capitolo uno

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Capitolo uno

FRANCESCA

Quella mattina mi alzai di buon umore, non avrei avuto ne verifiche, ne interrogazioni quel giorno, e nemmeno per il resto della settimana. Ma soprattutto quel giorno era il compleanno di Noemi, la mia migliore amica.
Andai in bagno e mi feci una doccia veloce, asciugandomi i capelli alla bella e meglio e andando in camera a prendere un paio di jeans, infilandomeli saltellando per tutta la stanza, e una maglietta a maniche corte, larga e ammetto di averla comprata nel reparto uomo.
Scesi velocemente le scale, lisciandomi i capelli con le mani per poi legarli in una coda alta.
Saltai gli ultimi gradini atterrando in maniera, modestamente, perfetta e raggiunsi la cucina dove mia madre stava preparando il pranzo per papà.
" Buongiorno amore" salutò mandandomi un bacio " ho scaldato del latte se lo vuoi, oppure c'è dell'acqua"
" Mi faccio un te" decretai aprendo il mobiletto accanto al frigorifero e prendendo una bustina di te.
Lo lasciai in infusione e nel frattempo andai a prendere i biscotti dalla credenza accanto al forno. " Mi ha chiamato Claudia, vi porta lei al locale questa sera" avvisò mia madre Sara, anche se a dir la verità lo sapevo già. Mi aveva dato la conferma Noemi una settimana fa.
Ma mi limita a rispondere con un semplice "Ok"
" Oggi non torno a casa" avvisò Carlo entrando in cucina ancora assonnato e facendomi la linguaccia, che replicai. Era il nostro modo di darci il buongiorno.
" E dove vai?" sospirò mamma guardandolo mentre girava come uno zombie in cerca di qualcosa da mangiare.
" A casa di amici" informò Carlo sedendosi accanto a me per poi fregare un mio biscotto. Fra tutti quelli che avevamo in casa proprio i miei doveva prendere!
" E i genitori di questa ragazza sanno che andrai là?"
Vidi Carlo alzare gli occhi al cielo ma almeno non replicò.
Immaginati che andasse da Rebecca, anche se non l'avevo mai conosciuta sapevo che lei è mio fratello si erano incontrati a scuola.
" Torna per cena"
Dei rumori provennero dalla sala e poco dopo Giulia comparve sulla porta, intenta a infilarsi il maglioncino rosa. " Buongiorno a tutti"
"'Giorno" salutammo in coro mentre andava a sedersi nel posto davanti a Carlo, fregando anche lei i miei biscotti.
Ladra. Avevo due fratelli ladri!
" Tesoro hai stampato la ricerca di scienze? Non voglio altre lamentele dalla professoressa!"
Giulia annuì e finì di sistemare la molletta per tenere indietro il ciuffo. Per avere tredici anni era, con molta probabilità, la più furba della famiglia. Ne combinava sempre una, ma per questo era la mia sorellina e io l'amavo così com'era.

Finii la mia colazione e tornai in camera a finire di prepararmi, una matita leggera marrone, scarpe e una felpa grigia in modo da non avere freddo. Era comunque la fine di settembre.
Scesi al piano di sotto con la cartella in spalla e le cuffiette già nelle orecchie. " Ciao" urlai prima di aprire la porta ed uscire.
Feci una manciata di passi e mi fermai nella villetta accanto alla nostra, citofonando e aspettando un minuto prima che Noemi si decidesse a venire.
" Auguri!" le urlai abbracciandola.
Lei contraccambiò l'abbraccio e iniziò a saltare. " HO 17 ANNI!" esultò battendo le mani, per poi ricomporsi dopo qualche secondo.
Iniziammo a camminare verso la fermata, o con molta probabilità avremmo perso l'autobus.
" Non vedo l'ora che sia questa sera! È una fortuna che sia un venerdì il mio compleanno! Anche se saltiamo un sabato di scuola non succede nulla!"
Di solito non avrei concordato, ma infondo sapevo che aveva ragione, e poi era per una giusta causa.
" Ma i tuoi saranno presenti alla fine?"
Noemi scosse la testa. " No, sono riuscita a convincerli a farci andare da sole, cioè, ci accompagnano e ci lasciando davanti al locale"
" Ottimo, poi vero che mi dai una mano a prepararmi" chiesi guardandomi. Ci ero stata solo una volta in discoteca, avevo bevuto solo un drink e non era stato poi così male, anzi, mi ero anche divertita.
" E lo chiedi anche! Hai avvertito tua madre che pranzi da me?"
"Si" poi se non se lo ricordava era un altro conto, ma io l'avevo avvertita.
" Facciamo prima i compiti, perché domani saremo talmente andate che non riusciremo a fare uno più uno e domenica dobbiamo studiare per la verifica di scienze"
" Va bene" accordai. A dir la verità io i miei compiti li avevo già finiti tutti e avevo già studiato per la verifica di scienze, ma sapevo che Noemi ne aveva bisogno.
L'autobus arrivò e salimmo, andando a sederci ai primi posti dopo la seconda uscita, i nostri posti "fissi".
Era quattro anni che prendiamo il pullman e ci siamo sempre sedute là.
" Il tuo vestito lo aveva lasciato da me, vero?"
Annuii e mi sistemai la cartella in braccio, in modo da essere un minimo comoda. " E anche le scarpe"
Iniziai a guardare fuori, il paesaggio verde interrotto da quello urbano. Era calmante e rilassante osservare lo scorrere veloce degli oggetti.
"Ho invitato anche Manuel" mi avvisò facendomi ritornare alla realtà.

Mi girai di scatto e la guardai con occhi sgranati. Io e Manuel avevamo quella che, dall'esterno, poteva risultare una storia, ma in verità lui non si era mai impegnato ed era sempre stato molto chiaro sul non volere nulla di serio per il momento, era un ragazzo e aveva bisogno di svagarsi, in particolare con Patrizia, una ragazza della mia età nella sezione opposta alla mia e la quale aveva una specie di ossessione morbosa per lui.
Io e Manuel eravamo usciti insieme un paio di volte, era stato con lui il mio primo vero bacio, davanti a casa mia.
Indimenticabile e che se chiudo gli occhi, ancora oggi, riesco a rivivere tutte le sensazioni, le farfalle nello stomaco e il senso di leggerezza che mi aveva dato quel gesto.
Avevo conosciuto Manuel sia grazie a mio fratello, avevano la stessa età ma Manuel era stato bocciato e ora ripeteva per la seconda volta la quinta.
E anche grazie a Noemi, che stava insieme a Simone, il quale frequentava la stessa compagnia di Manuel e ogni tanto noi due eravamo uscite con loro. Era soprattutto grazie all'ultimo che eravamo usciti assieme.
" E perché lo hai fatto?" ringhiai a denti stretti. Non parlavo con Manuel da almeno una settimana e mezzo, cioè da quando lo avevo visto a scuola e mi aveva salutato.
Non avevo ancora capito perché lo avesse fatto, anche perché dopo non mi aveva ne scritto ne nulla, e io avevo ignorato la cosa ed ero andata avanti con la mia vita.
" Perché a te piace e magari puoi fargli cambiare idea" si giustificò Noemi e incrociai le braccia al petto contrariata.
" Lui non vuole nulla di serio, che vada con Patrizia o qualche altra ragazza. Io non sono quel genere, sai che mi piacciono le relazioni serie"
" Sono la tua migliore amica, mi offendo se pensi che non ti conosca!" scherzò, per alleggerire l'atmosfera.
Sospirai e iniziai a giocare con la coda a cavallo. " Sei sicura che verrà?"
Noemi sorrise soddisfatta. " Al diecimila per cento. Viene con Simone, e se Simone non si presenta lo castro"
Sorrisi e mi rilassai sul sedile.
Magari non era una cosa così brutta se avessi visto Manuel questa sera, sicuramente non ci sarebbe stata Patrizia fra i piedi e quindi potevo avere una chance.

E magari Noemi non aveva tutti i torti. Anche Simone all'inizio non voleva impegni eppure ora era innamorato perso della sua migliore amica, e lo si capiva anche dagli striscioni che metteva davanti a casa ogni tanto per dirle quanto l'amava, ogni volta che litigavano.

Magari avessi avuto anche io un ragazzo così, il mio primo e ultimo ragazzo era stato a dieci anni ed ero talmente piccola che la cosa da più "fidanzatini" che avevamo fatta insieme era stata andare al cinema e tenerci per mano, anche se solo per metà del film, ok, un quarto del film.

Ma in mia difesa lui aveva le mani sudate e appiccicose!

L'errore Più Bello Della Mia VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora