CAPITOLO UNDICESIMO

944 163 81
                                    

NOTA AUTRICE: HO DECISO DI SCRIVERLA ALL' INIZIO PER RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE STANNO SEGUENDO IL MIO LIBRO E CHE MI HANNO FATTO NOTARE I MIEI ERRORI NELLA SCRITTURA. PURTROPPO C'È DA DIRE CHE IO SONO UNA SCRITTRICE PER PASSIONE, NON UN' AFFERMATA PROFESSIONISTA, TUTTAVIA CERCO DI DARE IL MIO MEGLIO E SPERO CHE VI STIA PIACENDO QUELLO CHE STO SCRIVENDO. GRAZIE A TUTTI ❤💖

Piccola curiosità sul racconto: contrariamente a tutti gli altri personaggi, Nicolàs Flamel è vissuto veramente, e all'epoca descritta da me, era un'alchimista e su di lui ancora oggi giace un'aura di mistero.

******
Quando uscii dalla casa di Jason, mi recai subito a lavoro.
Il negozio purtroppo non andava così bene da quando Brenda aveva mollato.
Mi mancava vederla fra le pila di tute e davanti alla vetrina a vestire i manichini.

Mi sedetti sulla sedia, e aspettai.
Quando il tintinnio del campanello si levò mi alzai, sperando fosse un cliente.

"Ciao Lois allora come stai?come sta andando qui?"
Era Andreas.

Il suo tono di voce era cambiato, pensai.
Sembrava un'altra persona.

"Sto bene grazie. Purtroppo va male sono entrati pochissimi clienti" lo informai scoraggiata.

Con tutti gli eventi dell'ultimo periodo nessuno si era preso cura degli affari e questa era una conseguenza.
Lui annuì, pensoso.

"Resterò qui ad aiutarti" disse alzandosi le maniche della camicia.

Per un'attimo mi soffermai a guardare i suoi muscoli che il tessuto rendeva ben visibili.
Era diverso da Jason sotto ogni punto di vista.

"Allora che mi dici di te Lois?come mia dipendente non so quasi nulla della tua vita" chiese avvicinandosi e appoggiando le mani sul bancone della cassa.

"Be' oddio non ho molto da dire su di me.." iniziai a borbottare. In realtà non volevo affatto parlargli di me.

"Devi sapere che mio padre è stato un'avvocato molto affermato in Grecia, mia madre diceva che io avevo preso da lui l'istinto per gli affari" mi confidò.

Da una parte ero confusa che si stesse aprendo, dopotutto l'aveva fatto anche Joanne. Non mi fidavo

"Perché parli al passato?"

"Purtroppo i miei genitori sono morti quando avevo sedici anni, sono stati uccisi... Non ti nascondo che è stata dura, venni affidato a mio zio che viveva qui, così mi trasferii"

Alzò le mani dal tavolo e se le infilò nei pantaloni con uno sguardo atterrito.

Capivo bene cosa provava.
Mi avvicinai e gli misi una mano sulla spalla, per consolarlo.

Anche il più grosso e il più forte degli uomini era piccolo dinanzi al dolore.

Le ultime due ore prima della chiusura erano state pesanti.
Pesanti soprattutto perché il negozio era quasi deserto e Andreas, che continuava a chiedere del mio passato.

Quando uscii, un debole vento mi investì.
Un vento gelido che profumava di pioggia.

"Sembra che da un momento all'altro comincerà a piovere" mi raggiunse Andreas.

Chissà forse mi poteva aiutare con Lucas.

"Ti va di pranzare da me?" Rischiai.

Sgranò gli occhi, sorpreso.

"Sempre se non hai impegni " aggiunsi.

"Ma no.. accetto volentieri."

Quando lo feci entrare nel mio appartamento si complimentò per il mio cosidetto gusto di arredamento.

VAMPIRESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora