ho il loro udito... Io risposi comunque con un stupido lupo... Almeno lui mi avrebbe sentito. Andai dritta all'uscita di quella stanza e scoprii una porta che dava ad uno stanzino adiacente. Entrai e vidi la pulsantiera che controllava le catene... Tornai subito da loro per dirgli ciò che avevo scoperto. <<Ho trovato la stanza... Ha un pannello pieno di pulsanti... Ho bisogno di qualche ora per studiarli bene... Credo ci siano anche pulsanti per dare l'allarme>> dissi io. <<Lucas tiene da qualche parte dei fogli>> disse Nicola indicando con la testa lo stanzino da cui ero uscita. <<Io dovrei avere un carboncino in tasca>> dissi iniziando a cercare il carboncino in questione... Alla fine lo trovai avvolto in un tovagliolo, ma distrutto a causa della delicatezza di Lucas. <<Perchè hai un carboncino in tasca?>> chiese Stefano confuso. <<Avevo appena litigato con Andrea e avevo bisogno di calmarmi... Disegnare è l'unica cosa che ci riesce>> risposi ritornando verso lo stanzino. Trovai il foglio su uno degli scaffali nella stanza della pulsantiera... Iniziai a disegnare velocemente, più veloce che potevo... Appena finii, tornai da loro. <<Finito dissi ora devo solo->> mi bloccai sentendo scattare una serratura di porta. <<Scappa... Avverti Andrea e poi tornate a liberarci non appena avrete trovato i pulsanti giusti... Mettiti dietro la porta e scappa più veloce che puoi>> disse Stefano preoccupato... Forse non è poi così stronzo come credevo. <<Tornerò il prima possibile... Ve lo prometto>> dissi andando nuovamente nella stanza e nascondendomi dietro la porta... Lucas passó davanti a me entrando nella stanza dei ragazzi iniziai a salire le scale il più velocemente e silenziosamente possibile ma, arrivata a metá, lo sentii urlare e ricominciai a correre più veloce di prima... Uscì dalla cantina e mi ritrovai nello studio di Lucas... Non avevo tempo per pensare e la finestra era aperta... Così mi lanciai dalla finestra e atterrai sull'erba... Iniziai a correre verso casa mia, attraverso il bosco. Era notte ormai e facevo fatica a correre senza graffiarmi con rami o cose del genere... A un certo punto sentii pure degli ululati e dei lupi in lontananza che calpestavano rami e foglie... Ma io ero già arrivata davanti la porta di casa mia e bussai con una violenza tale che, se avessi avuto la stessa forza di Andrea, l'avrei buttata giù.

Pov. Andrea

Federico era qui dopo tutti questi anni... Non riuscivo a parlare... Ero spaventato, arrabbiato... Facevo fatica a capire cosa provassi. <<Andrea possiamo parlare?>> mi chiese lui, il tono non ammetteva repliche ma ammetteva comunque la consapevolezza di ciò che aveva fatto... Io annuii e lo feci entrare in casa... Inutile dire che ero teso e Giovanni lo notò subito... Il mio beta mi affiancò per darmi sostegno qualsiasi cosa sarebbe successa. <<Ragazzino tranquillo... Non voglio fargli del male.. Non c' è bisogno che ti metti al suo fianco>> disse Federico entrando e dando una lunga occhiata a Sophia... Poi si mise a sedere senza che nessuno gli disse niente... Lui era così, non aspettava che qualcuno facesse la prima mossa, doveva essere lui a iniziare... E' sempre stato spavaldo in quello che faceva e non aveva mai sbagliato... Era per questo che era diventato il beta che mio padre preferiva... Giovanni rimase scioccato sentendo quella frase... Mi guardò in faccia e capii che non riusciva a credere di essere stato scoperto così facilmente. <<Giova è un beta anche lui... Conosce perfettamente i movimenti di un beta e sa interpretare ogni tuo respiro... Era uno dei migliori>> dissi dovendo ammettere, di mala voglia, ciò che mio fratello ha sempre pensato di lui. <<Voglio spiegarti una cosa>> iniziò Federico << La settimana in cui tuo padre morì, io non ero presente perchè la mia compagna stava dando alla luce i miei figli... Chiesi a tuo padre di allontanarmi dal branco per non perdere quel momento... Penso di non aver mai preso una decisione peggiore di quella... Avrei potuto vedere i miei figli in un altro momento, in qualsiasi altro momento... Invece non c'ero e tuo padre aveva bisogno di me>> disse lui... Troppa leggerezza nella voce, troppa calma... Non è la voce di uno che vuole chiedere il perdono... Il mio sguardo la diceva lunga su ciò che pensavo... Sophia si nascose dietro di me, la testa spuntava da dietro un mio braccio... La mia rabbia la percepiva anche Giovanni che si mise sulla difensiva. <<Non posso perdonarti... E tu lo sai>> dissi io cercando di trattenere le lacrime... Non mi era permesso piangere, non davanti a lui. <<Non sono qui per chiedere il tuo perdono... Sono qui per spiegarti cosa accadde realmente... Ho passato troppi anni isolato dandomi la colpa di ciò che era successo senza che l'ultimo sopravvissuto a quella strage sapesse la verità... Conoscendo Lucas, ti avrà riempito la testa di stronzate solo perché tu non mi cercassi... In fondo sai che io non ho mai mentito... E sai anche che le persone di cui ti sei circondato ti mentono solo per farti stare bene>> mi disse lui... Forse me lo diceva come padre, o forse come vecchio amico della mia famiglia... Ma non riuscivo ad accettare una predica da lui. <<Quel giorno ho ricevuto il dono più grande che una persona possa ricevere nella sua vita... Anzi, ne ho ricevuti due... Ma a quale prezzo? Quello stesso giorno mi dissero che tuo padre, il mio Alpha, aveva perso la vita in battaglia... Capii subito che, se avesse avuto pure il mio aiuto, non sarebbe morto... Così andai da tuo fratello... Dovevo fare la cosa giusta e, secondo le leggi del branco, avevo commesso un grosso errore di distrazione... Lui mi perdonò, aveva capito la mia situazione, ma non poteva riconfermare il mio ruolo nonostante volesse farlo... Così lavorai come beta di nascosto... Se avevano bisogno di aiuto, io ero disponibile. Ma morì anche lui... A quel punto mi resi conto che non ero più in grado di ricoprire il ruolo di beta... E neanche quello di padre visto ciò che accadde a mia moglie... Così l'unica cosa che mi restava da fare era sparire... Tu saresti andato a vivere con uno dei beta restanti e i miei figli sarebbero andati a vivere con mio cognato... Ma non pensavo che tu finissi con il vivere con quel verme di Lucas e che le mie figlie sarebbero ritornate qui>> disse lui guardandosi intorno. Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa rispondere... Sophia si stringeva a me sempre più forte, era evidente che non sarebbe stato facile perdonarlo neanche per lei... Prima che potessi dire qualsiasi altra cosa, sentimmo bussare alla porta... Sophia corse ad aprire, ma questa volta non la fermai perché io e Giovanni eravamo già pronti ad attaccare e l'istinto di Federico lo fece mettere al mio fianco per proteggermi... Almeno non aveva perso l'istinto di beta. Feci un cenno a Sophia di aprire la porta.  Una volta aperta, Bianca si fiondò all'interno della casa... Allontanò la sorella dalla porta e la chiuse con forza alle sue spalle... Era piena di graffi, ma era a casa. Corsi subito verso di lei e la abbracciai.

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