capitolo tre

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CAPITOLO TRE

FRANCESCA

Ero un fascio di nervi e avevo lo stomaco chiuso. Quella sera avevo mangiato poco e nulla, al contrario di Noemi che sembrava senza cibo da giorni!
I tacchi che avevo messo mi provocavano dolore ai piedi, ma adoravo quei sandali e poi si abbinavano al vestito, almeno secondo Noemi.
La gonna nera a fascia era leggermente stretta ma la camicetta rosso carminio leggera mi valorizzava i punti giusti. Parole di Noemi, io avrei solo detto: "mi sta bene".
La sera aveva portato anche una leggera arietta ma invece di portarmi una felpa Noemi mi aveva costretto a prendere una giacchetta elegante, e avevo accettato solo perché era il suo compleanno.
E a proposito di questo... ci aspettava una festa. I suoi genitori, pagando a metà ogni cosa, avevano fatto in modo che prenotasse un tavolo al "The Beach" e che si assicurassero che i minorenni invitati non bevessero, e se lo facessero solo qualcosa di leggero.
Illusi.
Naturalmente si sarebbe svolta la normale serata, ci sarebbe stata la musica e il dj, persone sconosciute che ballavano sulla pista e bevevano alcolici a gogo.
Noi eravamo fra le prime arrivate e quando ci fummo tutti entrammo facendoci mettere il timbro sulla mano.
"Lui non c'è!" urlai in modo da sovrastare la musica.
" Arriverà" mi rassicurò Noemi, per poi passarmi un bicchiere
" Bevi, rum e coca!"
La guardai interrogativa ma alla fine cedetti.
E poi c'erano molti altri ragazzi, Simone aveva portato altri ragazzi della compagnia e ce n'erano molti altri sulla pista.... Ma chi pigliavo in giro!
Io volevo Manuel e solo lui, non mi interessava niente degli altri ragazzi e questa cosa mi faceva arrabbiare. Perché diavolo mi sentivo in questa maniera? Perché non potevo avere una storia come quella dei miei genitori o quella di Noemi?
Mi misi sui divanetti bianchi, comodi, bevendo tutto il contenuto della bibita e appena finii andai a prenderne un'altra.
Visto che non avevo voluto portarmi una pochette avevo messo i soldi nel reggiseno, su consiglio di Noemi, e il cellulare lo tenevo la maggior parte del tempo in mano. In caso lo avrei messo nella giacca.
Iniziai a sentirmi subito più leggera e allegra e capii che il poco rum della prima cola e quello della seconda iniziava ad entrare in circolo.
Guardavo affascinata le persone che ballavano, tutti tranne me. Alcuni di loro erano talmente sciolti nei movimenti che io avrei potuto esserlo solo ubriaca fradicia, quando non cercavo di controllare tutto.
Noemi stava ballando con Simone, divertendosi e continuando a riempirlo di baci.

Sorrisi e feci per alzarmi quando mi accorsi che qualcuno si era seduto accanto a me e che mi stava porgendo un drink.
Mi preparai mentalmente cosa fare nel caso si fosse trattato di una specie di stupratore o che so io... pugno agli occhi, ditata alle palle.... No, forse era il contrario! Santo Cielo, sono completamente ubriaca!
Mi girai lentamente e bersi un battito quando constatai che si trattava di Manuel.
" Allora sei venuto! Pensavo mi avessi dato buca!" dissi senza avere il controllo delle mie parole, e me ne pentii subito dopo.
" Vieni a ballare?" Il suo alito puzzava di fumo e alcool, questo voleva dire che anche lui aveva bevuto, ma aveva vent'anni e poteva farlo.
In quel momento partì una canzone latina e iniziai a sentire il ritmo scorrere nelle vene.
Andammo verso la mischia, la mia mano stretta nella sua, e iniziammo a ballare, all'inizio muovendo solo le braccia, poi, improvvisamente, sentii le sue mani sui miei fianchi e mi girò.
Inizia a strusciarmi su di lui, anche se molte persone lo avrebbero chiamato ballare. Sentivo le sue mani che mi toccavano in ogni punto, inviando scintille di energia e brividi in tutto il corpo.
Mi girò di nuovo, in modo che potessi guardarlo negli occhi, e grazie ai tacchi ero alta quasi quanto lui.
Mi spostò una ciocca di capelli venuta davanti agli occhi, l'altra mano sul mio sedere che mi avvicinava sempre di più a lui, facendomi sentire la sua eccitazione.
" Sei bellissima questa sera" mi sussurrò, o almeno è quello che ricordo, poco prima di avvicinarsi e baciarmi.
All'inizio non cedetti ma il rum e cola che avevo bevuto era ormai in circolo e tutte le mie inibizioni si erano andare a farsi fottere. Ero parzialmente lucida, e quello che stava succedendo mi piaceva.

Sentivo lo stomaco sottosopra e fui grata di non aver mangiato nulla.
Manuel portò una mano sulla vita e spostò la camicetta infilando le dita che mi sfiorarono la pelle, facendomi rabbrividire.
Il bacio si fece più intenso e poco dopo iniziò a baciarmi il collo, lasciandomi piccoli succhiotti e facendomi gemere dal piacere.
" Vieni via con me" mi sussurrò sensualmente nell'orecchio e capii subito le sue intenzioni.
Rimasi immobile per qualche secondo, ma alla fine cedetti e sentii la sua mano afferrare la mia e portarmi verso l'uscita, schivando tutte le persone che avevamo davanti e continuando a baciarmi ogni metro. Io che ridevo come un'idiota, un po' per colpa dell'alcool e un po' per la felicità che stavo provando in quel momento.
" Riesci a guidare?" domandai, ritrovando un momento di lucidità. Non volevo morire in un incidente automobilistico.
Manuel si voltò attirandomi a lui, le sue mani strette attorno di me e non avrei mai voluto che mi lasciasse, mi sentivo sicura nelle sue braccia. " Certo piccola, non permetterei mai che ti accada qualcosa" sussurrò facendomi sciogliere.
Non so se quella frase l'aveva detto con il cuore o la diceva a tutte, ma il solo fatto che mi aveva chiamato piccola mi aveva provocato un mix di emozioni che non avrei mai saputo spiegare.
Arrivammo a casa dei suoi genitori in una decina di minuti, che passai a guardare fuori il buio della città e ad avvisare via sms Noemi che sarei andata da Manuel, e di inventarsi una scusa con la madre.
Abitava non molto lontano da noi, magari potevo tornare a casa la mattina presto, prima che i miei si svegliassero. Solo che non avevo le chiavi di casa... ma non era quella la cosa più importante... stavo per perdere la verginità. E avevo paura, ero eccitata, confusa e non sapevo cosa fare. Non mi piaceva trovarmi davanti a situazioni dove non avevo il controllo.

Probabilmente Manuel se ne accorse perché mi prese il volto fra le mani, accarezzandomelo.
" Tranquilla piccola, sarò delicato"
Annuii e lo seguii fino al secondo piano, dove abitava. I suoi genitori erano fuori casa, o chiusi in camera loro. Comunque la casa era silenziosa e buia e appena Manuel chiuse la porta alle sue spalle mi prese e tornò a baciarmi, facendomi tornare in paradiso.
Mi sollevò e allacciai le gambe attorno al suo busto, la mia schiena contro il muro. Eravamo arrivati accanto a camera sua, ma non voleva ancora entrare.
Tornò a lasciarmi lunghi baci su tutto il collo e a slacciarmi i bottoni della camicetta velocemente, per poi baciare i seni, facendomi gemere.
Finalmente entrammo in camera sua e mi adagiò sul letto, mettendosi a cavalcioni su di me e togliendosi la maglietta, mostrando il petto muscoloso, per poi togliermi completamente la camicetta e anche il reggiseno.

Mi sentivo nuda, vulnerabile, ma sapevo che non dovevo aver paura, Manuel sapeva quello che stava facendo.
In meno di pochi minuti ci ritrovammo nudi sotto le coperte mentre io perdevo la mia verginità ( due volte) e vivevo la notte più indimenticabile della mia vita.
E senza rendermene conto mi addormentai abbracciata a lui, un leggere dolore nel basso ventre ma che ne era valso la pena.

Ciao a tutti!
Cosa ve ne pare?
Sto cercando di aggiornare entrambe le storie il prima possibile ma in questo ultimo periodo i prof sono stronzi e sembra che invece di farvi alzare la media vogliano abbassarcela con tutte le verifiche e interrogazioni.
Poi non so voi
XoXo!

L'errore Più Bello Della Mia VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora