CAPITOLO QUINDICESIMO

856 136 82
                                    

"...Il dolore è una fitta che ti coglie all'improvviso.
Che gliene frega se fuori c'è il sole o se tutti sono felici...
Si nutre del fluido vitale, non avendo pace finché l'ultima goccia non si sia liquefatta..
Questo dolore è disonesto, ha piantato le sue radici nel mio IO più profondo..."

17 marzo 2015, Londra un anno prima

Cara Evee,

Dicono che in giorni come questo, sia perfetto scrivere alla persona più importante della propria vita.

Eppure questa pioggia incessante mi riempie il cuore solo di tristezza, il cielo piange e mi ricorda la voragine che si è creata nel mio cuore molti anni fa.

Perché non riesco a dimenticarti?

Perché questo cuore si rifiuta di amare ancora?

Ho passato la mia eterna giovinezza fra sangue e piacere ma ciò non è bastato a riempire il vuoto che hai lasciato.

Apprezzare la bellezza delle altre donne non mi ha fatto provare felicità, e adesso capisco a distanza di quasi un secolo che nessun essere umano mi può far provare il tuo stesso amore.

Ho chiuso definitivamente i cancelli della mia anima, perciò io sarò solo quel che sono:
Un mostro perseguitato dalla tua ombra.

Non esiste abbraccio o bacio in grado di risvegliarmi, sono rimasto spento come un vecchio camino impolverato.

Molti dicono che Non possiamo avere le persone che amiamo per sempre, che prima o poi quell 'amore curato appassisce come una rosa nel tempo, anche se la annaffi essa muore perché la sua fine è giunta.

Ma io non morirò mai, questa è la mia maledizione.

Mi ricordo che C'era un tempo in cui l'unico suono che sentivo, era il battito del mio
cuore, ma adesso non sento piú nulla.

Dovevamo essere la forza l'uno dell' altra, ma la verità è che eravamo
solo due estranei che si amavano alla follia.

Il tempo non si cancella e l'amore vero rimane.

Ci sono amori destinati a vivere per sempre e altri, seppur forti, a
finire.

Adesso sono in balia del tuo spettro.

Convivere con dei ricordi così vividi è la punizione per tutti gli atti impuri che ho commesso.

Ma cos'è veramente l'amore?

È la pazzia di amare una persona più di se stessi.

Ancora ora mi chiedo se l'amore vero eri tu, quello indelebile, quello che non si scorda nemmeno con la morte.

Ma ora mi rivedo su quella spiaggia di un secolo prima, mentre l'acqua mi bagnava i piedi, a contemplare l'orrizzonte, il respiro visibile dal freddo che come una
morsa mi soffocava, da quel giorno il mio cuore smise di amare.

Non riesco a perdonarmi per averti uccisa, a quel tempo la tua superba bellezza era ammirata con malignità ed invidia.

Rimembro la nostra paura quando sei stata accusata di stregoneria..
Le lacrime copiose che ti bagnavano quel viso così perfetto...

Ti ho portata via, in una notte fredda, ti ho rivelato chi sono,
Ti ho promesso che saremmo stati insieme per sempre; le campane della Chiesa suonarono per avvisare della tua fuga.

VAMPIRESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora