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"Pronto?" Rispondo leggermente emozionata.
"Abby, mi hai chiamato ieri mattina?" Va dritto al sodo, senza un saluto, senza chiedermi che fine abbia fatto, senza chiedermi come sto....
Questo mi irrita.
"Sì" Dico sentendo salirmi la rabbia.
Calmati Abby.
"Beh,che avevi da dirmi?" Dice con tono seccato, devo ammettere che la sua indifferenza m'infastidisce.
"Come mai hai lasciato mamma dandomi la colpa?" Gli domando frustrata.
"Semplicemente penso sia la verità. Da quando ci sei tu, nulla è andato così bene. Non siamo mai stati una vera famiglia. Hai iniziato ad uscire la sera quando avevi quindici anni e lì è iniziata la nostra rovina. Ti prendavamo dall'ospedale perchè eri ubriaca, ti pagavamo le cauzioni, andavamo ai tuoi colloqui scolastici e sembrava un disco continuato, ci ripetevano più e più volte delle tue risse, della tua scarsa competenza nelle materie... Sei sempre stata un disastro. Per noi genitori pensi sia stato facile? La nostra adolescenza era fatta di giochetti innocenti, non di alcol, sesso e sigarette. Io e tua madre litigavamo continuamente per le mille cavolate che combinavi. Ti ha sempre difesa. Sempre. Nel momento in cui saremmo arrivati alla soluzione di una rigida punizione lei si sarebbe opposta. È difficile essere in disaccordo e tutto questo è colpa tua. Se fossi stata una ragazza normale non ci avresti portato alla rovina" spiega incazzato.
"Non è colpa mia se sono un po' più ribelle del dovuto!" Mi altero camminando avanti e indietro al marciapiede.
Gli studenti iniziano ad incamminarsi a scuola, ma io devo portare al termine questo confronto.
"Non ti avremmo vietato le uscite, anzi, mai te le abbiamo vietate. La nostra fiducia verso di te si è sgretolata pian piano. Ed ora io non ne ho più. Io ti voglio bene, te ne ho sempre voluto, ma è un momento troppo confuso per me. Sei stata troppo maleducata" mi informa.
"Tu confuso? Io ho scoperto per caso della mia fottuta adozione e tu dovresti essere confuso?!" Sento che la discussione si stia accendendo.
"Pensi sia facile dirtelo? Io e tua madre sapevamo dall'inizio che il momento cruciale sarebbe stato dovertelo dire. Erano anni che progettavamo un modo perfetto per farti sentire bene nonostante l'avessi scoperto"
"So che è difficile, ma,cazzo, mi avete fatto fare la figura della scema! Ero convinta che non mi prendavate la macchina per altri motivi, ma mai mi sarei immaginata che fosse per quello" sono infuriata e questa conversazione non promette nulla di buono...
"Sbagliare è umano e tu dovresti saperlo... La tua vita è uno... Cioè-"
"Stavi dicendo che la mia vita è uno sbaglio? Uno sbaglio?" Lo accuso interrompendolo.
"Non intendevo quello!" Cerca di stare sulla difensiva, ma io lo so benissimo che intendeva dire quello.
"E allora cosa?" Lo sprono a parlare.
"Abby, sul serio, perchè non ne parliamo civilmente davanti a una tazza di caffè, tra padre e figlia?" Ora cerca di fare la parte del buono abbassando il tono di voce e mantenendo la calma, ma non ci casco.
"Si sistemeranno le cose tra te e lei?" Arrivo al punto sorvolando la sua proposta.
"Non te lo so dire ma-"
Basta, mi ha rotto.
Chiudo il segnale telefonico e quasi mi trattengo dallo sbattere il cellulare sull'asfalto.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Sto tornando a casa a piedi e sono ancora turbata per il fatto di sta mattina...
Mi giro di colpo e mi ritrovo addosso a qualcuno, qualcosa inconincia ad attorcigliarsi alle mie gambe e le lega insieme a quelle del tipo con cui mi sono scontrata.
"Lucky!! Sta fermo!!" Appena sento il suono di questa voce lo riconosco subito: James.
Cerco di indietreggiare, per slegarmi dal guinzaglio del cane che si trova attorno alle nostre gambe, ma perdo l'equilibrio e cadiamo.
Che situazione imbarazzante...
Perfortuna siamo caduti sul prato ed io sono proprio sopra di lui, cazzo.
Mi divincolo cercando di togliermi da sopra di lui, il guinzaglio si allenta ed io riesco a liberarmi.
Mi alzo e faccio per andarmene come se nulla fosse, ma lui mi chiama:
"Hey Abby!! Aspetta"
"Che vuoi?" Domando girandomi verso di lui seccata.
"Perché sei così... antipatica, oggi?" Mi chiede, si alza e riprende Lucky che stava osservando la scena di prima come se nulla fosse.
"Sono affari miei" sbotto.
"Puoi fidarti di me" dice appoggiando una mano sulla mia spalla, io lo guardo stranita.
"Non mi toccare e vattene" gli tolgo la mano dalla mia spalla come per scacciare una mosca e cerco di svignarmela, ma lui mi afferra per il polso.
"Abby, cerca di capire. Sto tentando di aiutarti, voglio cercare di esserti amico, ma se ti comporti così é molto difficile che te ne trovi uno..."
"Pff. Parla lui che non ha amici perché passa il suo tempo a farsi i cazzi degli altri e a studiare" inizio ad innervosirmi ancora di più.
"Sei proprio antipatica" dice corrugando la fronte.
"Parla lui!!" Lo guardo in cagnesco.
"La prossima volta non ti rivolgerò più la parola, se devi trattarmi in questo modo"
"Mi fai solo un favore" ribatto.
Dopo un lungo silenzio, io ho il tempo di calmarmi e lui di rimuginare sulla conversazione.
"É vero. Non ho amici. E allora? Preferisco rimanere uno sfigato anziché frequentare la gente di oggi" ammette.
"Ormai il mondo va in questo modo, devi imparare a divertirti altrimenti in futuro rimpiangerai di non esserti divertito neanche un pó. Devi trasgredire le regole, ubriacarti, fumare, fare sesso, devi cogliere l'attimo" mi stupisco delle mie stesse parole, forse é per questo che sono così, io ho imparato a cogliere l'attimo come se non ci fosse un domani.
"Su questo concordo... ma puoi divertirti anche in tanti altri modi... non devi perforza fare la tamarra"
"Beh... forse hai ragione anche tu..." ammetto, non avevo mai riflettuto su questo punto di vista. Ma non scambierei mai la mia vita con la sua.
"Io ho sempre ragione" ammette orgoglioso.
"Okay... ora non te la tirare"
"Cosa?" Chiede confuso.
"Non te la tirare. Oh andiamo, non dirmi che non sai cosa significa. Il più secchione della classe non sa cosa significa qualcosa. Questa é bella, domani andró a dirlo a tutti" gli tiro una spallata.
"Noo, rovineresti la mia reputazione" dice sarcasticamente.
"Non so il vostro linguaggio da fighetti" ammette subito dopo.
"Per noi non te la tirare é come dire non vantarti" gli spiego, mi sembra strano che io, Abby Greed, sto spiegando qualcosa a James Mitch, colui che non ha mai preso meno di una 'A' nella sua vita.
"Okay... ora me lo dici perché prima eri arrabbiata?" Mi domanda.
"Mhh... okay. In poche parole... i miei genitori si sono lasciati per colpa mia. Dietro tutta questa storia si é dimostrato che mia madre ci tiene veramente a me, mentre mio padre mi odia, mi considera uno sbaglio" mi fa male solo a ripensarci.
Accade qualcosa di inaspettato, James si butta tra le mie braccia.
Mi abbraccia, un abbraccio sincero, lo apprezzo molto perché é un semplice modo per dire 'mi dispiace'.

*spazio autrici*
Heyy!!
Nuovo aggiornamentooo. Un finale particolarmente tenero*-*
Speriamo che vi piaccia, fatecelo sapere con un voto★ ed un commento!
Al prossimo capitolo!
-aleandsofistories👑

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