Chad era tornato presto quel sabato ed ero felicissima di trovarlo sul bordo del mio letto con la colazione.
Quel giorno indossava un paio di jeans e una t-shirt blu.
Era bellissimo come sempre.
«Chad!» urlai abbracciandolo.
«Ehi piccola. Ti ho portato la colazione» mi salutò lui.
Mangiammo insieme in camera e mi parlò di come era il campus e dei suoi nuovi amici.
Si sentiva ancora con Colton, ma neanche loro due erano molto vicini.
«Sei pronta per questa sera?» chiese.
Aveva provato in tutti i modi di farmi cancellare l'impegno che avevo con Drew, ma non ci era riuscito.
Lo avrei raggiunto alla fine.
Passammo tutto il tempo a nostra disposizione insieme e poi andò al Garage per guardare se la Camaro aveva bisogno di qualche ritocco.
Mi aveva chiesto di andare con lui, ma io gli risposi che dovevo trovare un vestito adatto per andare alla gara quella sera.
Lui mi baciò prima di andare via.
Ci pensai e ricordai che avrei passato del tempo con lui anche il giorno dopo.
Passai le ultime ore prima del concorso a scegliere il vestito per la gara.
Per il concorso di musica avevo deciso di mettermi un paio di jeans e una camicetta carina.
Per la gara di Chad avrei osato di più.
Trovai una minigonna nera che mi aveva fatto comprare Mike e sopra ci abbinai un corpetto dello stesso colore della gonna.
Li provai insieme e mi sentì un po' nuda, ma avrei passato delle ore magnifiche con Chad.
Mi preparai per andare al concorso.
Io e Drew avevamo deciso di vederci direttamente al bar.
Presi la Mustang e mi avviai.
Riuscì a trovare un parcheggio vicino all'entrata ed andai di corsa verso il bar.
Drew mi stava aspettando all'ingresso del locale e quando mi vide venne ad abbracciarmi.
«Ehi, allora sei venuta» mi salutò.
«Non mi sarei mai persa questo concorso per nulla al mondo».
Ci andammo a sedere in uno dei tavolini dove c'era una borsa da chitarra.
Per fortuna ero arrivata in tempo e non era ancora iniziato.
Drew si era già iscritto prima del mio arrivo ed ora era nervoso.
«Bonnie viene?» gli chiesi.
«No, oggi ha il turno al pub. Voleva prendere delle ore, ma le ho detto che venivi tu» rispose.
Il presentatore del concorso iniziò a ringraziare il bar e chi partecipava.
C'erano molti ragazzi che partecipavano e alcuni non erano niente male.
Provai a sdrammatizzare in modo da tranquillizzare Drew, ma lui stava per fuggire dal locale.
«Drew, calmati. Andrà tutto bene».
«Non vincerò mai» disse coprendosi il viso con le mani.
Gli andai vicino con la sedia e gli presi il polso. «Drew».
Lui mi guardò.
«Andrà tutto bene. Questi ragazzi sono bravi, ma tu lo sei molto di più. Se questo concorso non andrà, ce n'è sarà un altro e proverai anche quello. Ce la metterai tutta fino a quando non riuscirai a vincere».
Lui mi abbracciò e mi sorrise.
«Grazie. Grazie di essere venuta e di essere al mio fianco. Chad ha detto qualcosa?» chiese.
«Lo vedo dopo il concorso» risposi.
Parlammo di tutto e niente, mentre ascoltavamo i vari concorrenti che si esibivano.
Poi toccò a lui.
«Buona fortuna» dissi mentre si alzava dalla sedia e prese la sua chitarra.
Andò sul palco dopo che il presentatore lo presentò.
«Ciao a tutti, io sono Drew. Questa canzone é dedicata ad una persona molto speciale per me» disse pizzicando le corde della chitarra.
I suoi occhi si posarono su di me e poi iniziò la lenta melodia.
La sua voce era dolce e accompagnava la chitarra in un modo che metteva i brividi.
Lui cantava con gli occhi chiusi e a volte li apriva per guardarmi.
Mi guardai intorno e tutti quelli che stavano nei tavoli e seduti al bancone lo ascoltavano attentamente.
Ero contenta per lui.
Ce la stava mettendo tutta come gli avevo detto ed ero sicurissima che sarebbe riuscito a vincere.
Il mio telefono iniziò a vibrare e a suonare dentro la mia borsetta.
Decisi di controllare chi fosse e se non era importante lo avrei messo in silenzioso e lo avrei lasciato così.
Lo presi e guardai lo schermo.
Perché Colton mi stava telefonando?
Sapevo che per il week end sarebbe tornato anche lui.
Non pensavo che fosse urgente quindi lo misi in silenzioso.
Qualche minuto dopo arrivò un trillo.
Un messaggio da Colton:
"Chiamami, é urgente!"
Guardai verso il palco e poi andai fuori dove potevo parlare meglio.
Digitai il numero di Colton ed aspettai.
«Asa? Vieni in ospedale subito» disse lui.
Sembrava stanco e mi preoccupava.
«Colton, cosa è successo?» domandai.
«Chad ha avuto un incidente grave. Quando sarai in ospedale ti spiegherò tutto. Sbrigati» mi informò velocemente.
Chiudemmo la telefonata e guardai verso l'entrata del bar.
Rientrai nel locale e lasciai un biglietto nella custodia della chitarra di Drew.
"Mi dispiace tanto, ma c'è stata un'emergenza e sono dovuta scappare.
Voglio dirti che stai andando alla grande e che finirai nello stesso modo.
Ti voglio bene ed in bocca al lupo per il concorso. -Asa"
Uscì dal locale ed entrai nella Mustang.
Sentivo il mio cuore battere all'impazzata. Non doveva succedere.
Chad!
Era colpa mia, dovevo essere lì!
Guidai il più veloce possibile e imprecai anche se l'auto andava più del limite consentito sulla strada.
In ospedale la fortuna non mi aiutò.
Il parcheggio che trovai era lontano chilometri dall'entrata e mi feci tutto il tragitto dalla macchina all'ingresso dell'ospedale di corsa.
Avevo le lacrime che mi bagnavano la faccia e la maglietta.
In portineria c'era Colton che camminava avanti ed indietro con gli occhi rivolti verso il pavimento.
Era agitato.
«Colton» lo chiamai.
Lui alzò gli occhi e mi venne ad abbracciò forte.
Avevo bisogno di sentire delle braccia che mi sostenevano.
Avevo l'impressione che da un momento all'altro le mie gambe non avrebbero retto il mio peso.
Colton mi accompagnò davanti alla stanza di Chad.
«I dottori dicono che ci sono poche probabilità che Chad si risvegli. Ha un edema cerebrale che gli hanno diagnosticato con la TAC. In poche parole ha un riversamento di liquidi nel cervello e non c'è nessun segno di riassorbimento. I medici stanno facendo il possibile, ma ora è in coma. Ha fratture in tutto il corpo e i polmoni sono compromessi per la botta contro il volante» mi informò dello stato medico del mio ragazzo.
I genitori di Chad erano fuori dalla stanza.
Cam abbracciava sua moglie che stava piangendo disperata per il figlio.
Quando mi videro, vennero ad abbracciarmi entrambi.
Nessuno di noi poteva entrare nella camera di Chad e grazie ad un vetro potevamo vederlo.
Mi avvicinai al vetro ed appoggiai la mano su di esso.
Nella stanza c'era solo lui attaccato a molte macchine che monitoravano le funzioni vitali di Chad.
Il suo cuore stava rallentando ad ogni minuto che passava.
«Coleen pensa ancora che suo figlio possa risvegliarsi, ma le probabilità sono poche» disse Colton.
Mi guardai intorno alla ricerca di una sedia e mi sedetti in quella più vicina.
Da qualche giorno mi sentivo più stanca del solito, ma davo la colpa allo stress della scuola e la lontananza da Chad.
«Stai bene?» mi chiese Colton.
«Certo, non ti preoccupare per me» risposi.
Lui si mise a sedere accanto a me e poi mi abbracciò.
«Se vuoi puoi piangere quanto vuoi» mi disse Colton accarezzandomi i capelli.
Fu come un invito e le lacrime iniziarono a scendere copiose.
Singhiozzavo fra le sue braccia e lo strinsi forte.
«Se fossi stata li forse non sarebbe successo».
Prima lo avevo solo pensato, ora erano parole dette che facevano ancora più male.
«No, non sarebbe cambiato nulla. Il suo avversario ha iniziato a spintonarlo. Chad ha perso il controllo dell'auto e poi la macchina si é ribaltata più volte, fino ad arrivare a schiantarsi in un albero. La Camaro é un ammasso di ferraglia» mi spiegò com'era andato l'incidente.
Ora stavo anche peggio. Sapere com'era andato l'incidente mi faceva solo stare male. Non potevo pensare ad una vita senza Chad.
«Perché non sono stata capace di fargli cambiare idea?» domandai con le lacrime agli occhi.
«Lo conosci. Non si tira mai indietro ad una gara» rispose Colton.
Restai lì seduta in quella sedia fino a quando non vennero i miei genitori.
Non volevo andarmene, ma ero così stanca che non riuscivo ad oppormi.
Sarei tornata il giorno dopo e anche quello dopo, fino a quando i suoi occhi si apriranno.
Ho bisogno di vedere di nuovo il suo sorriso e di sentire la sua voce, ma ora c'è solo silenzio.
Quel silenzio che mi opprime il cuore e con la sua stretta mi fa rimanere in acque oscure e mi fa andare sempre più affondo.
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TUTTA COLPA DI JACK [IN REVISIONE]
Romance[IN REVISIONE] Una bottiglia di Jack Daniels ti può far provare cose che non immagini, ma se esageri ti fa fare brutte figure. Asa se ne accorta quando ad una festa il suo migliore amico le lancia una sfida. Cosa ci può essere di peggio fare una...