capitolo 36

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Pov. Bianca

Tornai a casa di corsa, dovevo assolutamente sapere come stava Andrea... Arrivata a casa, trovai la porta chiusa... E io ero ancora un lupo. <<E' al piano di sopra con Andrea... Sta cercando di pulire la ferita... Ha una brutta infezione>> disse mio zio Dario aprendo la porta di casa... Deve avermi vista arrivare. Corsi subito al piano di sopra e mi fiondai nella stanza in cui avevamo dormito... Non era li... Andai poi nella stanza di Stefano, poi quella di Nicola... Non era neanche in quelle stanze... L'ultima che restava era quella dei suoi genitori. Quando entrai, lo trovai disteso sul letto... Tremava ma era ancora vivo. <<Sei riuscita a trasformarti>> disse Chris sorpresa. Quando provai ad avvicinarmi, lei mi fermò. <<Non in questo stato... Torna umana e poi vatti a lavare... L'infezione è abbastanza grave già così>> mi ammonì lei... E così feci... Dopo avermi spiegato come tornare umana, mi portò dei vestiti nel bagno e mi lasciò li... Riuscii a ritrasformarmi e poi mi tolsi di dosso il sangue e la polvere... Dovevo lavarmi bene per potergli stare vicino.

Tornai nella stanza in cui era disteso Andrea subito dopo essermi vestita, avevo ancora i capelli bagnati... Iniziai ad accarezzargli la fronte sudata... Stava scottando. <<Credo abbia la febbre>> mi confidò Chris. <<Sta tremando, ma sta bruciando... In più l'infezione... Non pensavo che lo potesse ridurre così>> ammise lei... Mi passò una bacinella con dell'acqua fredda e un panno... Non aveva bisogno di dirmi niente, sapevo cosa fare... Bagnai il panno e glie lo passai in fronte. <<Non è solo l'infezione... Nicola ha detto che uno dei vampiri lo ha morso>> risposi io... Lei si bloccò di colpo. <<Allora credo che dovrei lasciarvi soli... Potrebbero essere i vostri ultimi momenti insieme>> disse alla fine... Io però la fermai. <<Che intendi dire?>> chiesi. <<Si vede che non sai molto del nostro mondo... Le tossine dei vampiri sono pericolose, possono farci stare male per giorni... Dipende quanto hanno bevuto, possono anche ucciderci. Nel suo caso, nel corpo scorre poco sangue e troppe tossine... Se unisci a tutto questo un'infezione potenzialmente letale... Non credo che tu abbia bisogno di capire altro>> mi rispose lei... No, non avevo bisogno di altre spiegazioni... Poco sangue, un'infezione e le tossine... Sarebbe morto di li a poco. Non aveva come combattere tutto quello schifo da solo... La sua unica speranza era che tutti i medici rimasti si concentrassero solo su di lui... Ma non era l'unico ferito. <<Come fai a sapere tutte queste cose?>> chiesi. <<Ho studiato medicina>> rispose lei... Aspettai che uscisse e che chiudesse la porta per permettermi di piangere. Lo abbracciai, era l'unica cosa che potevo fare... Non so se mi sentiva, se sentiva il mio odore... Ma volevo fosse il mio odore l'ultima cosa che avrebbe percepito prima di morire. Passarono alcuni minuti, poi entrarono in stanza tutti quanti... Seguiti da Chris che sbraitava loro di non entrare. Non li guardai, ma percepii tutti i loro stati d'animo... Tristezza, rassegnazione, rabbia, voglia di lottare... Tutto. Mi si affiancarono degli uomini, tra cui il ragazzo che aveva fatto quelle domande subito dopo la battaglia. <<Adesso esci... Dobbiamo salvargli la vita>> mi disse lui sicuro di se. Mi girai a guardarlo e vidi Chris che lo affiancava pronta a rendersi utile, nonostante anche lei fosse debilitata. Mi guardò per rassicurarmi, per farmi capire che lo avrebbero salvato... Così mi fidai di lei ed uscii dalla stanza, poi chiusero la porta per non essere disturbati. Rimasi a fissare il vuoto per diversi minuti... Fu mio padre a stringermi a se... Solo in quel momento ricominciai a piangere, stretta nell'abbraccio di mio padre. Mi aveva allontanata, mi aveva fatto credere che ci avesse abbandonati... Ma in quel momento era li per noi, per me... Apprezzai questo suo gesto.


Scendemmo le scale e notai che tutti i feriti iniziavano ad arrivare... Portavano uno ad uno i più gravi, altri invece trasportavano brandine e materassi... Sophia e Giovanni cercavano di sistemare il tutto in modo da non occupare molto spazio e in modo da sistemare tutti... Erano in pochi, ma non potevamo tenerli tutti ammassati. <<Perché non gli diamo una mano? Almeno finché non finiranno di curare Andrea... Poi torni da lui>> propose mio padre. Io accettai... Avevo bisogno di non pensare al mio compagno che stava al piano di sopra. Lui corse ad aiutare un uomo che stava cadendo a causa di una brutta ferita alla gamba, io rimasi a guardarlo un attimo. <<Non preoccuparti... Andrea è forte, lo è sempre stato>> disse Nicola affiancandosi a me. <<Ho paura che non ce la faccia... Che sia troppo tardi perché lo possano aiutare>> ammisi io. <<Anche io ho paura... Ma ho bisogno di credere che possa vivere... Non lo vedo da quindici anni e adesso che ci siamo riuniti, me lo portano via così... Non posso accettarlo>> rispose lui stringendo i pugni. <<Ci eravamo messi assieme da poco, anche se lo sapevano solo mio padre, i miei fratelli e Giovanni... Non posso credere che non lo rivedrò più>> dissi appoggiandomi al muro. <<Allora non mi stai ascoltando>> disse mettendomi le mani sulle spalle... In quel momento vidi tutta la sofferenza sul suo viso, vidi meglio quelle ferite, quei lividi. <<Lo salveranno, lui vivrà ancora per molto>> aggiunse subito dopo. Annuii, anche se non ero convinta... Ma sembrò bastargli per riprendere ciò che stava facendo... Anche io li raggiunsi e iniziai ad aiutarli... Alcuni mi chiesero da quanto sapevo trasformarmi, da quanto avessi quella forza... Risposi a chiunque mi facesse delle domande a riguardo... Molti mi ringraziarono, altri erano ancora stupiti che fossi come loro... Ma io li aiutavo più che potevo, per non pensare a cosa gli stavano facendo chiusi in quella stanza.

Passò la prima ora, poi la seconda, poi la terza... Nessuno parlava, nessuno mi diceva niente... Ancora non erano usciti dalla stanza in cui stavano curando Andrea. Decidemmo di iniziare a curare quelli che avevano ferite lievi... Almeno avrebbero avuto meno cose da fare una volta usciti di li. Un paio morirono a causa del veleno di vampiro... Smisero di respirare di colpo... Erano ragazzi, miei coetanei... In entrambi i casi, cercai lo sguardo di Nicola... Avevo bisogno di false speranze. Poi, dopo la quarta ora, finalmente uscirono... Ci raggiunsero al piano di sotto. I dottori del branco, quelli superstiti, corsero verso altri feriti più gravi... Nessuno mi notò. Nicola si mise al mio fianco, erano la metà di quelli che erano entrati in stanza da Andrea... Fu Chris a fermarsi da noi. <<E' andato tutto liscio... Sta bene, più o meno... Ha bisogno di riposo e di stare al caldo, ma sta bene>> disse con un sorriso stampato in volto. Nicola, felice della notizia, la prese e la baciò... Rimasi imbarazzata da quel gesto. <<Sapevo che ci sareste riusciti>> disse poggiando la fronte su quella della compagna. <<Avevi dubbi?>> rispose lei ridendo. <<Ma ne sono usciti la metà rispetto a quelli che erano entrati... Cosa è successo?>> chiese Nicola. <<Stefano ha le stesse tossine... Devono praticare la stessa manovra su di lui per aiutarlo... Visto che non era nella stessa situazione di Andrea, hanno deciso di dividersi per iniziare a curare anche gli altri>> spiegò lei. <<E cosa gli avete fatto, di preciso?>> chiesi io. <<Credimi, bambolina... E' meglio che non sappiate cosa bisogna fare in questi casi... Con Andrea è stata un'incognita, ma ha funzionato>> rispose cupa in volto. <<Meglio non indagare... Va da lui, qui ci pensiamo noi>> mi disse Nicola congedandomi. Così salii le scale e andai da lui. Aveva la pancia fasciata, era senza maglietta... Era pallidissimo... Lo avevano coperto con tutte le coperte pesanti trovate nella stanza... Aveva una flebo, sangue per la precisione, attaccata al braccio. Lui, però stava ancora tremando... Così mi tolsi i vestiti, per non distruggerli, e mi trasformai in lupo... Con il muso, tolsi i cuscini da sotto la sua testa e mi misi in modo che si poggiasse sulla mia pancia, poi mi raggomitolai attorno a lui... L'idea era di fargli calore con il mio corpo, il pelo lungo del mio lupo lo avrebbe aiutato... Ed effettivamente ci stavo riuscendo, smise di tremare... Così decisi di rimanere in quella posizione, scomoda per me, finché lui non si fosse svegliato... Avrei vegliato su di lui fino alla fine.

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