25 Capitolo

129 5 0
                                    

Il suo corpo si era irrigidito e io avevo smesso di respirare.
La barba era più lunga di quando lo avevo visto al pub e i capelli erano arruffati.
«Asa, questo è Chad» disse Kyle.
Purtroppo io conoscevo già quel ragazzo e vederlo abbracciare un'altra mi fece capire che non potevo andare avanti.
Io lo amavo ancora.
«Ciao» dissi distogliendo lo sguardo.
Kyle mi teneva stretta e non riuscivo a liberarmi.
«Chad è impegnato, ma conosco qualcuno che non lo è» disse e poi si indicò, ma non fece in tempo di terminare la frase perché Chad parlò.
«Sta zitto Kyle!».
Il suo tono era diverso e mi faceva paura.
La ragazza avvicinò il suo corpo a quello di Chad e poi gli disse qualcosa nell'orecchio.
Chad si allontanò insieme alla ragazza e mi sentivo male.
Lui era riuscito ad andare avanti, mentre io non ero riuscita neanche a dimenticarmi del colore dei suoi bellissimi occhi.
Non avevo molta voglia di restare alla festa ora che avevo visto che c'era anche Chad.
Andai alla ricerca dei miei amici, ma sembravano divertirsi, quindi rientrai da sola.
Pensavo di passare una bellissima vacanza, ma tutta la tristezza che avevo provato fino a pochi giorni prima era tornata.
Riuscì ad arrivare in bagno in tempo per vomitare tutta la cena e mi cacciai un dito in gola.
Mi alzai e mi pulì la faccia.
Mi guardai allo specchio e la mia faccia era bianca come un lenzuolo.
Le lacrime iniziarono a scendere.
Sentì bussare e scesi le scale.
Aprì la porta e mi ritrovai Chad davanti.
«Che ci fai qui?» gli chiesi.
Mi guardò preoccupato, ma poi abbassò lo sguardo.
«Voglio solo dirti che non è quello che pensi» disse.
Sospirai.
Dovevo essere forte e dirgli che ero andata avanti anche se tutto era rimasto come quel dannatissimo giorno.
«Chad, non voglio spiegazioni. Vattene per favore» dissi chiudendo la porta.
Rivederlo non è stata una buona idea.
Andare a quella festa non è stata una buona idea.
Rimasi come paralizzata davanti alla porta e le lacrime che avevano ripreso a scorrere.
Ero sola in quella casa e tutto mi sembrava stretto.
Trovai il suo numero e la chiamai.
«Pronto?» disse lei.
«Bonnie, ti va di fare un'ora di viaggio per venirmi a prendere?» dissi tirando su con il naso.
«Ehi Asa. Va tutto bene?» disse con tono preoccupato.
«No, non va bene affatto» dissi.
Le diedi il mio indirizzo e mi promise che sarebbe stata qui il più presto possibile.
Avevo bisogno di passare del tempo a pensare e lo avrei fatto insieme a Bonnie.
Intanto che aspettavo rimisi le mie cose in valigia e guardai dalla finestra il mare.
Bonnie arrivò con qualche minuto di anticipo e salì sulla sua macchina il più velocemente possibile.
Mi ero dimenticata di scrivere qualcosa ai miei amici, ma li avrei chiamati il giorno dopo.
La casa di Bonnie non era molto grande, ma mi sarei adattata anche a dormire sul divano, lo giuro.
«Vuoi parlarne?» disse lei.
Iniziai raccontandole di Kyle che aveva invitato me e i miei amici ad una festa.
Le raccontai anche che ci avevo trovato Chad insieme ad una ragazza.
Poi lui aveva deciso di venire nella casa che avevamo affittato insieme ai miei amici e dirmi che non era come pensavo.
«Voglio solo restare un po' da sola per pensare» dissi.
Lei si avvicinò e mi abbracciò.
Mi disse che in questa casa non sarei mai stata sola.
Non perché lei sarebbe stata sempre accanto a me, ma perché lì dentro non ci abitava solo Bonnie.
Proprio in quel momento un ragazzo con una borsa per chitarra entrò in casa.
«Bonnie, lei chi è?» disse il ragazzo.
«Non fare lo scorbutico. Questa ragazza userà la tua stanza per un po'. Tu dormirai sul divano» disse Bonnie avvicinandosi al ragazzo.
«Posso dormire io sul divano» dissi.
Non volevo essere d'impiccio.
«Sei tu l'ospite e Drew può dormire sul divano per un po'» disse Bonnie avvicinandosi a Drew.
Drew sospirò e mi disse di seguirlo.
Presi la mia valigia e gli andai dietro.
Aprì la porta della sua stanza e mi fece entrare.
«Posso stare io sul divano» dissi ancora.
Era un bel ragazzo.
Non era troppo muscoloso e aveva i capelli scuri.
Gli occhi scuri erano incorniciati da ciglia lunghe.
«Io sono Asa» dissi presentandomi.
«Drew» disse appoggiando la chitarra in un angolo.
Prese qualcosa dall'armadio e poi uscì.
Mi ritrovai in quella stanza da sola e mi sedetti sul letto.
Era una stanza semplice.
C'erano poster di band che non conoscevo, ma a parte quello era una semplice camera di un ragazzo.
In quell'appartamento c'era un solo bagno e quindi dovevo aspettare che Drew uscisse.
Presi le cose che mi servivano e poi uscì dalla stanza ad aspettare.
Lui uscì dal bagno e mi fece entrare.
«Grazie» dissi.
Non lo stavo solo ringraziando per il fatto che mi faceva passare, ma anche perché mi aveva permesso di restare nella sua stanza.
«Di nulla» disse.
Entrai e mi misi il pigiama.
Mi lavai i denti e poi uscì.
Drew era disteso sul divano.
«Buonanotte» dissi.
«'Notte» rispose.
Entrai in camera e chiusi la porta.
Scostai le coperte e mi distesi.
Le coperte erano profumate di sapone e il profumo maschile di Drew.
Mi addormentai annusando il cuscino.

TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora