12 Capitolo

190 9 0
                                    

           

Tutta la settimana andò avanti così.
Fra Chad, Mike e Kaori non avevo un attimo di tempo.
Quando non mi trovavo con loro, ero a casa a fare i compiti.
Della Mustang si occupava Chad e a volte si faceva aiutare da Colton.
Ogni tanto gli mandavo un messaggio se voleva che andassi ad aiutarlo, ma mi diceva ogni volta che dovevo pensare alla scuola.

"Stai tranquilla. Quando è finita ti mando una foto :)"

Avevo visualizzato il suo messaggio mentre stavo facendo una pausa dallo studio.

"Grazie, ma dimmi quando posso venire ad aiutarti. Mi piace lavorare alla Mustang."

Volevo aggiungere anche che mi piaceva stare in sua compagnia, ma non sapevo come l'avrebbe presa.
Certo, mi aveva detto che ero sua amica e che gli piaceva stare in mia compagnia, ma non sapevo cosa fare.
Non volevo fargli capire cose che non esistevano.
A volte capitava che pensavo a lui in un modo diverso da un amico, ma lui per me era solo questo.
Un amico.
Le cose fra noi erano iniziate molto male, ma ora erano cambiate molto in fretta.
Il mio cervello pensa a diversi motivi per cui le cose sono cambiate, ma il mio cuore ride ad ognuno di quelli. Poi era impossibile.
Chad era molto carino con me, anche se gli avevo rovinato una maglietta ed avevo fatto una figura di cacca immensa.

"Va bene. Allora quando hai finito di studiare vieni al Garage"

Ormai il Garage era diventato la mia seconda casa e più i giorni passavano e più cambiavo idea su Colton.
Eravamo diventati amici, ma non troppo.
Finì di studiare e mi cambiai per andare da Chad. Uscì dalla mia stanza e mi precipitai verso la porta d'ingresso.
«Asa?» mi chiamò mia madre.
«Sì mamma sono io. Ho finito i compiti ed esco un po'» dissi aprendo la porta.
Presi l'autobus appena in tempo e riuscì ad arrivare al Garage il più velocemente possibile.
Ormai conoscevo un po' tutti i ragazzi che lavoravano alle proprie auto e quando entravo non mi fissavano più.
Uno dei ragazzi mi si avvicinò.
«C-ciao» disse.
Non mi ricordavo se il suo nome era Larry o Bobby.
Tirai ad indovinare. «Ciao. Larry?».
Lui arrossì e capì di aver fatto una figuraccia.
«Mi chiamo Bobby, non Larry. Comunque sono venuto qui per chiederti di uscire con me».
Bobby era un bel ragazzo. Occhi castani e capelli tutti spettinati. Portava un paio di occhiali con la montatura nera che gli conferiva un'aria da studente sexy, ma non era come il ragazzo che in quel momento stava lavorando alla mia futura auto.
Non sapevo bene come dirglielo, ma per fortuna arrivò Colton a togliermi l'impiccio.
«Bobby, non pensarci minimamente. Non è la ragazza giusta per te».
Lui arrossì di nuovo e poi guardò Colton con aria di sfida. «Perché è la tua?».
Colton mi guardò e si mise a ridere. «Neanche per sogno, ma fidati lei non è il tipo di nessuno qui dentro».
Salutai il povero Bobby e mi avvicinai alla postazione di Chad insieme a Colton.
«Sai, sei stato molto cattivo» dissi rimproverandolo.
Lui mi guardò. «"Grazie Colton, non dovevi". Così dovevi iniziare la frase» scherzò.
Gli feci una linguaccia e salutai Chad.
«Ehy stellina» disse sorridendo.
«Ehy».
In quel momento stava lavorando alla sua Camaro e lo guardavo mentre sistemava un nuovo pezzo.
Colton aveva deciso di andare a controllare la sua auto ed io e Chad rimanemmo soli.
Si pulì le mani su uno strofinaccio e mi guardò. Non diceva nulla.
«Che c'è?» chiesi a disagio.
Si mosse velocemente ed appoggiò il fianco sull'auto.
«Niente. Ti stavo guardando» rispose
Arrossii.
Perché doveva guardarmi senza avere un motivo?
Lo guardai interrogativa e lui si mise a ridere. Ma che gli prendeva?
«Ehi ragazzi, che ne dite di venire a fare un salto a casa mia? I miei non ci sono» chiese Colton a me e Chad.
Non lo avevo visto tornare e quando aveva iniziato a parlare avevo fatto un salto.
Ci pensai su e decisi che se Chad accettava sarei andata anch'io.
Anche perché cosa ci facevo lì da sola?
«Ci sto amico» rispose Chad avvicinandosi all'amico e gli diede una di quelle strette di mano che fanno i ragazzi.
Si girarono entrambi verso di me. «E tu?».
Li guardavo uno per uno e le loro facce mi incitavano ad andare.
«Va bene. Vengo anche io» risposi.
Chad mi mise un braccio intorno alle spalle e ci dirigemmo verso l'uscita del Garage. Intanto Colton chiudeva le porte a chiave. Gli altri se n'erano andati già tutti.
Non pensavo che potesse esistere una casa più bella e grande di quella di Chad, ma ce l'avevo proprio di fronte.
Per arrivarci siamo dovuti passare in un lungo vialetto con ai lati dei bellissimi fiori.
La casa era bianca con un enorme portico sorretto da colonne in mattoncini.
Accanto c'era un campo da beach volley e un gran garage.
«Wow. Pensavo che nei paraggi la casa più grande fosse la tua» dissi a Chad.
Lui mi guardò. «La casa dei miei è molto più piccola, ma abbiamo più case».
Lo guardavo affascinata.
Colton ci raggiunse dopo aver parcheggiato la sua auto in garage.
«Forza ti faccio fare un giro della casa» disse Colton.
Prima di entrare mi fece vedere dentro il garage, dove c'era anche una stanza dei giochi. C'era il biliardo, Pinball, biliardino, ping pong. In una parete c'era attaccata una televisione grandissima.
Uscimmo da quella meravigliosa stanza e non mi sarei mai aspettata di vedere fuori una staccionata con un fienile rosso.
«Che ci sta lì dentro?» indicai.
Colton guardò nella direzione in cui puntavo il dito. «Ci sono i cavalli. Vuoi vederli?».
Il cavallo era il mio secondo animale preferito è non potevo dire di no alla sua offerta, ma adesso non era il momento adatto. Anche perché si materializzò la sorella di Colton.
«Chaaaaaaaaad» urlò una voce femminile.
La voce proveniva da dentro recinto e non penso che un cavallo sappia parlare.
Domanda: Perché ha chiamato Chad?
In groppa ad un cavallo nero c'era una ragazza magra e bionda.
Indossava una polo e aveva i pantaloni stretti per fare equitazione.
«Ehi Eli, tutto bene?» salutò Chad.
La presunta Eli saltò giù dal cavallo con movimenti leggiadri pensando che se lo avessi fatto io, ora ero per terra con cacca di cavallo in faccia.
«Ora che ti vedo si» rispose Eli raggiungendoci.
«Eli, questa è Asa» mi presentò il fratello, ma sembrava che per lei non esistessi.
«Chad quando vieni di nuovo a trovarmi? Da solo però» disse facendogli l'occhiolino.
Io e Colton eravamo stati tagliati fuori dalla conversazione.
«Lasciamo parlare questi due» disse Colton sbuffando.
Mi prese per il polso e continuammo a fare il giro turistico.
«Odio quando mia sorella si comporta così con Chad. Lui è mio amico e lei é mia sorella». Non eravamo arrivati a dirci tutto quello che ci passava per la testa, ma era un passo avanti.
«Forse tua sorella è interessata a Chad» dissi.
Lui mi guardò. «A te non dà fastidio?».
Lo guardai di conseguenza. «Sinceramente?».
Lui annuii.
«Devo ammetterlo un pochino si» risposi.
Mi dava un po' fastidio vedere Eli che ci provava con Chad, ma cosa ci potevo fare? Eravamo solo amici.
Niente di più e niente di meno.
«Sono contento che tu me l'abbia detto. Mia sorella ha avuto tutto quello che ha chiesto e non te lo sto dicendo per dirti che è viziata. Voglio dirti solo di iniziare a pensare bene su cosa provi per Chad».
Mentre mi spingeva a pensare su cosa provavo per Chad, mi guardava serio.
Iniziavo a fidarmi di quel ragazzo e così gli feci vedere il messaggio che mi era arrivato un po' di tempo prima.
«"Se non vuoi perdere chi ami, lascialo perdere. Non è un ragazzo per una sfigata come te". Cosa vuol dire?» disse lui.
«Non lo so》sospirai.
Non sono sicura che far vedere il messaggio a Colton è stata una buona idea, ma sono sicura di potermi fidare di lui.
«Sai chi è?» chiese.
Io scossi la testa. «Non dirai niente a Chad, vero?».
«È il mio migliore amico, ma farò un'eccezione» rispose.

Ero così felice che lo abbracciai, ma non mi aveva ancora detto se mi aiutava oppure no.

Lui si irrigidì di colpo a quella mia dimostrazione d'affetto. Non era una cosa che facevo di solito, ma ero felice del suo aiuto.
«Ti aiuterò a trovare chi è stato a scriverlo» mi informò.
Finalmente Colton era riuscito a farmi fare il giro dell'elegante casa e ad ogni stanza rimanevo a bocca aperta.
Mi sarebbe piaciuto abitare in una casa simile, ma era troppo grande.
Trovammo Chad ed Eli a parlare in una panchina nel grande portico.
Colton si era offerto ti portarmi a casa ed ero felice che me lo avesse chiesto.
Non sarei riuscita a tornare con Chad.
«Ehi ragazzi, scusate non sono stato molto da compagnia» disse Chad quando ci vide.
Si alzò velocemente dalla panchina ed Eli non mi sembrò molto felice della reazione di Chad.
«Io porto Asa a casa. Tu resta a flirtare con mia sorella quanto vuoi» l'informò Colton un po' disgustato.
Mentre lui andava a prendere la macchina io e Chad rimanemmo da soli.
«Ti accompagno a casa io» disse rivolto verso di me.
«Scusa, ma non posso dire di no a Colton. Si è offerto prima lui e poi mi sembra che tu sei un po' occupato» dissi.
Ma cosa mi stava prendendo?
Non lo guardavo neanche in faccia. Quello che mi aveva detto Colton mi aveva dato da pensare.
Lui annuii con la testa e tornò sulla panchina dove Eli lo stava aspettando.
Colton mi riaccompagnò a casa e ora ero sicura di poter contare su un nuovo amico.
«Ricordati quello che ti ho detto su Chad» disse lui.
Annuii e scesi dalla macchina.
Lo salutai ed entrai in casa pensierosa.
Mi ero dimenticata di dire a mia madre che sarei tornata tardi e così lei mi fece il terzo grado.
Le dissi che ero andata a casa di Colton (verità) ed avevamo fatto una ricerca per scuola (bugia).
Non sapeva che Colton era più grande di me e quindi era impossibile che qualche professore ci ha dato da fare una ricerca da svolgere insieme.
Avevo portato la borsa in camera e poi ero tornata in cucina a cenare.
Quando tornai nella mia stanza presi il telefono che non avevo toccato da quando ero tornata a casa e vidi che c'era una notifica.

Chad.

"Ho fatto qualcosa di male? Mi guardavi come se noi due neanche ci conoscessimo"

I sensi di colpa mi attanagliarono il petto e le mie dita si mossero velocemente sullo schermo.

"No tu non hai fatto nulla, volevo solo tornare a casa ero stanca"

Le parole di Colton mi ronzavano in testa come un turbinio e mi stava per venire il mal di testa.

TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora