Capitolo quindici

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CAPITOLO QUINDICI

FRANCESCA

"Odio questa pancia!" sbottai mentre Noemi cercava di tirare su la lampo dell'ennesimo vestito che avevo provato per quella sera. "Non ho niente da mettermi! Niente!"
"Troveremo qualcosa. Tu verrai con me a quella festa"
"Davvero? Ci vengo nuda? O vestita con la tuta?"
Noemi incrociò le braccia. " Tu verrai con me vestita come si devi, dovesse essere il mio ultimo pensiero"
Qualcuno bussò alla porta di camera mia e poco dopo entrò mia madre, con una scatola in mano.
"Posso darti il mio regalo di fine anno?"
"Non mi hai mai fatto un regalo di fine anno" replicai, più curiosa di cosa c'era nella scatola nero che per altro.
Mia mamma se ne accorse e avanzò verso il letto.
" Quando ero incinta di Giulia avevo il tuo stesso problema, e mi comprai un abito per capodanno. Mi sembrava di averlo conservato, era troppo bello per essere buttato, e ora voglio che lo indossi tu"

Sgranai gli occhi sperando che non fosse un abito da vecchia, ma quando mia madre sollevò il coperchio mi rese la ragazza più felice del mondo. Per quei minuti.
Era un abito rosso porpora fatto completamente di pailette, con le maniche lunghe e lo scollo a cuore. Una strisciolina sotto la vita e poi la gonna morbida che nascondeva perfettamente ogni possibile sospetto.
Perfetto, con la P maiuscola.
Le saltai addosso abbracciandola e iniziando a inondarla di "Grazie", prima di indossarlo e sospirare soddisfatta, mentre Noemi si attrezzava con il trucco che doveva essere in tinta, o che so io.
"Oggi sarà speciale" mi sussurrò all'orecchio, dandomi un bacio sui capelli e accarezzandomi la pancia.
"Lo spero"

*

La festa era...una festa. Non uscivo dal compleanno di Noemi e trovarmi lì in quel momento era fantastico, a dir poco fantastico.
La festa era a casa di Lucia, una mia compagna di classe, i suoi genitori erano dei ricercatori famosi e stavano più tempo all'estero che fra le mura delle propria casa, così Lucia passava la maggior parte del tempo con le sue amiche nei centri commerciali a spendere soldi, o col suo ragazzo a fare sesso in ogni possibile angolo della casa. Fatto sta, che anche alla fine dell'anno aveva casa libera, esclusa la governante che aveva il compito di badare a lei, ma era una vecchietta che aveva energie solo per la casa e la sera si coricava sul letto in camera sua a guardare sit com. E lo stava facendo anche ora.

"Ciao ragazzi!" urlò venendoci incontro e sovrastandoil rumore della musica. Ci mise davanti un vassoio con degli shottini esorrisi, senza accennare a prenderne uno.
"Dai Franci, è l'ultimo dell'anno, lasciati andare!"
Io lo presi in mano e guardai Manuel che annuì impercettibilmente.
"Ma che bello stereo" esclamai, e nel momento esatto in cui lei si girò Manuelbevve il contenuto del mio bicchierino.
"Lo so. Regalo dei miei per non esserci stati a pasqua! Se saltano il miodiciottesimo compleanno probabilmente avrò una macchina" replicò sorridendovedendo il mio bicchierino vuoto.
"Divertitevi. E se rivedi Noemi, dille che non è vero. Lei sa"
Sorrisi e, stringendo la mano di Manuel, ci addentrammo nel centro della festa.
"Vuoi ballare?" urlò vicino al mio orecchio.
Annuii e mi trascinò in pista, ma dopo nemmeno dieci minuti dovetti correre inbagno in preda a conati, e non riuscivo a capirne il perché.
Non avevo mai avuto nausee, perché erano iniziate ora? Di solito in questoperiodo dovevano andarsene.
Manuel entrò in bagno poco dopo chiudendo la porta alle spalle e tirandomiindietro i capelli.
Mi sciacquai la bocca e rimasi seduta accanto al gabinetto, anche se non avevoancora rigettato nulla.
"Stai bene?"
"No" borbottai, massaggiandomi la pancia. " Per nulla. Stupida gravidanza"
Manuel si sedette accanto a me e mi strinse la mano. " Te la senti di tornaredi là? O preferisci andare a casa?"
" Ho bisogno di aria" ansimai, iniziando a sentire sempre più caldo e igiramenti di testa.
Non era la prima volta che mi succedeva, e di solito quando uscivo all'apertomi passava.
Manuel annuì e mi aiutò ad alzarmi, sorreggendomi e portandomi verso le scaleper salire in terrazza, deserta.
Nel farlo incontrammo Patrizia, che mi lanciò un'occhiata di puro odio ma laignorai bellamente.
Manuel era mio, doveva farsene una ragione. E anche velocemente, perché tra seimesi sarebbe nato nostro figlio e quella zoccola non la volevo nella mia vita.
"Vieni, mettiti questa" disse Manuel togliendosi la felpa che indossava emettendomela sulle spalle.
"Grazie"
La terrazza era deserta, nemmeno una persona. Il che era sorprendente, disolito a queste feste era piena.
doveva fare troppo freddo e i ragazzi preferivano rimanere dentro casa, a quantopare.
Vidi Manuel guardare verso l'orizzonte pensieroso, fregandosi le mani e poimettendole in tasca.
"Fra" mi chiamò, facendomi girare.
"Si"
Il cuore iniziò ad accelerarmi fortissimo quando si avvicinò e si inginocchiòdavanti a me.
No, non stava succedendo. Era il freddo della notte che mi stava causando allucinazioni.
Manuel Loreti era veramente inginocchiato davanti a me? No, non poteva esserevero.
"Cosa stai facendo!" esclamai cercando di farlo rialzare ma lui tirò fuoridalla tasca una scatolina e la aprì, mostrandomi l'anello più bello che avessimai visto.
Wow, questo era... wow. Non trovavo nemmeno le parole per descrivere le emozioniche avevo dentro.
" Francesca, vuoi farmi l'onore di diventare mia moglie e passare il restodella tua vita insieme a me?"
Cavolo, lo aveva fatto. Mi aveva appena fatto la proposta di matrimonio, e ioavevo solo diciassette anni. Ed ero incinta.
Ero incinta.
"No" sussurrai, facendolo sgranare gli occhi chiaramente deluso.
"Cosa?"
Lo aiutai ad alzarsi e gli presi la mano. "Manuel, ti amo anche io. Ma non tisposerò solo perché sono incinta"
" Non ti seguo" replicò lui, fissandomi negli occhi, come a cercare un segnoche non fossi io e che qualcuno si fosse impossessato di me.
"Non è un no definitivo" replicai, prendendo l'anello nella scatolina eguardandolo meravigliato " è un, non ora"
"Sarà l'alcool, ma io non ti capisco"
" Non voglio che mi sposi solo perché sono incinta" Mi sembrava di essereabbastanza chiara, no?
O forse era talmente sotto shock da non capirlo.
" Ma io ti voglio sposare perché ti amo"
" E ti amo anche io. Ma Manu, questo momento non è il migliore. Ti prometto chedopo che nascerà il bambino" dissi mentre con una mano gli accarezzavo il voltoe con l'altra il mio ventre "Se mi amerai ancora e vorrai ancora passare ilresto della tua vita con me la mia risposta sarà si. Ma non ora"
" Quindi è un si, ma fra qualche mese"
" Esatto" annuii baciandolo dolcemente.
" Lo tieni te l'anello, vero? Io rischio di perderlo!"
Risi leggermente e mi portai le mani dietro il collo, slacciando la collaninache indossavo e inserendoci dentro anche l'anello di fidanzamento.
"Ti amo"
"Anche io. Ma ti prego, possiamo tornare a casa?" chiesi " Ho i piedi dolorantie sono stanca morta"
" Non è nemmeno mezzanotte!"
" E quanto manca?"
Manuel prese il cellulare e lo guardò. " Una ventina di minuti. Restiamo e poiandiamo?"
"Va bene" acconsentii.
Ero eccitata e piena di adrenalina e non andai a cercare Noemi per dirle tutto perchénon volevo rovinarle la serata con Simone.
La mezzanotte arrivò più in fretta di quel che credevo, anche perché tornai aballare con Manuel sulla pista.
e come avevo sempre desiderato, allo scoccare del nuovo anno Manuel mi tirò a se per baciarmi.

L'errore Più Bello Della Mia VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora