capitolo ventiquattro

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CAPITOLO 24

FRANCESCA

Finalmente era il mio compleanno. Dopo mesi di attesa ero finalmente maggiorenne!

A scuola portai delle torte per festeggiare, ma la festa più grande la ebbi quando tornai a casa: c'erano tutti i miei parenti, Noemi, sua madre, conobbi anche Rebecca.

Mi piaceva, non era il solito tipo di Carlo, e questo la rendeva particolare; si aveva tette grandi, ma almeno aveva anche un cervello. E il fatto che l'avesse conosciuta in una biblioteca (non so come visto che mio fratello evita le biblioteche come la peste!) e questo diceva molto su di lei.

La maggior parte dei regali erano soldi, e anche tanti. Mentre altri erano tutine abbinate per il bambino e per me: stesse magliette, o stessi colori.

Sarebbe stato più carino Manuel, e questo mi aveva dato una grande idea. Saprei cosa gli avrei regalato per il suo compleanno!

Manuel venne accanto a me, mettendomi una mano sulla spalla e avvicinando la bocca al mio orecchio. "Vieni con me. Voglio darti il tuo regalo"

Mi voltai verso di lui finendo la torta. " Cosa?"

" è una sorpresa. Tu mettiti le scarpe e una felpa"

Sospirai, ma obedii curiosa di scoprire cosa fosse, e perché ci fosse la necessità di vestirmi.

Quando tornai in salotto salutammo tutti e non ci dissero nulla.

Qui c'era sotto qualcosa, me lo sentivo.

" Sali in macchina e mettiti questo" mi disse porgendomi una benda.

Ma era pazzo?

"Cosa? Manuel mi dici dove devi portarmi?"

"Mettilo" insistette lui, facendo la faccia da cucciolo. Mannaggia, quando faceva quella faccia non riuscivo a resistergli.

Sospirai rassegnata ed entrai in macchina e lui mise in moto.

*

Manuel mi stava innervosendo.

Odiavo le sorprese, soprattutto negli ultimi mesi. Anche il giorno del mio compleanno avrei preferito avere il controllo della situazione.

Finalmente la macchina si fermò. Dovevano essere passati una ventina di minuti, ma non ne ero certa. E non ero nemmeno certa di essere ancora a Pioltello. Dove mi aveva portata.

La tentazione di togliere la benda era alta, ma Manuel mi teneva continuamente d'occhio!

"Dovrai camminare per qualche metro" mi avvisò.

"Devo?" replicai, mettendomi le mani sulla pancia e guardandolo. Se non avessi avuto la benda avrebbe visto la mia disapprovazione.

Non camminavo volentieri negli ultimi giorni, mi si gonfiavano subito le caviglie!

"Si" replicò e sentii la sua portiera aprirsi.

Feci per portare le mani verso la mia benda, per spostarla, ma Manuel era già arrivato alla mia portiera. " Non toccarla. Dai, seguimi!"

Sospirai, e aiutata dal mio fidanzato (wow, mi eccita un casino scrivere questa parola!), scesi dalla macchina e iniziai a camminare.

Ci vuole molta fiducia per camminare in mezzo a non si sa dove con gli occhi coperti, e ogni mio passo era esitante. Non sapevo se c'era una cacca, un palo o una persona.

Stavo andando letteralmente alla cieca.

" Quanto manca?" chiesi, sentendo Nicolò che iniziava ad agitarsi.

L'errore Più Bello Della Mia VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora