CAPITOLO CINQUE
FRANCESCA
Passai la domenica mattina a concentrami sullo studio, cercando di non pensare a Manuel e all'infrenabile voglia che avevo di scrivergli.
Mi rendeva nervosa questa situazione, non sapevo come comportarmi. Noemi provava a darmi dei suggerimenti ma nemmeno a lei era mai capitata una cosa del genere, si era messa con Simone dopo la seconda uscita, e per entrambi era, in qualche modo, la prima volta.
E avrei passato il pomeriggio allo stesso modo se Noemi non mi avesse chiamato alle tre del pomeriggio.
" Tu ora vieni con me!" esclamò non appena risposi.
" Ciao anche a te!" replicai sdraiandomi sul letto e schiacciando il quaderno di matematica.
" Si, si, ciao! Comunque sono lì da te fra cinque minuti. Usciamo"
" Cosa?" non riuscii nemmeno a finire che riattaccò il telefono facendomi esasperare.
Lanciai il cellulare sul cuscino e tornai a dedicarmi agli esercizi di trigonometria, nuovo argomento, ma fui interrotta poco dopo da Noemi che entrava in stanza, lo sguardo sorridente e capii subito che mi stava nascondendo qualcosa. O che aveva in serbo qualcosa.
" Tu vieni con me!"
Alzai lo sguardo. " Dove? Dimmi dove e potrai anche accettare!"
" No, se te lo dico non vieni"
Mi sedetti di scatto e la fissai negli occhi. " A casa di Manuel?"
" Esatto" ammise mordicchiandosi un labbro, si spostò una ciocca dei capelli biondi finiti davanti e congiunse le mani in segno di preghiera. " Ti prego. Io vado con Simo e tu vieni con me. Manuel ha organizzato una piccola festicciola. C'è da mangiare, musica, videogiochi... saremo in pochi, te lo giuro! E non c'è Patrizia. Solo la compagni di Simone e Manu!"Se dovevo essere sincera mi aveva convinta ad "andiamo da Manuel", ma non volevo interromperla. Era troppo carina, e ridicola, quando si metteva a pregare.
" Va bene. Ma andiamo via quando dico io!"
" Quello che vuoi. Mettiti i jeans che fanno push-up e la maglietta rossa, quella semplice ma che ti fa le tette enormi!"
" Noe'!" protestai, visto che mentre lo diceva aveva aperto il mio armadio, iniziando a mettere tutto in disordine, e lanciandomi i vestiti.
Non protestai, tanto era inutile von lei, mi vestii velocemente, andai a lavarmi i denti e allo specchio constatai che era meglio se uscivo con un sacchetto in testa." Truccati!" urlò Noemi come se mi avesse letto nel pensiero.
Sospirai ma ubbidii e in una decina di minuti eravamo fuori casa, diretti verso la casa di Manuel, il cuore che iniziava già a battere i colpi e lo stomaco che si chiudeva.
" Non sarà imbarazzante" rassicurò Noemi.
Certo, come no! Ieri ho perso la verginità con il ragazzo più Don Giovanni della scuola e ora sto andando a casa sua piena di illusioni che poi mi lasceranno distrutta.
No, non sarà imbarazzante. Sarà doloroso.
Ma lui ne valeva la pena.*
A venirci ad aprire fu Simone, che ci sorrise e baciò Noemi, trascinandola via e lasciandomi sola.
Per fortuna aveva ragione, non c'erano molto persone. Vidi Stefano, il migliore amico di Manuel, Gabriele con Camilla, la sua ragazza, Davide, un paio di ragazzi che non conoscevo e poi lui. Manuel.Feci un respiro profondo e mi ricordai quello che mi aveva sempre ripetuto Carlo, Noemi e anche mia madre. Sii te stessa, sempre.
I primi dieci minuti rimasi sul divano, timida e non sapendo cosa dire. Ora era imbarazzante e Manuel mi aveva visto, mi aveva accennato un sorriso ma era rimasto a parlare con Camilla e Gabriele.
I mobili dovevano essere nuovi e l'arredamento era disposto in modo da far sembrare la stanza ancora più ampia e luminosa di quello che fosse realmente." Ciao" esclamò uno dei ragazzi che non conoscevo sedendosi accanto a me. Lo avevo già visto, mi era familiare, ma non mi ricordavo dove. Aveva i capelli castani leggermente lunghi, gli occhi verdi e una maglietta bianca che lasciava immaginare il fisico muscoloso. Aveva in mano una birra e un berretto da baseball girato in testa.
" Ehi" replicai timida, la voce morta in gola.
" Io sono Luca" si presentò " Ho visto che sei arrivata con Noemi!"
" Si, è la mia migliore amica" spiegai, restando sempre rigida e immobile. Ora ero a disagio. Poi mi ricordai una cosa, non gli avevo ancora detto il mio nome.
" Ah, io sono Francesca"
" è un piacere conoscerti Franci"
Ricambiai il sorriso e come se non bastasse in quel momento accanto a me si sedette Manuel, mettendomi un braccio attorno alle spalle e attirandomi a se.
Sentii il cuore sobbalzare e poco dopo l'odore di menta mi invase le narici. " Ehi Luca, vedo che hai conosciuto Francesca!"
Questa volta era Luca ad essere a disagio, ma lo sarebbero stati tutti al suo posto.
Il tono che aveva usato Manuel era freddo... geloso.
" Si, stavamo parlando"" Vi va di giocare alla play?" chiese mentre con una mano giocava con una ciocca dei miei capelli, rigirandoseli fra le dita.
Senza rendermene conto, ancora prima che potessi controllarmi, esclamai: " Io gioco"
Luca e Manuel mi guardarono incuriositi e straniti. Ma, hei, ho un fratello maschio maggiore che gioca dodici ore su ventiquattro, o almeno lo faceva. Ho imparato parecchie cose da lui.
" Sicura Fra, noi giochiamo a Call of Duty"
Voltai la testa verso di lui. Seriamente, nessun accenno a quello che era successo questa notte? Nemmeno una parola. Sospirai. " Io voglio giocare. Fatemi provare, se non sono all'altezza lascio il posto a qualcun altro!"
" Va bene"
Mi diedero un controller e accesero tutto, per poi iniziare il gioco. Era una fortuna che Carlo fosse tanto ossessionato dai giochi, e che avessimo tutti i Cal of Duty, o non sarei riuscita a fare il culo a nessuno dei due.
Appena superammo il primo livello Manuel si voltò verso di me meravigliato.
" Da quando giochi?"
" Da un po'" replicai vaga.
I livelli successivi li completammo velocemente ma il mio preferito fu il sesto, e non per il livello in se, ma perché Manuel mi prese e mi fece sedere sulle sue gambe, praticamente abbracciandomi.
Potevo sentire il suo fiato sul collo, che mi procurava brividi per tutta la schiena.
Pian piano iniziai a lasciarmi andare e mi sdraiai su Manuel usandolo come poltrona, e smettendo per qualche secondo di avere lo stomaco chiuso.
Il cuore batteva sempre all'impazzata, e ogni volta che Manuel mi toccava frammenti della serata precedente mi riaffioravano nella mente.
Avrei tanto voluto che quel momento non finisse mai.MANUEL
Sapevo che Francesca era speciale, ma ora che avevo scoperto che giocava anche ai videogiochi e, porco giuda se era brava, questo la rendeva unica.
Ne avevo avute molte di ragazze, ma se dovevo essere sincero, la notte precedente era stata la migliore.
Sarà stata la sua innocenza, o semplicemente come baciava, ma avevo fatto bene a invitare Simone.
Avevo chiesto a lui di portare Noemi e Francesca. È vero che potevo anche scriverle, ma la verità e che non avevo trovato il coraggio.
" Muori brutto stronzo" ringhiò uccidendo tutti i nemici che gli si paravano davanti, e facendomi divertire.
Dopo un po' non ero più riuscito a stargli così lontano e l'avevo fatta sedere sulle mie gambe. All'inizio mi era sembrata titubante e avevo paura di un suo rifiuto, ma per fortuna alla fine accettò.Mi piaceva passare il tempo con lei, e ora che ci avevo riflettuto dovevo aspettare ancora prima di fare sesso con lei, ma non mi sembrava molto dispiaciuta e tutti i miei dubbi sparirono.
Appena superammo il ventitreesimo livello non riuscii a trattenermi e la baciai sul collo.Si immobilizzò subito e sentii tutti i suoi muscoli tendersi. La baciai un'altra volta, scostandole leggermente i capelli e salendo su per tutto il collo.
La volevo, in questo preciso momento. E mi sarebbe bastata una sua parola per cacciare via tutti e rimanere solo noi due. Mia madre era andata a fare la spesa ed era stata chiara che non sarebbe tornata prima delle sette. Avevo un'ora e mezzo di tempo." Fra" sussurrai avvicinandomi al suo orecchio. Nessuno ci stava guardando, tutti troppo concentrati altrove.
"Si" sussurrò perplessa, e anche se non riuscivo a vederla volevo scommettere che era diventata tutta rossa, e che si stava mordendo il labbro per il nervoso.
Adoravo quando faceva così.
" Ti va di restare?"
Silenzio. Per quanto una parte della mia attenzione era concentrata sul gioco venni ucciso poco dopo, quando Francesca non riuscì a far fuori il nemico.
Colpa mia, me l'ero meritato.
Ma non mi aveva ancora dato una risposta.
" Cazzo Manu, sei morto!" borbottò Luca continuando a giocare.
Francesca si rilassò e la sentii fare un lungo respiro. Stava decidendo e l'attesa mi strava uccidendo.
" Mi dispiace Manu, devo studiare per domani"
" Come?" esclamai, facendo girare Luca, che mi guardò perplesso. Torna a farti i cazzi tuoi. Già mi aveva infastidito quando si era avvicinato a Francesca, non aveva una bella reputazione e volevo che le stesse lontano il più possibile. Un altro motivo per cui me l'ero presa in braccio. Secondario, ma comunque un motivo valido.
" Mi dispiace Manuel, ma non posso" e dicendo questo si alzò, lasciando il suo controller e un vuoto davanti a me.Wow, nessuna mi aveva mai detto di no, soprattutto dopo essere stata a letto con me. Che non le fosse piaciuto? Forse ero stato troppo violento, entrambe le volte. Ma a me sembrava di essere stato delicato, sicuramente la prima.
La guardai allontanarsi e andare verso Noemi, le sussurrò qualche parola e l'amica annuì.
" Noi andiamo, ci vediamo raga" annunciò Noemi e mi trattenni all'istinto di alzarmi e andare verso Francesca, per cercare di convincerla a restare.Sarà stata anche timida all'apparenza, ma era visibile che dentro di lei c'era una guerriera.
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L'errore Più Bello Della Mia Vita
Teen FictionAvete presente le minchiate tipiche degli adolescenti, o quelle che gli adulti chiamano così per giustificare i nostri comportamenti non maturi, be', io credo di aver fatto la peggiore, una di quelle che ti rovinano la vita, e allo stesso tempo l...