4 Capitolo

275 15 0
                                    

Come avevo pensato la sera prima Chad fece finta di non vedermi e anche se non mi piaceva essere trattata così.
Mike che mi era stato accanto fino a quel momento mi salutò per andare da alcuni suoi compagni di classe che lo stavano chiamando.
Quindi ero io che non ero stata capace di trovare amici nella nuova classe.
«Ehy Asa!» urlò la mia compagna di classe Kaori mentre stava correndo verso di me.
Io mi fermai e mi girai verso di lei.
«Ciao Kaori. In Giappone non ti hanno insegnato che non si corre e non si urla nei corridoi di scuola, soprattutto di prima mattina?» dissi borbottando.
Lei si fermò accanto a me e stava riprendendo fiato.
«Non vado a trovare molto spesso i miei parenti in Giappone e poi avevo cinque anni quando sono arrivata qui. E poi non stavo urlando» spiegò.
«Va bene non stavi urlando. Che cosa volevi dirmi?» chiesi alla mia amica.
«Sabato ci sarà una festa. Ci andiamo?».
La guardai strabuzzando gli occhi. Sapeva cosa era successo alla festa di qualche giorno prima che iniziasse la scuola? Forse no.
«Non voglio andare a nessuna festa. Se tu e Mike volete andarci a me sta bene. Ora andiamo in classe» le dissi, affrettando il passo.
In classe stavano parlando della festa di sabato.
Un ragazzo che ancora non avevo imparato il suo nome mi chiamò. «Verrai alla festa di sabato? Sai mi sono perso quella in cui hai dato il meglio di te».
Che spiritoso, non lo sopportavo proprio.
«Mi dispiace che tu non abbia visto il mio spettacolo, ma non ce ne saranno altri e comunque no, non ci sarò alla festa di sabato» dissi mettendomi seduta al mio posto.
Suonata la campanella arrivò un professore nuovo che ci avrebbe insegnato la fisica. «Buongiorno ragazzi, sono Kenneth Thomas e sarò il vostro insegnate di fisica. Spero che ci troveremo bene. Ora presentatevi voi» ci disse.
Il professore ci chiamava in ordine alfabetico e noi dovevamo alzarci e fare una piccola presentazione. Bè non c'era molto da dire.
La lezione andò avanti per due ore e quando scoprimmo che il professore della terza ora non c'era eravamo felici, ma arrivò la prof di matematica.
Ci disse che la prossima volta avremo fatto un test d'ingresso per valutare i nostri livelli nella sua materia.
La prof ci lasciò con un esercizio da fare per casa impossibile e i miei compagni ricominciarono a parlare della festa.
Le ultime due ore arrivò il professore di letteratura che ci fece discutere di vari autori di cui avremmo parlato durante l'anno.
Mike mi aspettava fuori dalla classe e insieme a Kaori ci dirigemmo verso un fast food vicino alla scuola.
Mentre passeggiavamo lungo il marciapiede ci passò accanto l'Hummer di Chad e si fermò.
Scese dalla macchina e ci raggiunse.
«Ehià» disse salutandoci con la mano, ma guardava solo me.
Mi aveva ignorato tutta questa mattina, ma ora che è da solo si è fermato per parlarmi.
«Ehià» rispose il mio amico Mike guardandolo come se Chad fosse un bel bocconcino.
Lo era veramente, ma non era questo il momento di fare queste affermazioni.
Bé il giorno prima si era comportato come se non fosse successo niente, ma quando si trovava con i suoi amici mi ignorava.
«Asa noi ci incamminiamo verso il cibo» disse Mike mentre prendeva per un braccio Kaori che non capiva il motivo per il quale se ne stavano andando.
Chad continuava a guardarmi e quando i miei amici se ne andarono iniziai a dirgliene quattro.
«Mi parli ora perché non ci sono i tuoi amici in giro?» dissi mentre incrociavo le braccia al petto.
Lui mi guardò sorpreso. «Non ti ho ignorato. Ti ho vista, ma non mi sono potuto allontanare» disse cercando di chiarire le cose.
«Già, eri troppo impegnato a parlare della festa di sabato con i tuoi amici e di quante tipe ti farai. Comunque non mi importa. Ora voglio solo andare a mangiare qualcosa perché ho fame» dissi iniziando a camminare.
Lui mi seguiva e quando vide che non mi sarei fermata mi prese per un braccio e si fermò. Provai a divincolarmi, ma lui era più forte di me.
Lo guardai e non potendomi muovere sbuffai. «Cosa vuoi?!»
«Sabato alla festa vieni con me?» mi chiese.
Iniziai a ridere e lui mi guardò come se fossi pazza, ma qui il pazzo era uno solo e quello era lui. Come poteva chiedermi di andare alla festa con lui?
«Tu sei pazzo. Fai il bravo e vallo a chiedere a qualcun'altra. Ho deciso di non andare alla festa» dissi.
Piano piano riuscì ad evadere dalla sua presa, ma non scappai via, anche perché lui mi avrebbe raggiunto.
«Non voglio chiederlo a nessun'altra, solo a te. I miei amici non ti infastidiranno, te lo prometto» cercò di convincermi.
Scrollai la testa innervosita. «Chad a me non importa niente dei tuoi amici. Non voglio andare alla festa. Avevo deciso di vedere un film insieme a Kaori e Mike» dissi, ma era una gran balla e speravo che non lo capisse.
«Ti ho chiesto di venire con me, perché non avevo molta voglia di andarci e se ci andavamo insieme ci saremo divertiti» disse lui mentre faceva la faccia da cane bastonato e gli riusciva molto bene.
«Ora devo andare, ho fame» dissi sperando che mi lasciasse andare senza fare storie.
«Dammi il tuo telefono» disse aspettando il mio telefono.
«Cosa ci vorresti fare con il mio telefono?» chiesi.
«Ti segno il mio numero».
Presi il telefono dallo zaino e glielo diedi.
Scrisse il suo numero e lo salvò. «Bene, ora hai il mio numero. Non ti dimenticare di farmi uno squillo».
Quando arrivai al fast food avevo il mal di testa e mi era passata la fame. I miei amici che erano seduti su uno dei tavoli vicino alla finestra vollero sapere tutto.
«Come hai potuto rifiutare di andare alla festa con Chad Evans!» disse Mike urlando.
Era semplice ero stanca e volevo rimanere da sola a guardare American Horror Story o una qualsiasi serie tv in streaming.
Parlarono un altro po' di quanto sia stata stupida a non accettare il suo invito e dopo aver finito il mio cibo presi il primo autobus e tornai a casa.
La casa era vuota e andai in camera per potermi avvantaggiare nei compiti di matematica. Misi le cuffiette e ascoltai la musica mentre finivo i compiti.
Non so quando arrivarono i miei genitori, ma quando arrivò mia madre se la prese con me perché non avevo apparecchiato.
La cena era uno dei soliti piatti riscaldati al microonde e ancora mi chiedevo il motivo, per il quale, avevamo una cucina con molto spazio per preparare qualsiasi cosa che non si metteva in un aggeggio come il microonde.
Dopo cena andai in camera e mi cambiai per andare a dormire.
Mi ero distesa sul letto e mentre guardavo il mio telefonino sul comodino mi venne l'impulso di prenderlo in mano.
Le mie dita si mossero da sole e mi ritrovai a fissare il contatto di Chad.
Aggiornai la lista dei contatti che avevano Whatsapp e vidi la sua immagine profilo.
Era al mare in costume e stava sorridendo. Sorrisi solo guardandolo.
«Chad Evans perché vuoi che venga insieme a te sabato?».

TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora