Epilogo

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  Ero al quarto mese di gravidanza e un po' di pancia di vedeva.
Mia madre si era accorta dei piccoli cambiamenti e delle volte che andavo in bagno per vomitare pure l'anima.
Certo, né mia madre né mio padre furono contenti della novità, ma quando gli feci capire che quel bambino per me era tutto mi dissero che mi avrebbero supportato in tutto quello che avrei deciso di fare.
Mia madre mi disse che dovevo andare da Cam e Coleen per dirgli che sarebbero diventati nonni fra altri cinque mesi.
Mi presentai a casa loro senza preavviso e per fortuna li trovai entrambi a casa.
«Devo dirvi una cosa molto importante» dissi mentre ci sedevamo in salotto.
«Dicci, cara» disse Coleen.
La madre di Chad era sempre così carina con me.
Cosa avrebbe detto dopo la notizia?
«Non é facile dirlo, ma sono al quarto mese di gravidanza» dissi tutto d'un fiato.
Non volevo nessun tipo d'aiuto da parte loro. Mi bastava solo la loro presenza come nonno e nonna.
Non volevo altro per mio figlio o mia figlia.
Pensavo di essere cacciata da quella casa, ma Coleen mi abbracciò forte. «Sono felice per te, cara».
Anche Cam mi abbracciò ed iniziarono a farmi domande sul bambino.
Ancora non avevo fatto l'ecografia per scoprire il sesso del bambino ed ero felice che partecipassero insieme ai miei genitori.
Avevo prenotato l'ecografia dopo una settimana e ci sarebbero stati tutti e quattro i nonni.
Ero fortunata di averli li accanto.
Nessuno dei quattro mi aveva abbandonata o chissà altro ed ero felicissima.
Il giorno dell'ecografia i miei genitori erano agitati ed emozionati.
Ci saremmo trovati in ospedale con gli Evans.
In sala d'aspetto mia madre era agitata e camminava avanti e dietro, mentre Coleen si tormentava le mani.
Mio padre e Cam parlavano tutto tranne che di bambini.
Eravamo circondati da future madri in ogni fase della gravidanza.
La mia ginecologa ci chiamò ed entrati nella sua stanza mi fece stendere sul lettino.
Avevo già fatto altre le ecografie e mi avvantaggiai tirandomi su la maglia.
«Bene, ora vediamo chi sei piccolo furfante» disse la dottoressa, mentre mi metteva il gel gelido sulla pancia.
Con la sonda andò a cercare il bambino.
Lei stava guardando sullo schermo mentre io mi concentravo sul battito del suo piccolo cuoricino.
Tum, tum, tum.
Sembrava andare alla stessa velocità del mio.
Ciao piccolo, fra qualche mese ci incontreremo. Non vedo l'ora.
Mia madre aveva le lacrime agli occhi e mio padre la teneva stretta con un braccio sulla vita.
Anche gli Evans erano eccitati.
«È un piccolo lottatore» disse la dottoressa quando si fermò sopra il mio piccolo.
Si, era un bimbo bellissimo.
Era il mio bambino e quello di Chad.
Sarà il bimbo più dolce e gentile che io conoscerò.
Se incontrerà una ragazza che gli vomiterà tutto il Jack Daniels sulla maglia solo perché cercava di vincere una scommessa, gli dirò di parlarci e non arrabbiarsi con lei e che forse sarà la sua anima gemella.
Il piccolo Jack Evans é la mia vita e niente potrà cambiare le cose.
Se non avessi incontrato Chad in quel pub il piccolo Jack ora non sarebbe dentro la mia pancia.
Le nostre vite sarebbero state separate come due linee parallele che non si sarebbero incontrate mai.
Però le nostre vite si sono incontrate.
Abbiamo avuto momenti buoni e altri no, ma qualcosa di buono in questa storia è venuto fuori.

TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora