capitolo 39

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Pov. Andrea

Passarono ore da quando Bianca uscì per comprare i medicinali e ancora non era rientrata... Iniziai a preoccuparmi, così anche la sua famiglia... Non sapevamo dove fosse e iniziai a pensare che fosse successo qualcosa... Conosce questo territorio alla perfezione e dubito si sia persa... Nicola, invece, pensa abbia dovuto comprare qualcosa al di fuori del nostro paese... Ma io avevo la sensazione che fosse successo qualcosa.

Decisi di scendere al piano di sotto per aspettarla... Ogni tanto parlavo con qualcuno, ma restavo principalmente alla finestra a vedere se fosse tornata. Chris si era seduta vicino a me per provare a distrarmi... <<La prossima volta chiedete a qualcun altro di andare>> dissi io infastidito. Lei fece un sospiro pesante e se ne andò via. Passai l'intera nottata alla finestra ad aspettarla... Il mattino seguente aspettai che Nicola e gli altri si svegliassero e mi vedessero ancora li, fermo ad aspettare. <<Adesso vi siete convinti del fatto che le è accaduto qualcosa?>> chiesi cercando di non mostrare troppo il fastidio nella mia voce. Tobias, stanco che nessuno facesse niente, ci avvisò che sarebbe andato a cercarla ma, dopo aver aperto la porta, ci chiamò tutti... Sulla soglia era stata lasciata la maglietta di Bianca sporca di sangue... E sopra c'era la puzza di vampiro di Massimo... A quel punto nessuno poteva più contraddirmi.

Pov. Bianca

Quando riaprii gli occhi, Massimo stava armeggiando con il mio braccio... Stava mettendo una flebo... Lo guardai nella speranza che mi spiegasse, ma il solo movimento degli occhi mi fece venire mal di testa. <<Ti sei svegliata... Meglio così>> disse sistemando la flebo in un'asta. Io la guardai, speravo di poter capire cosa fosse... Ma l'unico indizio che avevo era il bruciore ogni volta che qualche goccia entrava in vena. <<Quella è una droga... Te la dovrei dare ogni tre ore per farti stare calma... Ma ho altro da fare che stare qui a drogarti... Almeno così potrai anche stare sveglia per un po'>> disse lui ridendo. Lo vidi armeggiare con una maglietta... La mia maglietta... Solo allora mi accorsi che me l'aveva tolta mentre dormivo. <<Questo è un regalino per il tuo Alpha>> disse lui strofinandosi la maglietta sul collo e poi sul viso... Spuntò un artiglio dalla sua mano e mi fece un graffio sulla pancia... Ci passò sopra la maglietta per pulirlo. Il taglio non si richiuse subito e ciò diede il tempo alla maglietta di sporcarsi quasi interamente del mio sangue... Mi curai solo dopo qualche minuto. <<Interessante>> commentò lui. Passò la maglietta ad un ragazzino, che sbucò fuori dall'ombra della stanza... Quello corse via... Immaginavo che avrebbe portato la maglietta ad Andrea. <<Sai in queste ore ho pensato molto a cosa farti... Ho bisogno di fare impazzire il ragazzino... Se lui da di matto, gli altri due dovranno calmarlo... E a quel punto sarete tutti vulnerabili, senza nessuno che vi protegga... Potresti anche liberarti da sola, non dubito di questo... Ma da sola farai ben poco senza l'appoggio del ragazzino, sei troppo debilitata per affrontarci tutti... Ho percepito subito il tuo odore su di lui... E' il tuo compagno... E questo mi aiuterà a distruggerlo, come lui e quei cani hanno distrutto parte del mio clan>> disse furente lui iniziando a togliermi i pantaloni. Cercai di muovermi, di battermi per non essere toccata... Ma ero debole e molti dei miei movimenti erano poco più che uno spostamento di dito. Dopo essersi liberato dei miei pantaloni, iniziò a togliersi i vestiti fino a rimanere completamente nudo davanti a me. <<E' un vero peccato che noi vampiri non possiamo avere figli... Sai, la morte blocca ogni cosa... Tranne il desiderio... Quello resta sempre>> disse togliendomi anche l'intimo... Ero totalmente scoperta davanti a lui... Iniziai a piangere, non volevo che finisse così... Non volevo essere toccata da lui... Volevo Andrea. <<Sta calma se non vuoi farti male>> disse lui entrando dentro di me... Dolore ovunque. Poi si distese sopra di me, iniziò a baciarmi ovunque... Sentivo la sua bocca sul mio corpo e faticavo a trattenere i conati di vomito... Si muoveva come se per me fosse normale, ma non lo era... Era la mia prima volta ed ero drogata, bloccata su un letto chissà dove con un vampiro sopra di me che ne approfittava. Piangere era l'unica cosa che potevo fare... Lui non accennava a fermarsi e, quando finì, ricominciò di nuovo... Non ebbi il tempo di abituarmi al dolore che ricominciò da capo, di nuovo e poi di nuovo... Pregavo che quella tortura finisse presto... Speravo che qualcuno venisse a salvarmi oppure di morire qui pur di non provare più niente.

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