CAPITOLO VENTUNESIMO

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Uscii dall'appartamento e con sorpresa mi ritrovai davanti Brenda.

"Oh cavolo mi hai fatto prendere un colpo!!" Esclamai  felice abbracciandola

"Non sei contenta di vedermi?" Disse staccandosi da me e puntandomi addosso i suoi occhi con un'espressione  di finta offesa.

Scoppiai  a ridere "Non sono felice..sono superfelice! !!!!"confessai.

"Allora cosa ci fai qui?pensavo  che per qualche mese non ti  avrei rivista"

"Mi mancavi troppo!!" Confessò mettendosi una mano sul cuore.

"Dai!!Di' la verità "

"E va bene.. Sono tornata perché voglio rimanere qui per almeno un mese.. Mi ha contattata un uomo" si morse il labbro inferiore.

Aggrottai le sopracciglia

"E chi è  sto tipo?"

"Be ' vedi sai quel macho che ha fatto da giudice nel tuo processo?"

Il mio cuore si fermò.

"S-si..E Che cosa vuole da te?"

Brenda si scostò  i capelli di lato, fissandomi intensamente

"Ha detto che mi può  aiutare con un problema.."

"Che problema?  Brenda perché  Non mi dici nulla?" Le chiesi più preoccupata che offesa.

I suoi occhi si riempirono  di lacrime e cominciò  a camminare per la via, andando verso un bar.

La seguii con un peso sul cuore.

Perché  Jason si era offerto di aiutarla?

Pochi bagliori squarciarono le nuvole nel cielo,  e quel poco calore che emanavano non servirono a tranquillizzare la mia angoscia.

Brenda si sedette su un tavolo fuori e mi sedetti di fronte a lei.

Quella mattina assunsi un maestro privato per Lucas visto che lui preferiva così, perché non se la sentiva di frequentare ancora in una scuola pubblica.

L'insegnate di cinquant'anni mi aveva fatto una buona impressione con quei capelli bianchi  un sorriso cordiale e un modo di esprimersi altrettanto gentile.

"S-scusami.." balbettó estraendo dalla borsa nera di pelle, un fazzoletto e passandoselo sotto gli occhi per asciugare delle piccole lacrime che le erano sfuggite senza volerlo.

Le presi una mano e gliela strinsi.

"Sono la tua migliore amica...sai bene che puoi contare su di me per qualsiasi cosa"

Brenda annuì sorridendo  debolmente.

"Mi hanno diagnosticato un cancro" confessò con un filo di voce.

Le lacrime trattenute a malapena cominciarono  a scendere lungo le guancie e io rimasi totalmente  allibita.

Non era possibile pensai a bocca aperta.

****************

In quel momento Andreas guardava fuori dalla finestra.

Il caos di Londra ormai gli era entrato  nelle vene mescolandosi con tutti i suoi dubbi e le sue incertezze.

Jason non lo aveva ancora chiamato e non sapeva cosa doveva fare...

Ogni volta che si affacciava ad ogni superficie trasparente, che fosse uno specchio, o una finestra gli tornava in mente il giorno in cui i suoi genitori  erano stati  uccisi.

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