Sabato era arrivato ed avevo capito cosa mi stavo dimenticando.
I miei genitori volevano sapere dove andavo ogni volta e quindi non potevo dire apertamente «Mamma, papà io vado ad una corsa clandestina e ci sarà anche Chad. Ciao».
Dovevo trovare un piano e anche alla svelta.
Chiamai Mike, ma mi ricordai che gli avevo mentito e quindi chiusi la chiamata, prima che lui mi potesse rispondere.
Non sapevo proprio cosa fare.
Proprio in quel momento mi squillò il telefono."Ehy splendida!"
Non mi aspettavo un suo messaggio.
"Ehi Chad"
"Che fai?"
"Niente, tu?"
Non volevo dirgli che non sapevo cosa dire ai miei genitori per quella sera.
"Niente, sono al garage. Vuoi raggiungermi?"
"No, non posso. Ci sono venuta tutti i giorni in questa settimana. Lasciami almeno il sabato!"
Mi piaceva lavorare con lui, ma andando sempre al garage avevo perso di vista lo studio e il mio futuro.
"Ok, allora ti vengo a prendere questa sera. Ciau"
"Va bene. Ciao"
Lasciai il telefono sul comodino e quando arrivai alla porta squillò.
Mi avvicinai e lo presi in mano."Mittente: Numero privato
Se non vuoi perdere chi ami, lascialo perdere. Non è un ragazzo per una sfigata come te"Chi poteva mandarmi dei messaggi simili?
Colton?
Cosa voleva da me?
Sapevo che a Colton non stavo simpatica, ma non lo avrebbe mai fatto."Chi sei? Non sono affari tuoi chi frequento o no. Quindi non mandarmi più questi messaggi, grazie"
Cercai di inviare il messaggio, ma non ci riuscì.
Andai al piano inferiore, ma la mia testa era altrove.
«Ehi Asa!» urlò mia madre spazientita.
Mi girai verso di lei. «Che c'è mamma?».
Lei incrociò le braccia al petto.
«Ti stavo chiamando, ma tu non mi rispondevi! Ha chiamato il capo di tuo padre ed ha organizzato per questa sera una cena con tutti i figli degli impiegati. Sei stata invitata anche tu» disse mia madre rassegnata.
Secondo me stava pensando a tutti i casini che avrei potuto combinare.
Infatti. «Ti chiedo solo di non fare troppi casini, ok?».
L'unica cosa che potevo fare era prometterglielo.
Andai in camera per chiedere delle spiegazioni a Chad, ma lui mi aveva preceduto."Ho fatto in modo che tu questa sera possa uscire. Vestito elegante per la cena e non dimenticarti di quelli di ricambio per il dopo. A sta sera"
Che bravo, aveva pensato proprio a tutto.
Ma la domanda che mi era entrata in testa era: Come aveva fatto a convincere suo padre a fare tutto ciò?
Mia madre che era molto attenta a queste cene mi informò che saremmo andate a fare shopping.
A lei non piaceva andare nei negozi da quattro soldi, quando si trattavano di cene eleganti, ma andava sempre nelle boutique più alla moda e costose.
La sua Bmw era molto comoda e a volte mi piaceva restare seduta sul sedile senza fare niente.
Mia madre mise in moto e fece retromarcia nel vialetto di casa.
Non volevo andare a fare compere insieme a lei, ma toccava farlo.
Fare shopping insieme a mia madre è la cosa più difficile del mondo.
Dovevo comprare solo le cose che piacevano a lei, anche se non piacevano a me.
Che schifo, vero?
Eravamo arrivate nel viale delle boutique più chic della nostra città e ora dovevamo solo girare tutti i negozi.
Nel primo negozio avevo visto un bellissimo abitino nero che a mia madre non era piaciuto, quindi non potei acquistare.
Nel secondo e terzo negozio non trovammo nulla che piaceva a nessuna delle due e quindi andammo altrove.
«Eccolo, lo abbiamo trovato!» disse mia madre mentre teneva in mano un abito nero di seta lungo fin sopra al ginocchio e delle spalline molto fine.
Non era molto attillato né troppo scollato e quindi io e mia madre eravamo riuscite a trovare un abito che piacesse ad entrambe.
Ora che avevamo un abito ci mancava di abbinarci "solo" una pochette, un coprispalla e una paio di scarpe.
La pochette potevo riutilizzarne una che avevo a casa e quindi andammo alla ricerca di un coprispalla e un paio di sandali eleganti.
Dopo aver girato alcuni negozi e una pausa caffè eravamo riuscite a trovare tutto quello che ci serviva. Un coprispalla nero e un paio di sandali neri con il tacco che non mi facevano male.
«Questa sera ti verrà a prendere Chad. Mi prometti che non combinerai guai?» disse lei mentre ci facevamo una passeggiata con le varie buste dello shopping in mano.
«Tranquilla mamma, non succederà niente» la tranquillizzai.
Per non finire così la giornata di shopping mia madre chiamò la sua estetista che ci fece la manicure. Chiese anche se potevano occuparsi del trucco.
Tornammo a casa che mia madre era riuscita anche a trovare un posto anche dalla sua parrucchiera e quindi ero pronta per quella sera.
Mi era piaciuto passare la giornata a fare shopping insieme a mia madre.
Passare del tempo con la propria madre è la cosa più bella che un/a figlio/a possa desiderare.
Restammo ancora a gironzolare per la città. Avevamo pranzato insieme in uno dei ristoranti in centro e avevamo passato tutto il pomeriggio a fare dell'altro shopping.
Ora avevo bisogno di una cabina armadio più grossa.
«Sai, dovremmo farne altre di giornate come queste» disse mia madre mentre parcheggiava la sua auto in garage.
«Hai proprio ragione. Dovremmo farlo più spesso» confermai.
Mancava quasi un'ora prima che Chad mi venisse a prendere e dovevo prepararmi.
Salì le scale con le buste sulle mani ed entrai in camera, dove le appoggiai temporaneamente sul mio letto.
Presi il vestito e gli staccai il cartellino e lo misi.
Più mi guardavo allo specchio e più ero orgogliosa del mio nuovo acquisto.
Ero riuscita a mettermi il vestito senza rovinarmi il trucco e questo per me era una gran traguardo.
Finì quasi di prepararmi mettendomi il coprispalle e lasciando all'ultimo minuto i sandali.
Preparai uno zaino dove misi un paio di jeans e una t-shirt per il dopo cena.
Lo buttai fuori dalla finestra in modo che i miei genitori non lo vedessero quando uscivo di casa.
Sentì bussare ed entrò mia madre che vedendomi così femminile, mi sorrise orgogliosa. «Sei bellissima».
«Grazie mamma» la ringraziai sorridendole.
Più guardavo mia madre più mi accorgevo che se rimanevamo ancora così, sarebbe scoppiata a piangere.
Lei si schiarì la voce. «Asa scendi, Chad è arrivato».
Finì di mettermi i sandali e feci un gran respiro.
Uscì dalla mia stanza ed andai incontro al mio accompagnatore.
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TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]
Romance[IN REVISIONE] Una bottiglia di Jack Daniels ti può far provare cose che non immagini, ma se esageri ti fa fare brutte figure. Asa se ne accorta quando ad una festa il suo migliore amico le lancia una sfida. Cosa ci può essere di peggio fare una...