cap. 38 paura (F.C)

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È passato molto tempo da quando non vedo più Veronika.
Letizia mi ha detto quello che le è successo e ancora non riesco a crederci.
Sto andando in ospedale a trovarla anche se, ho un po' paura.
Dopo quello che è accaduto tra noi quella sera, non ho avuto più la forza di starle accanto. Non che non la ami più ma, mi sembrava stupido restare accanto a lei e farmi ancora del male così, non l'ho più cercata.
Cercando di dimenticare il tutto.
Ma ora che lei è in ospedale, non posso non andare.
Scendo dalla moto e mi dirigo all'interno della struttura.
Entro nel reparto di ematologia e trovo la sua stanza.
Lei è lì, sdraiata su quel letto opaco e spento.
Sta dormendo. È  pallida e magra, ha una flebo attaccata al braccio e ancora dei capelli sulla testa.
È cambiata parecchio.
Mi sento uno stupido, lei sta male ed io, non ci sono stato.
Vederla lì, su quel letto, così debole e indifesa... fa male.
Mi avvicino a lei con cautela, cercando di non svegliarla. Respira debolmente .
Poggio una mano sulla sua guancia calda e bianca.
"Sei qui finalmente!"
Sossurra ad occhi chiusi affaticata.
"Sono qui. "
Mi scende una lacrima sul viso.
Il dolore che sto provando in questo momento, mi rogora dentro.
Fa così male vederla in questo stato.
"Fra, è bello averti qui."
Apre gli occhi.
"Ti stavo aspettando! "
La guardo tristemente, non riesco a parlare, mi si blocca la voce. Un nodo in gola mi sta strozzando.
"Devo dirti una cosa."
La sua voce si riempie di speranza.
"Lo so, sono orribile ma, ti prego guardami. "
Mi implora.
Mi volto verso di lei. Mi sta guardando, il suo viso è magro e bianco è... stanco.
"Lo so, ho fatto un casino e mi dispiace ma, almeno ho capito una cosa importante."
Mi guarda senza battere ciglio.
"E l'ho capito troppo tardi. Talmente tardi che tu... avrai cambiato idea."
Resto confuso.
"Ti amo Fra. Ti ho sempre amato. L'ho capito soltanto ora che sto così, ma ti amo. Amo i tuoi sorrisi, la tua voce, la tue mani, i tuoi silenzi, le tue smorfie. Amo tutto di te. La verità è che, dopo quella sera a casa mia, non ho fatto altro che pensare a te."
Le sue parole mi sorprendono.
Dio quanto è bella, nonostante sia debole e non abbia colore, è lo stesso bellissima.
"So che forse... ora tu non mi vorrai più, ma..."
Non le dò il tempo di finire che, la bacio.
Come può credere che io, non la ami più? ho aspettato da una vita questo istante e finalmente è arrivato. Anche se, in un momento così delicato.
Mi stacco da lei che, mi guarda con gli occhi lucidi.
"Ti amo anch'io Nika e tanto. "
Passo una mano sui suoi capelli fragili.
"Mi sei mancato."
Si solleva delicatamente per darmi un altro bacio.
Gli dò una mano.
"Voglio stringerti a me."
Si sporge dal letto per accogliermi tra le sue braccia.
Il suo corpo è stretto e snello, quasi fa impressione a toccarla. Riesco a sentire le sue ossa come se, indossasse solo quelle.
Torna a sdraiarsi e mi racconta quello che le dicono i dottori.
Ha bisogno di un trapianto. È  in lista di attase.
Intanto la curano come possono.
Sta facendo la chemioterapia che la sta distruggendo.
"Credo che, non mi sia rimasto molto sai?!"
Mi blocca il respiro.
"Ma che dici? Arriverà un donatore e tu tornerai la mia Nika. "
"Fra, sono stanca."
"Vuoi che me ne vada?"
"No. Ti prego, resta! "
Mi supplica.
"E se non ci sarà alcun donatore?"
Mi domanda spaventata.
"Lo troveranno amore, lo troveranno."
Cerco di farle coraggio e di farlo anche a me stesso.
Non voglio minimamente pensare a lei... NO!
"Riposa un po' piccola. "
"Tu, non te ne vai però vero?"
Me lo chiede impaurita.
"No, resto con te tranquilla. "
Chiude gli occhi. Le dò un bacio sulla fronte e la tengo per mano finché, non si addormenta.

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