CAPITOLO SETTE
FRANCESCA
Papà appena aveva visto il cagnolino si era sciolto. Aveva accettato subito di tenerlo, sorprendendo tutti, mamma compresa.
Lunedì era andato benissimo, Manuel mi aveva chiesto se poteva accompagnarmi dal veterinario e una volta finita la visita avevamo passato la maggior parte del tempo a baciarci mentre Regina stava nel recinto per cani.
E accadde per tutta la settimana, uscivamo alle tre e mezzo e rientravo alle sei, per poi passare tutto il tempo a studiare. Non volevo abbassarmi la media.
Poi successe di tutto.
Sembra quasi che il destino si fosse divertito a illudermi che andasse tutto bene per poi lasciarmi schiacciare.
Era l'otto ottobre.
Quella mattina mi svegliai con la solita leggera nausea che mi seguiva ormai da giorni, ma mia madre aveva detto che poteva essere dovuta sia al ciclo che doveva arrivarmi in quei giorni ( e che non si era ancora presentato e la cosa mi stava facendo innervosire), sia al fatto che fossi nervosa per tutte quelle verifiche e interrogazioni che ci stavano facendo fare.
Mi aveva dato qualcosa da prendere nei casi in cui peggiorava, mia madre fa la pediatra, e quando prendevo le bustine mi passava, quindi non mi preoccupavo più di tanto.
Avrei dovuto.
Andai a citofonare a Noemi e andammo verso la fermata del pullman, non era molto lontana, e nemmeno la scuola, ma con le cartelle pesanti che ci ritrovavamo era una tortura farcela a piedi, e lo dimostrava anche il mal di schiena che mi era venuto nell'ultima settimana.
" Mi ha appena chiamato Simone" annunciò sorridente " Questo weekend, per il nostro secondo anno assieme, mi porta nella casa in montagna dei suoi!"
" Tua madre ti ha dato il permesso?"
Noemi annuì e iniziai a gioire con lei, era contagiosa. " Partiamo sabato appena finisce la scuola e torniamo domenica sera! Lui è maggiorenne e i miei lo conoscono. E poi stiamo insieme da due anni! Ti rendi conto! Due anni!"
Già, due anni. Sembravano così tanti, eppure il tempo era passato velocemente.
Prendemmo il pullman e scendemmo davanti alla scuola, quando mi fermai di botto.
" Brutta troia" sbiascicai vedendo Patrizia con Manuel. " Cosa diavolo ci fa quella insieme a lui?"
" E me lo chiedi anche!"
" Era retorico!"
Noemi alzò gli occhi al cielo e mi portò dentro per un braccio, il che fu un bene o avrei rischiato di prendere a cazzotti quella ragazza.
Questo pensiero mi stupì. Da quando mi facevo governare dai sentimenti? E da quando perdevo il controllo così facilmente?
Scossi la testa, cercando di scacciare anche il pensiero, ed entrai in classe togliendomi il giubbotto e iniziando a tirare fuori i quaderni.
" Probabilmente stavano fumando" mi rassicurò, non molto, Noemi.
La prima ora storia spiegò per tutta la lezione, non lasciandomi un momento per pensare, ma quando scoprii che la seconda e la terza ora saremmo andati a vedere un film pensai che anche questa settimana stava andando bene, a parte la mia salute.
Il film in questione era "Mi chiamo Sam", la prof ci avvisò subito che avremmo fatto un tema e cercai di stare attenta il più possibile ma neanche a metà sentii la tristezza assalirmi.
STAI LEGGENDO
L'errore Più Bello Della Mia Vita
Teen FictionAvete presente le minchiate tipiche degli adolescenti, o quelle che gli adulti chiamano così per giustificare i nostri comportamenti non maturi, be', io credo di aver fatto la peggiore, una di quelle che ti rovinano la vita, e allo stesso tempo l...