CAPITOLO SESTO

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Jason?

Avevo sentito bene?
Forse la fortuna non mi aveva del tutto abbandonata.
Quando  entrò  tutti si alzarono.
Indossava una toga nera, e mentre si sedeva mi lanciò  un'occhiata.
Avvampai.
Era ancora più bello di come lo ricordassi.
Sporse  le labbra, carnose
"Sedetevi"

Come fossero suoi sudditi, tutti obbedirono,e ora le panche  destinate alla gente comune erano gremite, ogni spazio libero fino alla porta era occupato.

Spero di non finire su qualche giornale, pensai.

Come potevo  uscire  da quella situazione?

Dovevo assolutamente parlare con lui e spiegargli cos'era accaduto.

"L'accusa ha raccolto le prove contro questa donna?se sì siete pregati di procedere"

Il tono della sua voce era fermo.
Due piccole rughe si formarono  intorno ai suoi occhi mentre parlò. 
Non doveva avere più  Di trent'anni.
Com'era riuscito ad arrivare così in alto?

Forse era molto bravo, oltre che bello.

Robert si dimenava  costantemente  vicino a me visibilmente  agitato.

Dovevo essere io l' agitata.
Stavo per essere condannata a non so cosa e a quanti anni di carcere , non lui.

Subito dopo Joanne si avvicinò  al bancone del giudice e gli disse qualcosa che lo fece ridere.

Jason conosceva  quella donna?

Lo sguardo di Joanne era luminoso, vittorioso.

Bene, si conoscevano.

DI MALE IN PEGGIO!

L'avvocato dell'arpia si fece avanti.

"Vostro Onore, questa donna ha approfittato di un minore, e l'ha rapito ! "

Che bastardo bugiardo!

E continuò

"Ha promesso al giovane un pasto, ma l'ha tenuto in casa sua per più di 48 ore contro la sua volontà! "

Gli occhi dell' uomo erano scuri come la pece, e il suo viso tradiva  una malvagità che anche un cieco avebbe visto.

"Ma non è  vero" sussurrai  all'orecchio di Robert.

Era ovvio che Joanne mi volesse fuori dal gioco.

Il giudice serrò la mascella, e mi guardò. Era uno sguardo accusatorio e, quegli occhi in quel momento brillarono di una luce che mi mise i brividi.
Non sembrava così  buono ora, come quando mi aveva salvata.
Forse si era pentito di averlo fatto.

"Voi come intendete rispondere alle accuse?"

Robert sembrava un vegetale praticamente paralizzato, cosa gli stava capitando?
E menomale che doveva parlare solo lui!

Qui si mette male..

"Sono innocente " dissi guardando  il mio avvocato.
Mi conveniva difendermi da sola.

"Lei è  l'accusata non ha  diritto a parlare se non tramite il suo qui presente avvocato"

Ok, era troppo. Tutti mi odiavano. Ma cosa avevo fatto di male  nella mia esistenza per avere contro tutta questa gente?

Sentivo di essere sul punto di crollare, ma decisi di tentare. Non mi sarei mai arresa di fronte a quell' infame di donna.

"Il mio avvocato non sta bene, non è  in grado di difendermi, per questo vi chiedo, illustrissimo Vostro  Onore, , il permesso  Di difendermi da sola"
Illustrissimo.
Che cosa avevo detto?
Ecco era fatta.

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