33 Capitolo

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  I genitori di Chad staccarono la spina alle macchine che tenevano in vita loro figlio qualche giorno dopo.
Io non potevo lasciarlo andare, ma i medici mi avevano aiutato a capire che Chad non sarebbe più tornato.
Sua madre e suo padre erano distrutti e io ero già crollata quando Colton mi aveva chiamata per dirmi che dovevamo andarcene.
Bonnie, Drew, Mike e Kaori erano passati a vedere come stava Chad e si erano preoccupati per me.
Il funerale di Chad si svolse dopo due giorni e fra il dolore e la mia stanchezza fisica mi sentivo a pezzi.
I genitori di Chad mi avevano chiesto di fare un discorso, ma non me la sentivo di farlo.
Certo, amavo loro figlio, ma sono sicura che non sarei riuscita ad esprimere quello che provavo.
Abbandonata dall'unico amore della mia vita.
Volevo urlare e piangere fino a quando le lacrime non riescono più ad uscire, ma qualcosa mi impedisce di farlo.
Voglio poter rivedere Chad e dirgli tante volte che lo amavo e continuo a farlo e non voglio rimanere senza di lui, ma non posso più farlo.
Mia madre preoccupata per i miei sintomi mi disse che dovevo andare dal dottore perché secondo lei covavo qualcosa.
Ci andai, anche perché sembrava veramente qualcosa di grave.
Mi capitava di essere così stanca da addormentarmi ovunque.
Un giorno mi ero anche addormentata a scuola e il professore mi aveva mandato in infermeria perché ero pallida.
Mi sentivo uno straccio, avevo anche dolori alla schiena e avevo sempre fame.
Il dottore mi fece fare delle analisi approfondite e fra qualche giorno sarebbero arrivati i risultati.
In più si era aggiunto che da un mese non mi venivano le mestruazioni.
Lo stress e tutto quello che derivava dalla morte di Chad poteva farmi saltare il ciclo, vero?
Ogni giorno portavo fiori sulla tomba del mio ragazzo (non riuscivo a dire ex ragazzo) e parlavo con lui di tutto quello che mi capitava.
So che veramente lui non poteva sentirmi, ma mi sentivo meglio.
Dopo una settimana arrivarono le risposte delle analisi e oltre al foglio con i valori ce n'era un altro dove mi chiedevano di fare analisi più specifiche.
Fino a li andava tutto bene, ma che tipo di analisi dovevo fare?
Non ne capito il motivo.
«Che c'era scritto nelle analisi?» mi chiese Bonnie.
Ogni tanto mi capitava di rifugiarmi a casa sua e di Drew.
Mi piaceva stare con loro e mi sentivo bene.
Bonnie aveva iniziato ad uscire con Colton ed ero felice per loro.
«C'era scritto che devo fare delle analisi più specifiche» risposi.
Ero seduta sul divano insieme a Drew, mentre sua sorella preparava i pop corn.
Stavamo per iniziare la nostra serata dedicata ai film.
«Che ti hanno detto di fare?» chiese curiosa Bonnie.
«Devo fare le analisi del sangue beta hcg e le urine» risposi.
Drew si girò verso di me con gli occhi spalancati e Bonnie non emetteva nessun suono.
«Che succede?» chiesi preoccupata.
Bonnie prese la ciotola con i pop corn e ci raggiunse. «Quando ti sono arrivate l'ultima volta?».
Ci pensai su. «Non me lo ricordo».
«Questo mese?» domandò di nuovo.
«No, questo mese no» risposi.
Lei fece schioccare le dita come se avesse trovato la cura contro il cancro.
«Sei incinta» disse mettendosi a saltare sul divano.
In quel momento non c'era nulla da essere felici.
Un bambino.
Nella mia pancia.
No, impossibile.
«Impossibile» esclamai.
Non riuscivo a prendermi cura di me stessa, come potevo prendermi cura di un altro essere umano?
«Dovresti fare il test di gravidanza» mi propose la mia amica.
Non ci avevo pensato di fare un test, ma da quello che avevo capito lo avrebbero fatto i medici.
Finito il film tornai subito a casa ed iniziai a pensarci sul serio.
Se ero veramente incinta?
Certo, c'era stato quel giorno che lo avevamo senza protezioni, ma me ne sarei accorta, no?
Mi addormentai con la mano sulla pancia, come se si fosse veramente qualcosa li dentro.
Dopo due giorni tornai a fare le analisi più dettagliate.
Questa volta ero più agitata.
Se le analisi dicevano che ero incinta, cosa avrei fatto?
Ero ancora giovane per essere madre, ma quel bambino era l'unica cosa che mi restava di Chad.
Sarei stata una buona madre?
A proposito di madre, ancora la mia non sapeva niente.
Le avevo detto che dovevo prendere una medicina e sarei stata meglio dopo una settimana circa.
Nessuno oltre Bonnie e Drew sapevano di questa possibilità.
Dopo dieci giorni arrivarono le risposte e fortunatamente ero da sola in casa.
Non so come avrei spiegato quella busta da lettere segnata a mio nome.
Presi le chiavi dell'auto ed andai al cimitero.
Se veramente ero incinta volevo saperlo accanto a quello che rimaneva di Chad.
Il padre del mio bambino.
«Ciao Chad» lo salutai.
Mi sedetti davanti alla sua lapide con la busta in mano.
«Forse siamo in un bel casino» dissi sventolando la busta. «Ci sono probabilità che io sia incinta. Lo dirà quello che c'è scritto qui dentro».
«Volevo aprirla insieme a te» dissi sorridendo.
Iniziai a strappare una parte della busta per prendere i fogli all'interno.
Presi il contenuto e iniziai ad aprirlo.
Quando iniziai a leggere le lacrime iniziarono a bagnarmi il viso.
Non erano lacrime di tristezza, ma di gioia.
Le cose da quel giorno sarebbero cambiare e dovevo mettercela tutta per resistere.
«Chad, sono incinta».

TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora