CAPITOLO TRENTESIMO

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FRANCIA, 1100

Lenti fiocchi di neve cadevano sul terreno ghiacciato  davanti alla Taverna di Marsiglia.

Il locandiere puliva  incessantemente  tutti i tavoli ogni qualvolta  un cliente si alzava e pagava.
Era un inverno gelido quello che stavano attraversando tutti  nel piccolo villaggio francese.

Mormorii e discussioni erano sempre all'ombra, e il padrone di quel complesso teneva sempre le orecchie tese.
Non era rado che qualche ubriaco, dopo aver perso una scommessa  faceva a pugni con il suo cosiddetto "truffatore".

Leonardo si appoggiò con la schiena  al bancone e osservò  la strana scena che aveva davanti : nonostante  i suoi 90 anni il vecchio  Gerard dava ancora i brividi quando sorrideva, mostrando  le gengive quasi prive  di denti

"Hey  mi stai  derubando, vecchio caprone ridammi  i miei soldi!"

Si alzò  Louis  un forestiero  venuto li per le gare di cavalli che aveva luogo ogni anno in quel  paese dimenticato da Dio.

Si  avvicinò
" Non voglio zuffe  nella mia locanda, se proprio  dovete menarvi gradirei lo faceste fuori da quella porta" indicò  con l'anulare l'uscita.

I due sbuffando  imprecarono, ma fortunatamente  seguirono  il suo consiglio.

Nel cielo le stelle sembravano così vicine da poterle toccare con le dita, e il freddo le rendeva ancora più brillanti quasi come a sfidare  la luce delle lanterne, posate sui tavoli di quercia lucida.

Leonardo  sapeva cosa viveva in quelle terre. Ricordava suo padre mentre  armato di bastone appuntito  vagava  nel bosco del Buio in cerca di una lepre o un Daino. Fu il giorno piu brutto  della sua vita...

Un giorno Ralph decise  di portare con sé a caccia,  suo figlio. 
S'incamminarono all' alba per poter poi tornare  all'ora  di pranzo. 
Leonardo era molto eccitato nel poter vedere suo padre all' azione.

Tutti nel villaggio parlavano di lui e delle sue qualità.

  E ora aveva l'opportunità  per dimostrargli  che con i suoi quindici anni anche lui era un duro.

Quella mattina il sole lanciava i suoi raggi attraverso gli alberi ed illuminava il volto barbuto e stanco di suo padre.

Sapeva che era coraggioso e non vedeva l'ora di apprendere tutte le tecniche con cui catturava una preda .

Il bosco era buio, uno dei piu grandi nel raggio di  duecento miglia.
Si addentrarono furtivamente  nascondendosi dietro agli alberi, e guardando fuori in cerca di quella che sarebbe stata la loro cena .

Ralph intimò al ragazzino  di non muoversi e lentamente proseguii.

Leonardo pensò subito che avesse avvistato una preda.

Ma l'uomo dopo pochi passi spalancó gli occhi e aprì  la bocca dalla quale non uscì alcun suono: davanti a lui a poche iarde di distanza c'era una pozza di sangue e un'uomo che sembrava abbracciare un cadavere.

Ralph si mosse adagio, ben ricordando la leggenda che si narrava nel suo villaggio, secondo cui una creatura del demonio viveva in quel bosco trucidando chiunque gli capitasse a tiro.

Poi quel uomo inspegabilmente alzò il capo percependo la sua presenza. 

L'uomo credette di essere faccia a faccia con Satana.

Il volto dello sconosciuto era ricoperto di sangue, gli occhi due zaffiri così scintillanti che non potevano essere  umani, e dalla bocca uscivano le interiora di quella povera vittima.
Era lui il demonio di quella leggenda.
Ed era reale.

Ralph si girò  " Scappa!!!"

Il ragazzino spaventato colse il pericolo e la paura negli occhi del padre e fuggì .

  Da quel giorno non lo rivide  più .

"Marta  chiudi la porta e vai  a dormire" disse alla sua aiutante.

Era stata una lunga giornata  pensò  Leo e  gradiva non poco il letto fatto con lana di pecora aquistata  l'anno prima.
Chiuse gli occhi. 
Gli affari andavano bene nonostante  l'inverno, ma aveva paura.

Il raccolto non era stato cospicuo  come gli anni precedenti e temeva che presto non pochi contadini  avrebbero patito la fame; ovviamente  questo allo sceriffo non importava, le tasse aumentavano sempre e la gente non riusciva più a campare.

Una folata di vento  raggiunse la sua schiena facendolo rabbrividire. 
Che strano.

Avevo chiuso la finestra pensò.  Si alzò.

Faceva un freddo glaciale e le tende di pelle sembravano non bloccare  di molto  il gelo.

Tirò  la tenda quando colse un' ombra, si stropicciò gli occhi credendo  di aver visto male e chiuse la finestra. 

Nella piccola stanza affianco  al locale  in quel momento  era più  freddo che mai , l'uomo ormai prossimo alla sessantina  si rimise a letto e spalancó gli occhi: era il diavolo   constatò, fissando quella bestia  con forme umane attaccata alla parete mentre  lo stava fissando.

Si muoveva  come un gatto a testa in giù. 

I capelli  neri scendevano  lunghi e lisci mentre gli occhi avevano una luce malevola. Leonardo sapeva che era la fine.  

Balzò sul letto ridendo; era un maschio.

Il pover uomo immobilizzato dalla paura non disse nulla. Chiuse  gli occhi e pregò.

Il battito  del suo cuore era veloce e rimbombava attraverso lo sterno, Richard appoggiò  la testa sul suo petto passandoci  la mano e ficcó i canini  nel suo collo. Doveva  ucciderlo e sbudellarlo come suo padre, pensò sorridendo.

Il sangue gli sgorgava frenetico dai buchi e il vampiro succhiò finché  il volto del vecchio non diventò  bianco.

Bene si disse,  estrasse un coltello che teneva nel mantello e lo taglió dalla pancia in sù. Odiava sporcarsi i vestiti soprattutto  di quelle stupide interiora senza sangue, ma doveva.

Così la colpa sarebbe ricaduta su qualche animale e il suo segreto non sarebbe mai venuto a galla.
Rise e si buttó dalla finestra.

L'aria era fredda ma a lui non importava, era il Signore della notte e viveva più di qualunque altro su quella terra.

*********

Francia,  giorni nostri.

L'umidità era tanta in quella fitta e glaciale grotta.

Sentiva tutto, il rumore delle, auto dei treni...
Odiava come il mondo si fosse evoluto

Troppo rumore...

Provò  a concentrarsi sulle piccole gocce che cadevano dal soffitto ricoperto di stalattiti.

Troppo secoli a dormire si disse, mentre le urla dei suoi discendenti lo accecarono.

Gridò, graffiando le pareti di roccia.

"No!No!No!"

Nella sua mente vide la sua amata, Lady Cecil, sua figlia, suo figlio, sua figlia dopo di lei, perire una dopo l'altra dalla mano dello stesso mostro.

Un mostro che non era lui.

Digrignó i denti che sbatterono.

"Voglio vedere chi sei..."

Apparve la sua figura nella mente.

Avrebbe vendicato la sua famiglia, soprattutto in quel momento  in cui avrebbe potuto salvare l'ultimo membro della sua discendenza.

"È il momento di svegliarsi"

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