FRANCESCA.
Venni portata nella mia stanza dopo tre ore.
Ero stanca morta, facevo fatica a tenere gli occhi aperti, ma non volevo separarmi da lui. Da mio figlio.
Era così bello, e anche se era nato prematuro, era in perfetta salute. Pesava tre kili e cento ed era una copia esatta di Manuel.
I capelli erano chiari, con molta probabilità biondi.
Lo speravo, se avesse avuto i capelli di quel colore, e i suoi stessi occhi, avrebbe fatto una strage di cuore.
Mamma aveva detto a Giulia, rimasta con Claudia e Noemi, di attaccare fuori dalla nostra porta la coccarda.
Dopo un'ora erano nella mia stanza.
"Oh. Mio. Dio! Voglio un figlio anche io! È ufficiale!" esclamò Noemi quando prese in braccio Nicolò.
Aveva un odore così buono, quell'odore tipico dei bambini neonati.
" Com'è essere mamma?" mi chiese la mia di madre.
" Fantastico!" esclamai. Tutto il dolore, la fatica e la stanchezza del parto erano spariti nel momento esatto in cui me lo avevano posato sul petto.
" Aspetta di passare la prima notte insonne. E i mesi seguenti!"
" Esiste sempre la nonna!" replicai, mentre lei lo cullava.
Anche papà e Carlo, appena preso in braccio il nipote, avevano abbracciato Manuel, mettendo fine a qualsiasi conflitto rimasto.
Ero ancora la piccolina di papà, ma ora ci sarebbe stata Giulia.
Mi dispiace per lei!
*
Il giorno dopo, dove dormii tutta la notte e venni svegliata la mattina per allattare, vennero tutti i parenti e le miei compagne di classe a trovarmi.
" è bellissimo!"
" Ha le tue labbra!"
" I capelli sono sicuramente biondi!"
Ero euforica. Non riuscivo a smetterlo di essere.
Dopo nove mesi ero diventata mamma, e fra poco anche moglie.
I miei parenti lottarono per il monopolio di Nicolò la maggior parte del tempo, compresa zia Geltrude. Solo che nelle sue braccia iniziò a piangere, provocandomi un sorriso sotto ai baffi che feci fatica a nascondere (non è una delle mie zie preferite).
Anche gli amici di Manuel vennero a trovarci, ma non gli diedi il permesso di entrare in camera. Anzi, le infermiere lo vietarono.
Così io e Manuel andammo nella sala d'attesa con il lettino trasparente, e Nico fu al centro dell'attenzione per vari minuti, poi iniziarono a parlare di altro.
Maschi.
"Amore, io vado a casa. Devo ripassare per gli orali!" mi disse Manuel, baciandomi.
Annuii e lo fermai, cingendogli il collo. " Sappi che verrò lo stesso a vederti. Porterò Nicolò, magari si addolciranno i prof!"
" Sarebbe bello! Sono quasi tutti interni!"
Ottimo, avrei visto quel rompipalle di diritto.
" Ti amo"
" Anche io"
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L'errore Più Bello Della Mia Vita
Teen FictionAvete presente le minchiate tipiche degli adolescenti, o quelle che gli adulti chiamano così per giustificare i nostri comportamenti non maturi, be', io credo di aver fatto la peggiore, una di quelle che ti rovinano la vita, e allo stesso tempo l...