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Ho deciso, devo scappare.
Devo abbandonare tutta la mia vita, voglio rincominciare da capo.
Lo so che tutto ció che mi sta succedendo non é la fine del mondo, che c'é molto di peggio in giro.
Ma volevo già scappare da un po' di tempo, sono accadute troppe cose tutte velocemente ed ho bisogno di tempo per ritrovare me stessa.
Mi ha stupita molto la reazione di 'mio padre', é sempre stato gentile e disponibile con me... anche se la maggior parte del tempo lo passa altrove, le poche volte in cui lo vedevo era gentile.
Il fatto é che non sono abituata ad essere sgridata da loro... o perlomeno da lui...
Corro, corro più che posso verso una via di fuga da questa vita, deve esserci una via d'uscita...
Scappo, non perché ho paura, ma perché mi sembra proprio ora il momento adatto per andarmene via da questo posto, qui mi sento prigioniera.
Ho molti amici a cui voglio bene... mi mancheranno, questo é certo, spero che capiranno questa mia scelta.
Prima di andarmene sento che devo fare una cosa importante, devo avvisare Chloe, ovviamente non piomberó a casa sua e non le diró 'hey ciao, lo sai che sto scappando?' Ovviamente non mi lascierà andare, siamo troppo legate, lei di sicuro sarà la persona che mi mancherà più di tutte, é come una sorella che non ho mai avuto.
Per fortuna non ho lasciato la mia borsetta, qui dentro ho tutto e di più, prendo una penna e strappo un foglietto dal mio block notes.
Inizio a scrivere ció che mi detta il cuore:
Cara Chloe, non volevo proprio lasciarti qui da sola, ma la tua vita va molto meglio della mia. Io qui ho solo te, sei fantastica ed é davvero migliorata la mia vita con te, ma ho bisogno di prendermi del tempo per riflettere, per ritrovare me stessa.
Spero che tu possa capirmi e per favore aspettami che ritorneró.
Ritornero più forte e migliore di prima.
Ti voglio bene.
Abby
Mi dirigo verso casa sua e metto il bigliettino nella buca delle lettere, dopo di che sono pronta a fuggire.
Mi giro di scatto e vedo James che passeggia con Lucky, il cane. Resto immobile.
Questa non ci voleva.
Mi saluta con la mano sorridendo, come un bambino di due anni non appena vede il regalo di Natale.
"Hey..." dico nervosa, non ce la faccio, é troppo forte la voglia di abbandonare tutto alle mie spalle.
"Che ci fai da queste parti?" Uffa, é un essere così curioso... assomiglia molto a Will...
"Bah... niente, ero a fare sesso con la mia migliore amica" dico scocciata.
Sgrana gli occhi.
"C-cosa? Ops io non pensavo che tu..." lo credevo più sveglio.
"Ma ti pare?! Non sono lesbica e stavo scherzando. Ero qui perché... ho appena finito di fare i compiti con Chloe" speriamo che ci caschi...
"Ahh okay, mi hai fatto prendere un colpo..." abozza un sorriso.
"Perché se fossi stata lesbica non mi avresti rivolto la parola?"
"No!! Non intendevo questo..." lo liquido. Devo andare.
"Oh noo... si é fatto tardi... ciaoo" dico guardando l'orologio che, come al solito, non ho.
Accarezzo Lucky e me ne vado. "Ma,da quando fai i compiti?" Mi chiede per avviare il discorso. Faccio a meno di rispondere andandomene. Arrivo alla stazione e salgo sul primo treno della fermata senza nè fare il biglietto e nè avere una meta. Mi accomodo su un sedile del mezzo che mi porterà via da questa merda. "Dove sei diretta?" Mi chiede una signora che prende posto accanto a me per attaccare bottone. E che cazzo le rispondo ora? "Ehm,non lo so" dico imbarazzata. Fa un risolino. La guardo male. "Anche io alla tua età scappavo spesso... Ora ho settant'anni e sto cercando la felicità,magari da un treno la trovo" dice. La guardo stranamente. "Scherzo. Sì,scappavo... Ma ora ho la mia bella età. Sto andando a trovare i miei nipotini" dice sorridendo. Annuisco non sapendo che dirle. Magari è una mandata dai miei genitori adottivi per spiarmi... Meglio non fidarsi. "Beh,da cosa scappi?" Ma sta donna non si fa i cazzi suoi? È più curiosa di me. Rispondo con un'alzata di spalle. Vorrei che questa conversazione finisse presto. Sono a disagio. "Sei una ragazza di tante parole,eh?" Mi dice sarcasticamente. Aggrotto le sopracciglia. Sospiro prima di parlarle. "Senta,se l'hanno pagata i miei genitori per inseguirmi l'ho scoperta e puó finire di rompere le palle" la avviso. Mi guarda perplessamente. "Ho anche la mia vita,non la passo ad impicciarmi sulle persone" puntualizza. Vorrei risponderle che l'ha fatto fino a due secondi fa,ma perchè sprecare fiato. Per una buona parte del viaggio sento i discorsi della signora da giovane e a quanto pare era tale e quale a me adesso. Non mi dispiace che non sono l'unica così diversa. Sento il treno frenare e decido di scendere ora. "Città sperduta,sicura di fermarti qui?" Mi domanda premurosamente la signora. Annuisco. "Tante buone cose" mi augura. "Arrivederla" le dico per poi scendere dal treno. Mi guardo in giro per vedere in che tipo di cittá ho a che fare. Non è per niente un posto carino. Decido di stare per un po' qui,ma poi prenderó un altro treno,voglio andare in aeroporto per essere diretta in Australia. Ho deciso,voleró in Oceania. Chiedevo sempre ai miei genitori di portarmi dato che loro c'erano stati un sacco di volte,ma dopo tante promesse non mi ci hanno mai portata,così ci andrò. Cammino in giro per questa cittadina smorta e non c'é aniama viva. Chiunque abbia incontrato qua non mi ha fatto una bella impressione. Mi osservano dalla testa ai piedi e non mi piace che mi guardino senza il mio consenso. Ritorno in stazione per andare all'aeroporto e poi andare in Australia. Mi metto in fila per acquistare il biglietto,ho abbastanza soldi per prenderne uno. Me ne sono andata da casa ben dotata del denaro dei ricconi dei miei genitori adottivi. Arrivato il mio turno la cassiera mi informa della tariffa del biglietto. Senza battere ciglio tiro fuori dalla borsa il portafoglio. Lo apro e spalanco gli occhi. È vuoto. Non ci credo. Mi giro e dietro di me non c'é più il signore che faceva la fila. Sarà stato lui,cazzo! E ora che faccio? Sbuffo. Me ne vado incazzata. Il ladro è fuggito,bastardo. Cammino senza sapere esattamente dove andare,per trovare qualcosa che mi possa aiutare. Ho il cellulare scarico e addirittura non prende niente. Dopo mezz'ora di camminata mi illumino davanti ad una cabina telefonica. Dovrei avere qualche dollaro in tasca,giusto per effettuare una chiamata. "Sì!" Affermo sollevata. Il cellulare si è appena spento. So solo un numero a memoria. Inserisco la somma richiesta dalla macchina per le telefonate e il telefono squilla una,due,tre volte.
"Rispondi ti prego" supplico tra me e me l'interlocutore.
Temo che risponderá la voce metallica della segreteria.
"Pronto?"
"William,sono Abby..."

*spazio autrici*
Nuovo capitoloo! Speriamo vi piaccia. Grazie per i commenti positivi e i voti,continuate così,ci rendete felicissime!
Un bacio, al prossimo aggiornamento.

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