cap. 42 so già come andrà

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Mentre sto per uscire dalla piccola chiesetta dell'ospedale, improvvisamente crollo e vengo portata immediatamente nella mia stanza.
Il mio corpo non ce la fa più, io non ce la faccio più. Io che mi sono sempre saputa rialzare dopo ogni battaglia. Io che ho lottato con le unghie e con i denti. Io che ho il coraggio di un leone e la forza di un carro armato io, che questa volta, sto cadendo a terra. Questa volta è diverso. Questa volta ho sfidato un qualcosa più grande di me e più forte, non ce la sto facendo.
Mi riprendo nella stanza, in questo maledetto letto, la sacca del sangue che mi circola nelle vene e Francesco al mio fianco, che mi fissa spaventato.
I suoi occhi sono colmi di lacrime e la sua mano stringe la mia.
'Ehi! "
Dico senza voce.
Mi guarda e il suo viso si risolleva un po'.
"Ehi. "
Risponde mentre asciuga le lacrime,  dagli occhi umidi.
"Va tutto bene."
Sorrido debolmente.
"Sono qui."
Cerco di stringergli la mano.
Fa un piccolo sorriso e mi accarezza una guancia con l'altra.
Il dottore entra nella camera e ci dice che hanno trovato un donatore e che domani mi faranno il trapianto.
Lo dice come per dire... -ce la farai-
Una speranza si legge negli occhi di mio marito e dei miei cari appena entrati.
Io, so che sarà troppo tardi. Sono sfinita, i colori iniziano a sbiadire.
"Vedi amore, da domani cambierà ogni cosa. Tu... guarirai. "
Sorrido a Francesco che mi guarda speranzoso ed innamorato.
"Sì."
Sento a mala pena la mia voce.
Il dottore esce, lasciandomi con lui e gli altri .
"Veronika, tesoro mio ti voglio bene."
Papà mi guarda con gli occhi lucidi, ha capito che domani sarà troppo tardi.
Amanda e mio fratello prendono le parole del dottore alla lettera.
Mi abbracciano forte e se ne vanno.
"Forza sorellina. Sei forte! Ti voglio bene."
Le parole di Luca, mi stringono il cuore in una morza letale.
"Sì, contaci. Ti voglio bene fratellone. "
Mento.
Chiedo a Fra di lasciarmi un minuto sola con mio padre.
"Papà, tu sai che non ce la farò, tu lo sai!"
Piango, il cuore è stufo.
Sto male, il pensiero di lasciare tutto, mi logora. Il pensiero di morire mi spaventa. Non voglio lasciare queste persone. Sono la mia vita.
Sono così giovane, ho ancora una vita davanti a me.
Voglio dare una famiglia al favoloso ragazzo che mi ha resa, la ragazza più felice del mondo.
Il terrore si legge chiaro nei miei occhi.
"Tesoro, non dire così, ce la farai. Ne sono convinto."
Ha una speranza nel suo cuore.
"Ne sei così convinto?"
"Sì. Tu sei forte!"
"Hai ragione papà, ce la farò. "
Mento di nuovo.
Gli faccio il segno della forza e sorrido.
Non voglio spaventarlo. Io so perfettamente che non sarà così, ma nonostante tutto, voglio provare a crederci.
"Ti voglio bene papà. Ora puoi far entrare Francesco per favore? Puoi lasciarmi sola con lui?"
"Certo tesoro. "
Mio padre fa come gli chiedo, dopo avermi dato un tenero bacio sulla fronte.
Vedo il mio angelo rientrare e sedersi di nuovo accanto a me.
"Amore mio, tu sei la cosa più bella che la vita potesse regalarmi, ti amo Fra. Ti amo come non ho mai amato nessuno."
Poggio una mano sulla sua morbida guancia.
"Ti amo anch'io Nika. Ma perché piangi? "
Asciuga le mie lacrime.
"Piango perché sono felice. Perché ho te. Perché ti amo. Perché tu sei speciale per me e lo sarai sempre. Piango perché, mi dispiace di essermene accorta troppo tardi di amarti e perché..."
Poggia un dito sulla mia bocca.
"Shhhhh. Lo hai sempre saputo di amarmi, avevi solo bisogno di chiarirlo a te stessa e ora lo sai, ed è questo che conta amore mio. Basta piangere ora."
Il contatto delle sue dita sul mio viso, è delicato e silenzioso.
I suoi occhi mi fissano e cercano i miei.
"Sei stanca? Vuoi riposare?"
"Un po' però... anche te vai a riposare ti prego."
Lo supplico. È stanco anche lui.
"No, non ti lascio sola. "
La paura nei suoi occhi è palese.
"Stai tranquillo. Vai. Sei molto stanco. Hai bisogno di riposo. Porta anche papà con te. Dovete riposare. Io starò bene. Ci sono i dottori che mi controllano. "
Lo rassicuro.
"Va bene, però qualsiasi cosa chiamami. "
"Va bene. "
Mi sporgo per baciarlo, lui ricambia  e mi saluta.
"A domani amore mio."
Lo vedo allontanarsi con mio padre accanto.
"Fra!"
Lo richiamo.
Lui si volta.
"Ti amo vita mia. "
"Ti amo."
Risponde sorridendo.
"Sarò qui domani, ora riposa Nika. "

Il mio tempo sta per scadere. Ormai è inutile, il trapianto non può più salvarmi. Sono arrivati tardi.
Sento il corpo abbandonarmi.
Così prendo una mia foto, che avevo tenuto da parte e scrivo un messaggio per mio marito. Dopo di che, mi lascio andare. Senza avvisare nessuno, non sopporterei di vedere il dolore riflesso nei loro occhi.
Non ce la faccio più, ho sofferto abbastanza. Mi dispiace che sia andata così. Lo so, non sono stata abbastanza forte.
Spero che mi perdoneranno. Le lacrime rigano il mio viso, i miei occhi si chiudono e il buio mi invade completamente.

Ricordati Di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora