15 Capitolo

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  La mattina quando mi alzai ero troppo felice per la serata che avevo appena passato con Chad.
Quando ero tornata i miei erano a dormire e non avevo dovuto spiegare con chi avevo passato la serata.
Quando scesi in cucina mia madre mi guardava curiosa.
«Come è andato quella cosa che avevi ieri sera?» chiese lei bevendo la sua tazza di caffè.
«Niente di che» risposi trattenendo un sorriso.
Lei continuava a guardarmi cercando di captare qualche mio cambiamento.
Finì il suo caffè mentre io mi stavo preparando il mio.
Mia madre mi accompagnò a scuola.
Le avevo raccontato che avevo litigato con Mike, ma non sapeva il vero motivo.
All'entrata ad aspettarmi c'erano Chad e Colton.
Nessuna traccia di Mike e Kaori.
Ridemmo e scherzammo fino a quando non arrivammo davanti alla porta della mia classe.
Prima di andarsene Chad mi stampò un bacio sulla guancia e furono molte le facce che si girarono a vedere quest'evento.
«A dopo» mi disse facendomi l'occhiolino.
Lo salutai ed entrai in classe.
Kaori non era al suo posto ed era molto strano.
Lei arrivava sempre prima di me e si sedeva sempre al banco al mio fianco.
Guardai ogni angolo della classe, ma lei non c'era.
Quando il prof Blanc entrò in classe ci informò che Kaori sarebbe tornata in Giappone con la famiglia.
Nello istante che quelle parole uscirono dalla bocca del professore mi suonò il telefono.

"-1 . Quanto durerà anche il tuo migliore amico gay?"

Era lo stesso numero sconosciuto che mi aveva inviato lo stesso messaggio dell'altra volta.
Mi guardai intorno per vedere se qualche compagno di classe teneva in mano un telefono o mi stava guardando con aria di sfida, ma nulla di tutto ciò.
Centrava questo sconosciuto con l'allontanamento di Kaori?
Uscì dalla classe velocemente con lo zaino e mandai un messaggio a Colton.
Un giorno ne avrei parlato con Chad, ma non era questo il momento.
Colton arrivò di fretta e gli feci vedere il messaggio.
Mi prese un polso e mi portò fuori dalla scuola nel parcheggio.
«Dobbiamo andare a controllare a casa di Kaori» gli dissi molto preoccupata.
Lui accettò di accompagnarmi a casa della mia amica.
Davanti alla casa della mia amica c'era un camion dei traslochi ed uscì dall'auto prima che Colton potesse fermarsi del tutto.
«Kaori!» urlai, entrando nella casa.
La porta era aperta per far entrare ed uscire i traslocatori più facilmente.
Sapevo bene dove era la sua stanza e ci andai di corsa.
Lei era seduta sul suo letto a guardare i traslocatori che portavano via le sue cose.
«Kaori» dissi prendendo fiato.
Lei mi guardò e notai che aveva gli occhi lucidi e gonfi per il pianto.
«Ehi, Asa» disse lei tirando su con il naso.
«Che è successo? Perché ve ne state andando?» chiesi preoccupata.
Lei aspettò che i due uomini uscirono dalla stanza con la sua scrivania.
«Mio padre ha perso il lavoro e mia madre prende troppo poco per poter vivere qui» spiegò.
Mi sedetti accanto a lei e l'abbracciai.
Anche dopo quello che era successo fra noi lei ricambiò il mio abbraccio.
«Dove andrai a vivere?» le chiesi.
«Torneremo in Giappone. La nonna ci ospita» rispose.
Ero dispiaciuta di perdere un'amica come lei, ma non sapevo proprio cosa fare per aiutarla.
Colton entrò nella stanza di Kaori bussando e la mia amica mi guardò con curiosità.
Le spiegai tutto. «Mi è arrivato un messaggio oggi e parlava della tua partenza. Non so chi sia. Colton mi aiuta a capirlo».
Le parlai anche del primo messaggio e lei mi ascoltò attentamente.
Dopo qualche minuto entrò la madre di Kaori, Mako.
Scoprì che il padre della mia amica lavorava per una grande compagnia.
Colton mi promise di scoprire di chi fosse questa grande azienda.
Io e Kaori tornammo ad essere migliori amiche come sempre, ma il momento dell'addio era vicino e ci saremmo dovute dire presto addio.
Chad scrisse un messaggio a Colton per chiedergli perché era uscito dalla classe molto velocemente dopo aver visto il telefono.
«Ti verrà a prendere Chad» mi comunicò lui facendomi l'occhiolino.
Lui se ne andò lasciandomi parlare con la mia migliore amica.
«Da quanto tu e Colton siete così amici?» mi chiese lei.
«Il tempo cambia le persone. Poi mi piace parlare con lui» risposi.
Era vero, mi piaceva parlare con Colton, era un buon amico.
Raccontai alla mia amica della serata passata con Chad e del bacio.
Lei mi guardava felice. Non so se era felice per me o perché le stavo raccontato qualcosa della mia vita.
Chad arrivò mentre stavamo bevendo un tè preparato da sua madre.
Non so di che cosa si trattava, ma era buonissimo.
L'abbracciai e le promisi che le cose sarebbero cambiate.
Chad mi stava aspettando in macchina senza intromettersi fra un forse-addio.
Attraversai il vialetto della casa ed entrai in macchina.
«Ciao» lo salutai sorridendo.
Lui si sporse verso di me e mi baciò sulle labbra. «Ciao».
Partimmo per andare al nostro posto segreto.
Quando arrivammo mi tornarono in mente le prime volte che ci eravamo venuti, quando mi aveva fatto guidare la sua auto.
Uscì dall'auto e lui fece lo stesso.
«Perché siamo venuti qua su?» chiesi.
Stavo guardando il bel panorama e lui mi abbracciò da dietro. «Per il panorama, ovvio».
Sentivo il suo petto premere sulla mia schiena e il mio cuore batteva all'impazzata.
Riuscivo a sentire il suo, ma era più calmo del mio.
«È bellissimo, infatti» dissi.
Il sole stava scendendo e i bellissimi colori del tramonto arrivarono.
Lui mi baciò sulla guancia e continuava a stringermi forte a sé.
Appoggiò il mento sulla mia spalla, ma invece di guardare il panorama, guardava me.
Non eravamo qui per il panorama?
«Che c'è?» chiesi.
«Niente, sto ammirando il bellissimo panorama» rispose sorridendomi.
Mi girai in modo che fossimo uno di fronte all'altro e misi le mie mani tremanti sulle sue guance.
Mi alzai sulle punte per avvicinarmi di più al suo volto e lo baciai.
Non sapevo bene come comportarmi, ma lui sapeva passare sopra alla mia inesperienza.
«Sei bellissima» disse fra un bacio e l'altro.
Erano baci leggeri che si intensificarono sempre di più. A me stava bene?
Le sue mani erano sui miei fianchi e mi spinse delicatamente verso la portiera della sua auto.
Se volevo scappare non potevo farlo. La domanda è: Volevo scappare?
Ero intrappolata fra uno strato di lamiera ed il suo corpo caldo che mi faceva perdere la razionalità.
Si staccò da me e avevamo entrambi bisogno di riprendere fiato.
«Wow» dissi rossa in volto.
Lui mi guardò malizioso e mi prese per mano. «Lo dovrei dire io, tesoro».
Mi portò a casa in auto e poi mi salutò baciandomi.
Forse stavamo sfidando troppo il destino, ma ero troppo felice per dovermi preoccupare di doverlo dire ai miei di quello che c'era fra me e Chad.
Io amavo Chad.



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