cap. 4 non le voglio le tue scuse

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Durante l'intervallo io e il mio gruppo, ci sediamo al solito tavolo del bar della scuola. Il nostro ormai da anni.
Prendiamo i soliti cinque panini e le solite cinque cocacole.
Dopo aver mangiato, ci dirigiamo fuori in cortile, ci sediamo sulle scalette e Fra, fuma la solita Marlboro light. Offrendone una anche a Lety e Kikki.
Io e Simo non fumiamo.
Non mi è mai piaciuta la sigaretta, non mi piace proprio il fumo in generale.
Mentre ci divertiamo a sentire i racconti di Letizia... un paio di Nike bianche sul mio lato destro,  interrompono la nostra chiacchierata.
Alzo lo sguardo per vedere chi è.
Non ci posso credere, il ragazzo di questa mattinata è difianco a me .
Che cosa vuole? Farmi piangere ancora?
Scontrosa mi alzo da terra e mi rivolgo a lui con maleducazione.
"Che cosa vuoi? Ti serve qualcosa?"
Non riesco a calmare il nervoso.
Non lo sopporto.
Ha l'aria di uno che sa tutto lui. Io,  sono e tu no. Un coatto, un arrogante e presuntuoso.
"Ehi calma. Volevo solo ridarti questa. "
Mi porge la foto dei miei genitori
L'afferro velocemente .
Fra si alza in piedi e viene al mio fianco.
"Allora non ci siamo capiti!"
Si rivolge al ragazzo con tono aggressivo, ma lui non fa una piega. Come se... la presenza di Francesco non gli facesse ne caldo né freddo.
"Ehi amico calmati. Sono venuto solo a chiedere scusa alla tua amica. "
Il tono del giovane è rilassato e tranquillo.
"Scusa per cosa? Perché l'hai fatta sentire uno schifo? Sparisci prima che mi incazzo. "
Fra si sta scaldando un po' troppo così, Simone, Kiara e Letizia lo tengono fermo.
"Fra è tutto ok. Tranquillo. "
Lo rassicuro.
"Andate dentro. È tutto ok. "
Non replicano e fanno come dico di malavoglia.
Li guardo mentre osservano me e il ragazzo che ho davanti. Con attenzione, pronti ad intervenire se necessario.
Porto il mio sguardo a lui.
"Piacere sono Edoardo Andrei, quinta B. Edo per gli amici."
Si presenta porgendomi la mano.
Lo guardo confusa. Che cosa me ne frega di chi sei? Niente. Non ti sopporto punto!
Per non essere troppo maleducata, mi presento anch'io.
"Veronika Carter. Quinta A."
Stringo la sua mano.
"Ok. Ora che ci siamo presentati... cosa vuoi?"
Sono scontrosa più che mai.
Un sorriso si forma sulle sue labbra.
"Volevo chiederti scusa per questa mattina. Non sapevo... insomma della tua perdita. Mi dispiace."
Il tono della sua voce è sincero, ma non mi fa alcun effetto.
Non me ne faccio niente delle sue scuse. Appunto perché non sa nulla di me, dovrebbe stare zitto.
"Bene. Ascolta caro Edoardo. Non le voglio le tue stupide scuse. Sei un coatto, arrogante e presuntuoso! Non ci faccio niente, con le scuse di un cretino! Visto che appunto non sai niente di me... stattene al tuo posto e lasciami stare!"
La mia voce è severa e arida.
La sua espressione impassibile, mi da i nervi. Lui proprio mi urta.
Non aspetto neanche che risponde. Prendo e me ne vado.
Raggiungo gli amici e torniamo in classe.

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