capitolo diciannove

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CAPITOLO DICIOTTO

FRANCESCA

Il girono dopo non andammo a scuola, ma per il semplice motivo che era arrivata la data dell'ecografia. E non potevo essere più in ansia.

Ma non esiste un modo per far andare via l'ansia? È peggio del raffreddore, o di un'oca con l'imprinting!

Ne avrei fatto volentieri a meno.

E come se quella giornata non fosse abbastanza piena di impegni avevamo due case da visitare nel pomeriggio, e Manuel avrebbe saltato una giornata di lavoro. Ma visti i soldi che erano arrivati stava prendendo in considerazione l'idea di licenziarsi, finire gli studi, e cercare lavoro. Non capivo ancora il motivo per cui non lo aveva fatto, contando che dopo il testamento il padre era diventato ancora più distante e stronzo nei suoi e nei nostri confronti.

Non gli andava giù che Ludovico avesse lasciato più soldi al nipote che al figlio.

Ma non potevo farci un gran che, e nemmeno lui, visto che il padre era morto.

Indossai un paio di pantaloni della tuta e una camicia azzurra, scarpe da ginnastica e giacca prima di scendere e andare in salotto, dove Noemi, Manuel e Vanessa stavano parlando con la mia famiglia.

Già, quando ho detto che non eravamo andati a scuola, o al lavoro, intendevo tutti. In questa ecografia avremmo scoperto il sesso del bambino e volevano essere tutti presenti.

"Possiamo andare" annunciai, dopo essere andata in bagno, per la seconda volta in due ore.

Io, Vanessa e Noemi andammo in macchina con Manuel, mentre mia madre ci seguì con la sua macchina.

" Sei agitata?" chiese Vanessa sporgendosi in avanti.

"Si, lo sento muovere, e so che sta bene... ma. Spero solo che stia bene, e che sia una femmina!"

" Maschio" replicò Manuel parcheggiando vicino alla clinica. Il fatto che fosse presente a questa ecografia, e non in qualche bar a fare a botte come l'ultima volte, mi rendeva orgogliosa di lui e sempre più sicura della scelta che avevo fatto di accettare la sua proposta.

Avevo scoperto che anche Vanessa lo sapeva, e che l'anello era appartenuto alla sua bisnonna, e questo lo rese ancora più importante e prezioso per me.

"No, femmina!" replicai scendendo dalla macchina, mentre Noemi e Vanessa ridevano divertite del nostro bisticcio.

"Maschio"

"Femmina"

"Pensa quando dovranno decidere il nome!" sentii dire a Noemi e mi girai verso di lei, ridendo.

Mi accarezzai la pancia e guardai Manuel. " Se è una femmina la chiameremo Aurora"

" Mi piace" esclamò Manuel, facendomi sentire il cuore liquido. Mi era sempre piaciuto quel nome, e avrei sempre voluto chiamare mia figlia come la principessa Aurora, il mio cartone preferito.

" E se è maschio?"

Alzai le spalle. " Non lo so. Non ci ho pensato" ammisi. Anche perché speravo che fosse una femmina. Ma se era un maschio, infondo, andava bene uguale. Lo avrei sempre amato.

" Giorgio" propose Manuel e io storsi il naso.

" Non mi piace" ammisi. Mi ricordava troppo un ex di Noemi, uno stronzo bastardo che aveva giocato con i suoi sentimenti.

Mia mamma ci raggiunse, insieme a mio padre, mio fratello e mia sorella. " Di cosa parlate?"

" Del nome" spiegò Manuel " Se è femmina sarà Aurora"

L'errore Più Bello Della Mia VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora